IT202100030773A1 - Procedimento per la marcatura di dispositivi di illuminazione e corrispondente dispositivo - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE dell?invenzione industriale dal titolo:
?Procedimento per la marcatura di dispositivi di illuminazione e corrispondente dispositivo?
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo tecnico
La descrizione si riferisce ai dispositivi di illuminazione.
Una o pi? forme di attuazione sono utilizzabili, per esempio, nel settore dello spettacolo e dell?intrattenimento.
Sfondo tecnologico
In settori quali, per esempio, il settore dello spettacolo e dell?intrattenimento trovano impiego dispositivi di illuminazione suscettibili di emettere radiazione luminosa di elevata intensit?.
Questo pu? essere il caso, per esempio, dei prodotti disponibili commercialmente presso la Richiedente Clay Paky con la denominazione commerciale AXCOR (vedere, per esempio, claypaky.it).
Le modalit? di impiego di tali dispositivi di illuminazione comportano di frequente il trasporto e, in generale, la manipolazione degli stessi con l?esigenza di tenere in conto vari fattori.
Per esempio, tali dispositivi sono utilizzabili per l?illuminazione di palcoscenici di volta in volta allestiti anche per singoli eventi (si pensi, per esempio, a concerti ospitati in stadi e arene nel corso di tourn?e) e sono quindi destinati a essere trasportati/manipolati di frequente.
Anche in settori diversi dal settore dello spettacolo e dell?intrattenimento, qui menzionato a puro titolo di esempio, pu? peraltro insorgere l?esigenza di riportare su dispositivi di questa natura una marcatura, ossia informazioni caratteristiche (ossia univocamente legate) del singolo dispositivo: per esempio un numero di serie, un identificativo (UID), un lotto di produzione.
Il documento US 9 736 541 B1 descrive una soluzione sviluppata con particolare attenzione alla possibile applicazione nel settore dei set-top box (STB). La soluzione prevede di elaborare un codice visivo utilizzabile per funzioni di navigazione, controllo e/o altri comandi.
Il documento US 10 638 571 B2 (cui corrisponde EP 0 041 321 B1) descrive un procedimento per la marcatura di dispositivi di illuminazione, in particolare di illuminazione stradale, in una rete controllabile tramite un server. Ogni dispositivo ? dotato, nel suo stato operativo, di un contrassegno (mark), in pratica un?etichetta, quale un codice QR riconoscibile visivamente e utilizzabile per identificare l'apparecchio di illuminazione.
Cos? come si vedr? nel seguito, queste soluzioni non vanno esenti da vari inconvenienti, soprattutto (ma non solo) in vista di una possibile applicazione nel settore dello spettacolo e dell?intrattenimento.
Scopo e sintesi
Una o pi? forme di attuazione si prefiggono lo scopo di realizzare un dispositivo di illuminazione in grado di superare gli inconvenienti delineati in precedenza.
Secondo una o pi? forme di attuazione, tale scopo pu? essere conseguito grazie ad un procedimento avente le caratteristiche richiamate nelle rivendicazioni che seguono.
Una o pi? forme di attuazione riguardano un dispositivo di illuminazione utilizzabile secondo tale procedimento.
Le rivendicazioni formano parte integrante degli insegnamenti tecnici qui somministrati riguardo alle forme di attuazione.
Breve descrizione delle figure
Una o pi? forme di attuazione saranno ora descritte, a puro titolo di esempio non limitativo, con riferimento alle figure annesse, in cui:
la Figura 1 illustra un impianto di illuminazione in cui possono trovare applicazione forme di attuazione come qui descritte,
la Figura 2 ? una vista complessiva di un dispositivo di illuminazione secondo forme di attuazione, e
La Figura 3 illustra la possibile organizzazione di un file di dati suscettibile di essere prodotto secondo forme di attuazione.
Si apprezzer? che, per chiarezza e semplicit? d?illustrazione, le varie figure possono non essere riprodotte nella stessa scala.
Descrizione particolareggiata
Nella descrizione che segue sono illustrati vari dettagli specifici, allo scopo di fornire una comprensione approfondita di vari esempi di forme di attuazione secondo la descrizione. Le forme di attuazione possono essere ottenute senza uno o pi? dei dettagli specifici, o con altri procedimenti, componenti, materiali, ecc. In altri casi, strutture, materiali o operazioni note non sono illustrate o descritte in dettaglio in modo che i vari aspetti delle forme di attuazione non siano resi poco chiari.
Un riferimento a ?una forma di attuazione? nell?ambito della presente descrizione intende indicare che una particolare configurazione, struttura o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione ? compresa in almeno una forma di attuazione. Per cui, le frasi come ?in una forma di attuazione? che possono essere presenti in vari punti della presente descrizione non fanno necessariamente riferimento esattamente alla stessa forma di attuazione. Inoltre, particolari conformazioni, strutture o caratteristiche possono essere combinate in un modo adeguato qualsiasi in una o pi? forme di attuazione.
I riferimenti qui utilizzati sono forniti semplicemente per comodit? e quindi non definiscono l?ambito di protezione o la portata delle forme di attuazione.
Ancora, per brevit? e semplicit? di trattazione, e a meno che il contesto non indichi diversamente, nelle figure annesse parti o elementi simili o identici sono indicati con gli stessi riferimenti, senza ripetere una corrispondente descrizione per ciascuna figura.
Nella Figura 1, il riferimento 10 indica nel complesso un impianto di illuminazione utilizzabile, per esempio, nel settore dello spettacolo e dell?intrattenimento.
Si pu? trattare, per esempio, di un impianto di illuminazione comprendente una pluralit? di dispositivi di illuminazione F1, F2, ?, Fn-1, Fn montati su una struttura di supporto per illuminare uno o pi? elementi L (per esempio, persone e/o oggetti) che si trovano su una scena illuminata (per esempio, cantanti, musicisti e relativi strumenti).
Impianti di illuminazione di questa natura sono destinati a operare in modo dinamico, realizzando un?ampia gamma di effetti di illuminazione tali da coinvolgere sia l?orientamento dei fasci di illuminazione (che si muovono nello spazio), sia le modalit? di emissione di tali fasci (accensione, spegnimento, variazione del colore, effetti stroboscopici, ecc.)
Questo pu? avvenire sotto il controllo di un?unit? di comando (?console?) CU, in grado di inviare ai dispositivi di illuminazione F1, F2, ?, Fn-1, Fn (per esempio in modalit? wireless) rispettivi segnali di comando nell?attuazione di una ?regia del luci? delineata da un progettista (light designer) e suscettibile di essere memorizzata nell?unit? CU in vista dell?attuazione per tutta la durata dello spettacolo.
In tale contesto ? possibile beneficiare delle caratteristiche di sistemi DMX (Digital MultipleX o, pi? precisamente DMX512, ben noto standard usato per il controllo dell?illuminazione di scena nel settore dello spettacolo), per esempio a livello RDM (Remote Device Management: protocollo di comunicazione basato sul DMX per la comunicazione bidirezionale tra una console luci quale CU e una sorgente di illuminazione).
In sintesi, un impianto di illuminazione come l?impianto 10 della Figura 1 comprende un certo numero di sorgenti di illuminazione (?fixture?) F1, F2, ?, Fn-1, Fn, i cui parametri di funzionamento (accensione/spegnimento, intensit? del fascio di illuminazione emesso, movimenti in pan & tilt, caratteristiche cromatiche della radiazione emessa, ecc.) sono controllabili tramite l?unit? comando (?console?) CU.
Impianti di questa natura sono noti nella tecnica in un?ampia variet? di soluzioni implementative possibili, il che rende superfluo rendere in questa sede una descrizione di maggior dettaglio.
La Figura 2 illustra una possibile forma di attuazione di un dispositivo di illuminazione F1, F2, ?, Fn-1, Fn, suscettibile di essere impiegato in un impianto di illuminazione 10 cos? come illustrato nella Figura 1.
Secondo una possibile configurazione (di per s? nota), il dispositivo, indicato genericamente come Fj, comprende una base 12 per il montaggio su una struttura di supporto (si pu? trattare, per esempio, di una struttura di palcoscenico in un teatro, un?arena o sul luogo di un evento di spettacolo, cos? come esemplificato nella Figura 1) su cui ? montato un supporto a forcella 14.
Il supporto a forcella 14 ? orientabile, per esempio su 360?, intorno a un asse X14 (verticale nelle figure) e sostiene coi suoi bracci o rebbi una testa mobile 16 orientabile di un generale movimento di brandeggio intorno a un asse X16 (orizzontale nelle figure).
Nella testa 16 ? montata una sorgente di radiazione luminosa LS (per esempio una sorgente di luce RGB a diodi laser) destinata a produrre un fascio di illuminazione che fuoriesce dalla testa 16 attraverso un?ottica frontale 160, in direzione sostanzialmente allineata con un asse longitudinale della testa mobile, indicato con X10.
Il movimento combinato intorno agli assi X14 e X16, comandato tramite motorizzazioni (non visibili nella figura) disposte, per esempio, nella base 12 e nel supporto a forcella 14 (ovvero nella testa 16) porta il fascio di illuminazione proiettato attraverso l?ottica frontale 160 a realizzare un movimento di scansione in grado di coprire un volume superiore a un semispazio.
Con l?eccezione di quanto richiamato in maggior dettaglio nel seguito, la struttura complessiva di un dispositivo Fj e le modalit? di svolgimento del suddetto movimento di scansione devono ritenersi note nella tecnica, il che rende superfluo fornire indicazioni di maggior dettaglio nell?ambito della presente descrizione.
Cos? come rappresentato, sempre con linea a tratti, nella Figura 1, la sorgente di radiazione luminosa LS ? pilotata da circuiteria elettrica CE (comprendente, per esempio, un processore di segnali digitali o DSP e circuiti di potenza associati) configurata, in modo di per s? noto, per pilotare la sorgente LS in funzione di segnali di comando inviati, per esempio in modalit? wireless, dall?unit? di comando CU.
In generale, si desidera che i comandi inviati dall?unit? CU verso i singoli dispositivi di illuminazione F1, F2, ?, Fj, ?, Fn-1, Fn possano essere diversi fra loro.
In tal modo, il singolo dispositivo Fj pu? essere comandato secondo modalit? sue proprie, virtualmente prevedendo modalit? diverse per ciascun dispositivo di illuminazione F1, F2, ?, Fj, ?, Fn-1, Fn.
Questo risultato ? evidente facilitato dal fatto che l?unit? CU conosca le caratteristiche (e la collocazione) dei dispositivi di illuminazione F1, F2, ?, Fj, ?, Fn-1, Fn: questo per evitare, per fare un esempio, che l?unit? CU invii a un certo dispositivo Fj un comando che il dispositivo non ? in condizione di attuare, per esempio in quanto il dispositivo ? di un modello non predisposto per svolgere una determinata funzione di illuminazione.
Di qui l?esigenza di condurre rapidamente e in modo affidabile un ?censimento? dei dispositivi F1, F2, ?, Fj, ?, Fn-1, Fn, identificandone caratteristiche quali, per esempio, numero di serie, l'UID (identificatore univoco definito), il lotto di produzione, ecc.
Questa operazione di marcatura pu? risultare tutt?altro che facile da condurre.
Ci? vale in particolare nel settore dello spettacolo e dell?intrattenimento: un impianto 10 cos? come illustrato nella Figura 1 pu? infatti comprendere anche centinaia di dispositivi F1, F2, ?, Fj, ?, Fn-1, Fn, montati, spesso in condizioni di non facile accessibilit?, in un?installazione che si desidera rendere operativa in tempi brevi, magari in vista dell?impiego per un singolo evento.
Il tutto in condizioni in cui risulta tutt?altro che facile e agevole accedere rapidamente alle suddette informazioni caratteristiche (per esempio numero di serie, identificatore UID, lotto di produzione, ecc.) legate in modo univoco al singolo dispositivo; informazioni che peraltro sono spesso veicolate da un segnale ? elettrico -memorizzato nel dispositivo stesso, per esempio in una memoria 100 compresa della circuiteria CE.
Almeno in linea di principio, si potrebbe pensare di ricorrere alla soluzione proposta in US 10 638 578 B2 (cui corrisponde EP 3 041 321 B1), ossia ?etichettare? i singoli dispositivi F1, F2, ?, Fn-1, Fn con etichette che riportano codici QR (QR code) suscettibili di essere letti otticamente, per esempio tramite un normale smartphone.
Nel contesto qui considerato (si pensi, per esempio, ad impianti di illuminazione destinati all?impiego nell?ambito di tourn?e e dunque montati e smontati ad ogni spettacolo, con i dispositivi F1, F2, ?, Fn-1, Fn maneggiati di continuo anche per le operazioni di imballaggio e trasporto) una tale soluzione ? esposta a vari inconvenienti.
Un'etichetta si degrada infatti nel tempo, potendo, per esempio, andare soggetta a graffi, fino a diventare illeggibile e quindi inutile; questo pu? anche capitare quando il dispositivo ? montato su un traliccio con l?etichetta che finisce in una posizione poco illuminata e dunque difficilmente leggibile.
Ancora, un'etichetta adesiva pu? essere rimossa (magari inavvertitamente) nella manipolazione del dispositivo che, come si ? visto, pu? essere un evento frequente.
In alcuni casi, certe informazioni memorizzate in una memoria interna del dispositivo di illuminazione possono risultare scomode da riportare su un?etichetta o corrono il rischio di essere lette e riprodotte in modo sbagliato su un?etichetta.
In modo complementare, alcune informazioni possono essere considerate ?proprietarie?, per cui pu? non essere gradito vederle riprodotte in evidenza su un?etichetta applicata sul dispositivo.
Ancora, una volta applicata sul dispositivo, un'etichetta non si presta a essere aggiornata nel caso in cui alcune informazioni cambino formato o significato, se non ?richiamando? il dispositivo che gi? si trova presso l?utilizzatore per aggiornare le informazioni ovvero facendo circolare etichette aggiornate.
Sempre in linea di principio si potrebbe pensare di rifarsi in qualche misura alla soluzione proposta in US 9 736 541 B1, per esempio richiedendo che, all?accensione, ciascun dispositivo F1, F2, ?, Fn-1, Fn comunichi i suoi dati all?unit? di comando CU.
Questa soluzione implica il ricorso a specifici protocolli di comunicazione e pu? risultare complessa da attuare: pu? infatti richiedere che l?unit? di comando CU disponga di informazioni preventive sulla posizione di montaggio dei dispositivi F1, F2, ?, Fn-1, Fn.
Si apprezzer? peraltro che i problemi qui evidenziati prescindono in ampia misura dalla natura e dal significato dell?informazione di marcatura (per esempio, numero di serie, identificatore UID, lotto di produzione, ecc.) univocamente associata all'apparecchio di illuminazione (Fj).
Gli esempi qui considerati affrontano infatti il problema tecnico legato al fatto che, quali che siano la sua natura e il suo significato, tale informazione pu? non essere presentata adeguatamente all?esterno del dispositivo Fj, per esempio in quanto resa illeggibile o rimossa dal dispositivo.
Gli esempi qui considerati sfruttano il fatto che dispositivi di illuminazione come il dispositivo Fj della Figura 2 possono essere equipaggiati (o essere gi? equipaggiati, per finalit? diverse) con un visualizzatore 102 quale un visualizzatore o display a cristalli liquidi (LCD) collegato alla circuiteria CE (dunque alla memoria 100) e montato, per esempio, nella base 12 cos? da risultare visibile anche quando il dispositivo Fj ? installato.
In tal modo un segnale marcatore elettrico che veicola dati di marcatura caratteristici del singolo dispositivo Fj, quali, per esempio, numero di serie, l'UID (identificatore univoco definito), il lotto di produzione, ecc., per esempio come memorizzato nella memoria 100 pu? essere presentato sul visualizzatore 102, per esempio come codice QR, suscettibile di essere facilmente letto da qualsiasi dispositivo mobile quale uno smart phone MP.
In tal modo, leggendo tale codice ? possibile generare un file cos? come schematicamente rappresento nella Figura 3, ossia un file in cui, a ciascun dispositivo Fj, j = 1, 2, ?, n-1, n ? associato un corrispondente record informativo RIj, j = 1, 2, ?, n-1, n, contenente rispettive informazioni di marcatura, per esempio il numero di serie, l'UID (identificatore univoco definito, ad es. UID:4350-3C0587D0), ecc.
L?utilizzazione che il dispositivo di lettura MP (per esempio uno smart phone) pu? fare del codice letto pu? quindi essere compresa in una gamma quanto mai ampia, sfruttando in particolare l?affidabilit? della riproduzione, e quindi della lettura, del codice stesso.
La soluzione qui proposta supera gli inconvenienti delineati in precedenza.
In primo luogo, un display come il display 102 risulta piuttosto robusto contro il logoramento. Anche se soggetto a graffi, difficilmente diventa del tutto illeggibile; il che vale anche nel caso in cui finisca in una posizione poco illuminata dalla luce ambiente, con il display suscettibile ? in modo corrente ? di essere illuminabile, anche con vari livelli di luminosit?.
Ancora, un display come il display 102 della Figura 2 risulta difficile da rimuovere nella manipolazione del dispositivo, a meno di non danneggiare il dispositivo in modo grave e evidente, in maniera facilmente rilevabile.
Anche se piuttosto ?ricco? dal punto di vista informativo, un segnale marcatore elettrico memorizzato in una memoria interna del dispositivo di illuminazione quale la memoria 100 si presta a essere presentate su un display 102, eventualmente suddiviso in pi? ?videate? selezionabili tramite pulsanti di navigazione 104.
Tutto ci? evitando il rischio di una lettura o riproduzione sbagliata su un?etichetta.
Operando (in modo corrente da varie applicazioni) sui pulsanti di navigazione 104 ? anche possibile far s? che informazioni considerate proprietarie non siano visualizzate in modo stabile, ma presentate sul display solo in risposte a un esplicito comando.
La soluzione qui proposta risulta semplice da attuare, non comporta il ricorso a specifici protocolli di comunicazione e, aspetto di rilievo, si presta a raccogliere e a fornire all?unit? di comando CU informazioni sulla posizione di montaggio dei dispositivo F1, F2, ?, Fn-1, Fn: per esempio, un operatore si pu? muovere lungo un traliccio lungo il quale sono montati n dispositivi F1, F2, ?, Fn-1, Fn, e leggere i relativi dati dai display 102 cos? da poter fornire all?unit? CU un file come quello della Figura 3, con l?indicazione dell?ordine di montaggio dei dispositivi, con le relative caratteristiche.
La visualizzazione delle informazioni sul display 102 non richiede che il dispositivo Fj sia acceso (ossia con la sorgente LS che emette radiazione luminosa), potendosi invece utilizzare una batteria tampone 106 associata alla circuiteria CE per illuminare il display 102 il tempo necessario per mostrare un codice (ad es. QR).
Ancora, la visualizzazione sul display 102 pu? risultare automaticamente aggiornata nel caso in cui alcune informazioni di marcatura cambino formato o significato per effetto di un aggiornamento (per esempio della memoria 100) comunque attuate. Codici come il codice QR qui considerato sono infatti generati dal software interno del dispositivo: quindi un aggiornamento del software (anche su dispositivi pi? vecchi, c.d. ?legacy?) pu? mostrare tutti i codici QR necessari agli operatori e pu? migliorare nel tempo.
Si ? verificato che una versione QR 1 (21x21 pixel) risulta del tutto soddisfacente per gli scopi qui considerati. L'aumento della risoluzione del display 102 e del codice QR pu? consentire di aumentare quantit? di informazioni visualizzate.
Fermi restando i principi di fondo, i particolari di realizzazione e le forme di attuazione potranno variare, anche in modo significativo, rispetto a quanto qui descritto a puro titolo di esempio non limitativo, senza per questo uscire dall?ambito di protezione.
L?ambito di protezione ? determinato dalle rivendicazioni annesse.
ELENCO DEI RIFERIMENTI
Impianto di illuminazione 10 Dispositivi di illuminazione F1, F2, ?, Fn-1, Fn Elemento illuminato L Unit? di controllo CU Base 12 Supporto a forcella 14 Asse orientamento X14 Testa mobile 16 Asse orientamento X16 Sorgente di luce LS Ottica proiezione luce 160 Asse longitudinale X10 Circuiteria di elaborazione CE Memoria 100 Display 102 Pulsanti navigazione 104 Codice QR Smart phone MP
Claims (12)
1. Procedimento, comprendente:
provvedere un dispositivo di illuminazione (Fj) in cui almeno un generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS) ? accoppiato a circuiteria elettrica (CE) configurata per produrre segnali elettrici per pilotare l'almeno un generatore di luce (LS),
memorizzare (100) nella circuiteria elettrica (CE) un segnale elettrico (RIj) marcatore dell'apparecchio di illuminazione (Fj), e
visualizzare il segnale elettrico marcatore (RIj) in un'unit? di visualizzazione (102) accoppiata alla circuiteria elettrica (CE), in cui il segnale elettrico marcatore (RIj) ? visualizzato su detta unit? di visualizzazione (102) come segno ottico riconoscibile visivamente (QR).
2. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui il segno ottico (QR) riconoscibile visivamente ? un codice QR.
3. Procedimento secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui il segnale marcatore elettrico (RIj) comprende campi dati selezionati tra: un numero di serie, un identificatore univoco e/o un lotto di produzione del dispositivo di illuminazione (Fj).
4. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente attivare selettivamente (104) detta unit? di visualizzazione (102) per rendere visivamente riconoscibile il segno ottico (QR).
5. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente configurare la circuiteria elettrica (CE) per attivare selettivamente (104) l'unit? di visualizzazione (102) indipendentemente dall'almeno un generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS), in cui l'unit? di visualizzazione (102) ? attivabile per visualizzare il segno ottico (QR) indipendentemente dal fatto che il generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS) sia attivo o inattivo.
6. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente aggiornare il segnale marcatore elettrico (RIj) memorizzato (100) nella circuiteria elettrica (CE), in cui detto segno ottico (QR) riconoscibile visivamente viene corrispondentemente aggiornato.
7. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente:
provvedere una pluralit? di dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) in cui ciascun dispositivo di illuminazione (Fj) comprende almeno un generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS) accoppiato a circuiteria elettrica (CE) configurata per produrre segnali elettrici per pilotare l'almeno un generatore di luce (LS),
memorizzare (100) nella circuiteria elettrica (CE) nei dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) nella pluralit? di dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) rispettivi segnali elettrici marcatori (RI1, RI2, ?, RIj, ?, Rin-1, Rin) dei dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn),
visualizzare i rispettivi segnali elettrici marcatori (RI1, RI2, ?, RIj, ?, Rin-1, Rin) memorizzati nella circuiteria elettrica (CE) dei dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) nella pluralit? di dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) come segni ottici visivamente riconoscibili (QR) su rispettivi visualizzatori visivi (102) accoppiati alla circuiteria elettrica (CE) nei dispositivi di illuminazione ( F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) nella pluralit? di dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn),
leggere otticamente (MP) i segni ottici visivamente riconoscibili (QR) visualizzati sulle rispettive unit? di visualizzazione (102) accoppiate alla circuiteria elettrica (CE) nei dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) nella pluralit? di dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn), e
riconoscere i singoli dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) nella pluralit? di dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) in funzione dei segni ottici visivamente riconoscibili (QR) letti dalle rispettive unit? di visualizzazione (102) accoppiate alla circuiteria elettrica (CE) nei dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn) nella pluralit? di dispositivi di illuminazione (F1, F2, ?, Fj, Fn-1, Fn).
8. Dispositivo di illuminazione (Fj) configurato per essere utilizzato nel procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il dispositivo di illuminazione (Fj) comprende almeno un generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS) nonch? circuiteria elettrica (CE) configurata per produrre segnali elettrici per pilotare l'almeno un generatore di luce (LS), in cui: la circuiteria elettrica (CE) ha memorizzato in essa (100) un segnale elettrico (RIj) marcatore dell'apparecchio di illuminazione (Fj), e
un'unit? di visualizzazione visiva (102) ? accoppiata alla circuiteria elettrica (CE) con l'unit? di visualizzazione visiva (102) configurata per visualizzare il segnale marcatore elettrico (RIj) come un segno ottico riconoscibile visivamente (QR).
9. Dispositivo di illuminazione (Fj) secondo la rivendicazione 8, in cui il segno ottico (QR) riconoscibile visivamente ? un codice QR.
10. Dispositivo di illuminazione (Fj) secondo la rivendicazione 8 o la rivendicazione 9, in cui l'unit? di visualizzazione (102) ? selettivamente attivabile (104) per rendere riconoscibile visivamente il segno ottico (QR) ed ? preferibilmente accoppiata ad una batteria tampone (106).
11. Dispositivo di illuminazione (Fj) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 8 a 10, in cui l'unit? di visualizzazione (102) ? attivabile selettivamente (104) indipendentemente dal fatto che l?almeno un generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS) sia alimentato, in cui l'unit? di visualizzazione (102) ? attivabile per visualizzare il segno ottico (QR) indipendentemente dal fatto che il generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS) sia attivo o inattivo.
12. Dispositivo di illuminazione (Fj) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 8 a 11, in cui:
il dispositivo (Fj) comprende una base (12) e una testa (16) orientabile rispetto alla base (12),
l?almeno un generatore di luce ad alimentazione elettrica (LS) ? disposto in detta testa (16) orientabile, e
l'unit? di visualizzazione (102) ? disposta in detta base (12).
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