IT201900007548A1 - Macchina tessile con stroboscopio - Google Patents

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IT102019000007548A
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Stefan Zeiger
Stefan Moser
Andreas Hiltmann
Marcel Hasler
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Textilma Ag
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    • D03WEAVING
    • D03JAUXILIARY WEAVING APPARATUS; WEAVERS' TOOLS; SHUTTLES
    • D03J1/00Auxiliary apparatus combined with or associated with looms
    • D03J1/24Mirrors or other arrangements for inspecting loom parts
    • DTEXTILES; PAPER
    • D03WEAVING
    • D03DWOVEN FABRICS; METHODS OF WEAVING; LOOMS
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  • Textile Engineering (AREA)
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Description

MACCHINA TESSILE CON STROBOSCOPIO
La presente invenzione ha per oggetto una macchina tessile, in particolare una macchina tessile comprendente uno stroboscopio.
In modo in sé ampiamente noto, le macchine tessili sono adatte e trasformare uno o più filati in un prodotto tessile (come ad esempio un tessuto, una maglia, un nastro o simili). A questo scopo, le macchine tessili comprendono una zona di lavoro, nella quale sono predisposti organi di lavorazione adatti a manipolare i filati per trasformarli nel prodotto tessile desiderato. Nelle macchine tessili per uso industriale, gli organi di lavorazione si muovono a velocità estremamente elevate, allo scopo di ottenere una elevata produttività della macchina.
La struttura tradizionale delle macchine tessili prevedeva che i movimenti di tutti gli organi di lavorazione fossero derivati dal moto di un unico albero motore, detto albero principale. Tradizionalmente i diversi movimenti erano derivati dall’albero principale mediante trasmissioni meccaniche quali bielle, manovelle, camme, ruote dentate e catene. Questa struttura puramente meccanica, una volta correttamente messa a punto, garantiva la sincronizzazione dei movimenti e quindi il corretto funzionamento della macchina. In tempi più recenti le trasmissioni meccaniche sono state affiancate o sostituite da altri dispositivi elettrici, elettromeccanici e/o elettronici, al fine di semplificare e alleggerire la struttura della macchina. Tuttavia anche nelle realizzazioni più recenti, che fanno abbondante uso di dispositivi elettronici, la struttura delle macchine tessili continua a simulare la struttura meccanica originaria. Anche nelle macchine tessili completamente elettroniche, dove non è predisposto alcun albero reale, è ancora presente un albero virtuale, il quale emette un segnale di fase periodico che simula la posizione angolare di un albero rotante. Il moto di tutti gli organi di lavorazione è derivato in modo elettrico, elettromeccanico o elettronico dalla posizione angolare e dalla rotazione dell’albero principale, quest’ultimo essendo o reale o virtuale. In altre parole, ogni fase della lavorazione, come ad esempio l’inizio o la fine del moto di uno specifico organo, sono comunemente riferiti ad una specifica posizione angolare (o fase) dell’albero principale o, in altre parole, sono riferiti all’angolo formato dall’albero principale rispetto ad un riferimento fisso. Nella trattazione che segue verranno considerate nello specifico, a titolo di esempio, le macchine di tessitura ad aghi, in particolare per tessuti stretti. Come già accennato sopra, le macchine tessili comprendono organi di lavorazione, che verranno detti di seguito anche organi di lavorazione oscillanti. Tali organi infatti compiono movimenti alternati, periodici o ciclici, caratterizzati da frequenze molto elevate, ad esempio comprese tra i 30 e i 60 Hertz (o Hz). A fronte di tali frequenze è evidente come un occhio umano non possa affatto seguire il corretto svolgimento delle operazioni di lavorazione, poiché alle frequenze di funzionamento a regime, gli organi di lavorazione oscillanti assumono velocità lineari e/o angolari che li rendono invisibili all’occhio umano.
Inoltre si deve considerare che, mentre si muovono a velocità elevate, gli organi di lavorazione oscillanti sono anche soggetti a fenomeni inerziali o armonici che li portano a movimenti di deformazione o di vibrazione caratterizzati da frequenze più alte, che sono multipli della frequenza di base. Per esempio, se l’albero principale ruota a 50 giri al secondo, cioè la frequenza di base è 50 Hz, allora anche i movimenti rigidi principali degli organi di lavorazione sono a 50 Hz, ma gli organi di lavorazione possono essere soggetti anche ad altri movimenti di vibrazione a 100 Hz, 150 Hz, 200 Hz e così via. Come regola generale, più è elevata la frequenza, più è piccola l’ampiezza del relativo movimento. Naturalmente, se sono invisibili i movimenti rigidi principali, a maggior ragione sono invisibili questi movimenti di vibrazione.
Nell’ambito della meccanica è noto l’uso dello stroboscopio a mano per consentire un controllo visivo del funzionamento di organi che compiono movimenti alternati, periodici o ciclici a frequenze elevate. In particolare, lo stroboscopio è uno strumento adatto a emettere lampi di luce ad una frequenza regolabile e preimpostata dall’utilizzatore. Se la frequenza di emissione dei lampi di luce (frequenza stroboscopica) è identica alla frequenza alla quale si muove l’organo meccanico (frequenza meccanica), l’organo meccanico stesso appare fermo ad un osservatore umano. Inoltre, variando di poco la frequenza stroboscopica rispetto alla frequenza meccanica, è possibile ottenere una visione diretta del movimento dell’organo meccanico. In particolare, se la frequenza stroboscopica è leggermente inferiore alla frequenza meccanica, l’organo meccanico appare ad un osservatore umano animato da un lento movimento in avanti, cioè concorde con il movimento che esso effettivamente compie. Al contrario, se la frequenza stroboscopica è leggermente superiore alla frequenza meccanica, l’organo meccanico appare ad un osservatore umano animato da un lento movimento all’indietro, cioè opposto al movimento che esso effettivamente compie.
Benché l’uso dello stroboscopio a mano sia noto da tempo, esso non ha avuto diffusione nel settore delle macchine tessili, poiché è affetto da alcuni notevoli svantaggi.
Innanzitutto le macchine tessili sono dotate di barriere di sicurezza che impediscono all’operatore di avvicinarsi alla zona di lavoro dove ci sono gli organi di lavorazione in rapido movimento. Come detto sopra infatti, l’elevata frequenza di movimento di tali organi li rende invisibili e quindi altamente pericolosi per l’incolumità dell’operatore stesso. Le barriere possono assumere forme differenti. Ad esempio esse possono essere barriere fisiche, come ad esempio schermi trasparenti di policarbonato o di vetro che consentono all’operatore di controllare visivamente la zona di lavoro ma che gli impediscono di avvicinare le mani e qualsiasi altro strumento. In questo caso la barriera può essere rimossa, ad esempio per gli interventi di manutenzione nella zona di lavoro della macchina, ma la rimozione della barriera di sicurezza determina l’immediato fermo della macchina.
In alternativa o in aggiunta, le barriere di sicurezza possono essere virtuali, costituite ad esempio da una griglia di raggi di luce, in modo simile a quanto avviene in alcuni impianti anti-intrusione. In questo caso non vi è alcun elemento fisico interposto tra l’operatore e la zona di lavoro. Tuttavia l’interruzione di uno dei raggi di luce della griglia è interpretato dal sistema di controllo della macchina come un indebito tentativo di un operatore di avvicinarsi pericolosamente alla zona di lavoro. Pertanto l’interruzione di uno dei raggi di luce della griglia determina l’immediato fermo della macchina.
Alla luce di quanto esposto sopra, è chiaro come lo stroboscopio a mano possa essere usato dall’operatore solo tenendolo dal suo lato delle barriere di sicurezza, altrimenti la macchina si fermerebbe immediatamente. Di conseguenza è anche chiaro come, in presenza di barriere di sicurezza, l’uso dello stroboscopio a mano sia sostanzialmente inefficace. In particolare, nel caso in cui uno schermo protettivo trasparente fosse interposto tra l’osservatore e la zona di lavoro da controllare, l’uso dello stroboscopio a mano sarebbe di fatto inutile a causa dei fenomeni di riflessione e rifrazione introdotti dallo schermo stesso. In altre parole, l’illuminazione della zona di lavoro ottenuta mediante lo stroboscopio a mano attraverso lo schermo trasparente sarebbe inadatta agli scopi per il quale è solitamente impiegata. Ancora, nel caso in cui una griglia virtuale fosse interposta tra l’osservatore e la zona di lavoro da controllare, l’uso dello stroboscopio a mano sarebbe di fatto inutile a causa della lontananza della fonte di luce rispetto alla zona di lavoro da controllare, lontananza che renderebbe la luce stroboscopica inadatta agli scopi per il quale è solitamente impiegata.
Inoltre, lo stroboscopio a mano è uno strumento di impiego generale, indipendente dalla macchina tessile. Esso comprende un circuito di regolazione adatto ad impostare una frequenza di emissione dei lampi e a mantenere tale frequenza durante l’uso. Tale caratteristica rende lo stroboscopio a mano particolarmente adatto all’uso con organi oscillanti che si muovono a frequenza costante. Infatti, sia che si desideri ottenere l’effetto di vedere l’organo meccanico fermo, sia che lo si voglia vedere in lento movimento (avanti o indietro) la frequenza meccanica costante consente un’agevole regolazione della frequenza stroboscopica. L’utilizzatore può infatti facilmente inseguire la frequenza meccanica con il circuito di regolazione della frequenza stroboscopica.
Tuttavia, nel caso delle macchine tessili, si pongono almeno due problemi che rendono l’uso dello stroboscopio a mano ulteriormente svantaggioso. Innanzitutto la frequenza alla quale opera la macchina tessile non è affatto costante nel tempo. Essa può variare nel tempo in base ad una serie di fattori. Ad esempio la frequenza meccanica può variare in base agli attriti interni della macchina, alle diverse caratteristiche dei filati in lavorazione, alle condizioni ambientali, allo stato di usura e di lubrificazione delle parti, a possibili cali di tensione sulla rete di alimentazione elettrica, ad eventuali interventi da parte dell’operatore stesso, a possibili sbilanciamenti nelle masse in movimento, e così via.
Poiché dunque la frequenza di funzionamento della macchina tessile è variabile, risulta estremamente difficile e laborioso per l’operatore inseguire la frequenza meccanica con la frequenza stroboscopica, e una volta raggiunta tale frequenza non è affatto detto che il corretto effetto stroboscopico sia mantenuto a sufficienza per gli scopi desiderati.
Inoltre, anche ipotizzando che la frequenza meccanica fosse costante nel tempo, una volta che l’operatore fosse riuscito a eguagliare la frequenza stroboscopica e la frequenza meccanica, egli vedrebbe l’organo meccanico fermo, ma lo vedrebbe fermo in una posizione qualsiasi. Per poterlo vedere fermo in una specifica posizione desiderata, sarebbe necessario prolungare la procedura, variando lievemente la frequenza stroboscopica per vedere l’organo meccanico muoversi lentamente (avanti o indietro) fino a quando raggiunge la posizione desiderata e a quel punto pareggiare nuovamente le frequenze per vederlo di nuovo fermo. Come si può comprendere dunque, l’operazione di vedere l’organo meccanico fermo in una specifica posizione risulta lunga e laboriosa e implica il potenziale scarto di una grande quantità di prodotto tessile. Naturalmente le difficoltà appena descritte sono ulteriormente amplificate dalla continua variazione della frequenza di funzionamento della macchina tessile, come descritto sopra.
Inoltre, il livello di preparazione degli operatori delle industrie tessili è solitamente molto basso e diminuisce costantemente. Al momento gli stroboscopi a mano sono strumentazioni professionali che richiedono un livello professionale piuttosto elevato, mentre l’operatore della macchina tessile non è solitamente cosciente dei fenomeni fisici che stanno alla base del corretto uso di uno stroboscopio a mano.
Alla luce delle considerazioni qui sopra, essendo l’uso di base di uno stroboscopio a mano molto difficile nell’ambito tessile, è chiaro che i suoi usi avanzati siano considerati quasi impossibili. In teoria, uno stroboscopio a mano potrebbe anche aiutare a vedere i movimenti di vibrazione degli organi di lavorazione a frequenza più elevate. Una vibrazione particolarmente interessante è la seconda armonica, cioè il movimento che avviene al doppio della frequenza meccanica di base. Infatti, le ampiezze di questi movimenti di vibrazione possono modificare le effettive posizioni degli organi di lavorazione, cosicché una regolazione fine per il funzionamento della macchina ad alta velocità dovrebbe considerare i loro effetti.
Scopo della presente invenzione è pertanto quello di superare gli inconvenienti evidenziati sopra in relazione alla tecnica nota.
In particolare, un compito della presente invenzione è quello di rendere disponibile una macchina tessile che renda agevole e utile l’impiego di uno stroboscopio.
Inoltre, un compito della presente invenzione è quello di rendere disponibile una macchina tessile che pur introducendo ulteriori vantaggi, mantenga anche buona parte dei vantaggi già ottenuti dalle macchine tessili di tipo noto.
Tale scopo e tali compiti vengono raggiunti mediante una macchina tessile in accordo con la rivendicazione 1.
Per meglio comprendere l’invenzione e apprezzarne i vantaggi, vengono di seguito descritte alcune sue forme di realizzazione esemplificative e non limitative, facendo riferimento ai disegni allegati, in cui:
– la figura 1 mostra una vista prospettica di una parte frontale di una macchina di tessitura ad aghi in accordo con l’invenzione, in cui alcune parti non direttamente connesse all’invenzione sono state rimosse per chiarezza;
– la figura 2 mostra la parte di macchina di figura 1, in cui lo schermo protettivo è stato ulteriormente rimosso per maggiore chiarezza;
– la figura 3 mostra una vista frontale della macchina di figura 1;
– la figura 4 mostra una vista della sezione operata lungo la traccia IV-IV di figura 3;
– la figura 5 mostra la macchina di figura 3, in cui lo schermo protettivo è stato ulteriormente rimosso per maggiore chiarezza;
– la figura 6 mostra una vista prospettica di una parte frontale di una macchina di tessitura a pinza in accordo con l’invenzione, in cui alcune parti non direttamente connesse all’invenzione sono state rimosse per chiarezza;
– la figura 7 mostra una vista di una sezione trasversale della parte di macchina di figura 6; e
– la figura 8 mostra una generica macchina tessile in accordo con l’invenzione.
Nell’ambito della presente trattazione, è stata assunta la seguente convenzione terminologica al fine di rendere più semplice e scorrevole la lettura.
Come riportato sopra in relazione alla tecnica nota, si farà riferimento ad un albero principale, intendendo con ciò o un albero reale o un albero virtuale.
La dicitura “frequenza stroboscopica” indica la frequenza alla quale sono emessi i lampi di luce. La frequenza stroboscopica è solitamente espressa in Hertz (Hz).
La dicitura “frequenza meccanica” indica la frequenza alla quale ruota l’albero principale (reale o virtuale), cioè il numero di giri che esso compie in un secondo. La frequenza meccanica può essere espressa in giri al secondo o in Hertz (Hz), che è la stessa cosa.
La dicitura “fase” indica una specifica posizione angolare dell’albero principale rispetto ad un indice fisso che indica la fase zero. La fase è solitamente espressa in gradi e può variare tra 0° e 359°, poiché 360° si riferisce ancora alla fase 0°.
Per ciascuna macchina tessile può essere definita una zona dell’operatore. Ai fini della presente invenzione, la zona dell’operatore è quella zona dalla quale l’operatore può controllare visivamente la zona di lavoro nel corso del funzionamento a regime della macchina tessile. Solitamente tale zona comprende anche un’interfaccia utente (ad esempio con i comandi e uno schermo) per la gestione ordinaria della macchina. Solitamente tale zona è posta in prossimità dell’uscita del prodotto tessile. L’invenzione riguarda una macchina tessile 10 adatta a ricevere in ingresso almeno un filato 12 e a rilasciare in uscita un prodotto tessile 14 14. La macchina tessile 10 in accordo con l’invenzione comprende:
- un albero principale 16 che definisce una fase e una frequenza meccanica;
- almeno una zona di lavoro 18 all’interno della quale sono predisposti organi di lavorazione oscillanti 20; e
- una sorgente di luce 22 disposta in modo tale da illuminare la zona di lavoro 18.
Nella macchina tessile 10 dell’invenzione gli organi di lavorazione oscillanti 20 sono adatti a manipolare l’almeno un filato 12 in modo da ottenere il prodotto tessile 14, e il movimento degli organi di lavorazione oscillanti 20 è comandato in base alla fase dell’albero principale 16.
Inoltre, nella macchina tessile 10 dell’invenzione la sorgente di luce 22 può essere azionata in modo da emettere lampi di luce ad una frequenza stroboscopica, la sorgente di luce 22 è comandata in base alla fase dell’albero principale 16 e la frequenza stroboscopica è comandata in base alla frequenza meccanica dell’albero principale 16.
Come già accennato, la macchina tessile 10 in accordo con l’invenzione può essere una macchina di tessitura ad aghi (come quella delle figure da 1 a 5) ma anche un telaio largo di tessitura, una macchina di tessitura a pinza (come quella delle figure 6 e 7), una macchina di tessitura a spoletta, una macchina di tessitura a getto d’aria, una macchina per maglieria in ordito, una macchina per maglieria in trama, una macchina per maglieria lineare o circolare, una macchina di filatura o qualsiasi altro tipo di macchina tessile. Tutte queste macchine tessili 10 sono rappresentate schematicamente in figura 8.
A seconda del tipo di macchina tessile 10, un diverso numero di filati 12 può essere predisposto in ingresso. Ad esempio, le macchine per maglieria in trama possono ricevere in ingresso un solo filato 12, destinato a costituire l’intero prodotto tessile 14. I telai per tessitura ricevono invece in ingresso una grande quantità di filati 12, divisi tra fili di ordito e fili di trama. Per questo motivo in figura 8, dove è rappresentata una generica macchina tessile 10, un solo filato 12 è rappresentato con una linea continua, mentre altri filati 12 sono rappresentati in linea tratteggiata.
A seconda del tipo di macchina tessile 10, anche gli organi di lavorazione oscillanti 20 possono assumere forme e funzioni differenti. Essi possono comprendere aghi, pinze, uncini, licci e così via. Tutti questi organi di lavorazione oscillanti 20 sono adatti a manipolare l’almeno un filato 12, in modo tale da ottenere il prodotto tessile 14. Il modo in cui un singolo organo di lavorazione oscillante 20 manipola il filato 12 e coopera con gli altri organi di lavorazione oscillanti 20 dipende dal tipo di macchina tessile 10. Tali caratteristiche sono ben note nel settore e la presente invenzione non modifica alcun aspetto del principio di funzionamento delle macchine tessili 10 alle quali viene applicata. Per meglio comprendere il funzionamento di tali macchine tessili 10 e il modo in cui viene ottenuto il prodotto tessile 14 a partire da uno o più filati 12 si rimanda il lettore alla letteratura scientifica e tecnica del settore.
Una caratteristica comune agli organi di lavorazione oscillanti 20 di tutte le macchine tessili 10 è che essi hanno un moto periodico, ad esempio di tipo rotatorio o traslatorio, a frequenza elevata. Di seguito la frequenza dei movimenti di tali organi di lavorazione oscillanti 20 è detta frequenza meccanica. Le frequenze meccaniche tipiche possono ad esempio essere comprese tra 30 e 60 Hz e, come riportato sopra in riferimento alla tecnica nota, possono cambiare nel tempo mentre la macchina tessile 10 è in funzione.
In modo in sé noto, il movimento di ciascun organo di lavorazione oscillante 20 è comandato in base alla fase dell’albero principale 16 della macchina. In altre parole quando, nel compiere un giro, l’albero principale 16 raggiunge una posizione angolare predeterminata, viene emesso un segnale di comando relativo al moto di un certo organo di lavorazione oscillante 20. Sulla base di questa logica di funzionamento, nell’arco dei 360° di rotazione dell’albero principale 16 tutti gli organi di lavorazione oscillanti 20 compiono uno o più movimenti completi per poi riportarsi nella posizione iniziale, pronti a compiere una identica serie di movimenti durante il giro successivo dell’albero principale 16.
La macchina tessile 10 dell’invenzione comprende una sorgente di luce 22, disposta in modo tale da illuminare la zona di lavoro 18. Preferibilmente la sorgente di luce 22 è posta ad una distanza contenuta dalla zona di lavoro 18, ad esempio ad una distanza inferiore a 60 cm, preferibilmente ad una distanza inferiore a 40 cm. Preferibilmente tra la sorgente di luce 22 e la zona di lavoro 18 non è interposto nessun elemento fisso. In questo modo si evita la proiezione di ombre sulla zona di lavoro 18 e se ne garantisce un’illuminazione efficiente.
La sorgente di luce 22 può essere azionata in modo da emettere lampi di luce ad una frequenza stroboscopica, che è controllata in base alla frequenza meccanica dell’albero principale 16. Più in dettaglio, la frequenza stroboscopica può essere attivata secondo differenti effetti desiderati.
Per esempio, la frequenza stroboscopica può essere impostata uguale alla frequenza meccanica al fine di vedere gli organi di lavorazione fermi rispetto ai loro movimenti rigidi principali. In questo caso la frequenza stroboscopica può essere vantaggiosamente compresa tra 30 Hz e 60 Hz. In alternativa, la frequenza stroboscopica può essere impostata uguale ad un multiplo della frequenza meccanica al fine di vedere gli organi di lavorazione fermi durante i loro movimenti di vibrazione. Come già riportato sopra, una frequenza di interesse per gli organi di lavorazione può essere quella in accordo con la seconda armonica, cioè quella al doppio della frequenza meccanica. In questo caso la frequenza stroboscopica può essere vantaggiosamente compresa tra 60 Hz e 120 Hz.
Inoltre, la frequenza stroboscopica può essere impostata leggermente inferiore (rispettivamente leggermente superiore) alla frequenza meccanica al fine di vedere gli organi di lavorazione in lento movimento in avanti (rispettivamente all’indietro) lungo i loro movimenti rigidi principali. In questo caso la frequenza stroboscopica può essere vantaggiosamente compresa tra 28 Hz e 62 Hz.
Infine, la frequenza stroboscopica può essere impostata leggermente inferiore (rispettivamente leggermente superiore) al movimento di vibrazione della seconda armonica al fine di vedere gli organi di lavorazione in lento movimento in avanti (rispettivamente all’indietro) lungo i loro movimenti di vibrazione. In questo caso la frequenza stroboscopica può essere vantaggiosamente compresa tra 58 Hz e 122 Hz.
Considerando tutti gli effetti desiderati riportati sopra, la frequenza stroboscopica può essere vantaggiosamente compresa tra leggermente di meno della frequenza meccanica e leggermente di più del doppio della frequenza meccanica. Per esempio, la frequenza stroboscopica può essere vantaggiosamente compresa tra 28 Hz e 122 Hz.
Preferibilmente dunque la sorgente di luce 22 comprende una o più lampade del tipo adatto ad emettere lampi di luce a frequenza stroboscopica. Lampade adatte a questo uso sono ad esempio le lampade a LED, le lampade allo xeno e le sorgenti di luce che emettono laser.
In accordo con l’invenzione, la frequenza stroboscopica dell’emissione dei lampi di luce da parte della sorgente di luce 22 è comandata in base alla frequenza meccanica dell’albero principale 16. In altre parole, la sorgente di luce 22 non è comandata sulla base di una frequenza fissa assoluta, ma sulla base della frequenza effettiva di rotazione dell’albero principale 16 (quest’ultimo essendo reale o virtuale).
In alcune forme di realizzazione dell’invenzione, la macchina tessile 10 comprende un’interfaccia utente 24 per il controllo della sorgente di luce 22, un encoder 26, e un’unità di controllo 28 adatta a controllare la sorgente di luce 22. In questa configurazione, l’interfaccia utente 24 genera un segnale rappresentativo di un comando introdotto dall’operatore, l’encoder 26 genera un segnale rappresentativo della fase dell’albero principale 16 e l’unità di controllo 28 controlla la sorgente di luce 22 in base ai segnali generati dall’interfaccia utente 24 e dall’encoder 26 e in base ad una logica precaricata.
Preferibilmente la stessa unità di controllo 28 è anche adatta a controllare gli organi di lavorazione oscillanti 20, ad esempio in base ai segnali generati dall’interfaccia utente 24 e dall’encoder 26 e in base ad una logica precaricata.
In accordo con l’invenzione è possibile, ad esempio, ottenere l’emissione di un lampo di luce ogni volta che l’albero principale 16 assume una predeterminata fase. Ad esempio, viene emesso un lampo di luce nel primo giro dell’albero principale quando questo raggiunge la fase 156°, e poi ogni 360° di rotazione, cioè ogni volta che l’albero principale raggiunge la stessa fase 156° nei giri successivi. In questo modo si ottiene che la frequenza stroboscopica sia identica alla frequenza meccanica. Per il modo in cui sono realizzate le macchine tessili 10 dell’invenzione, ad una specifica fase dell’albero principale 16 corrisponde una specifica posizione di ciascun organo di lavorazione oscillante 20. L’emissione di lampi di luce in corrispondenza di una specifica fase dell’albero principale 16 consente dunque di vedere tutti gli organi di lavorazione fermi nella posizione corrispondente.
La persona esperta può ben comprendere come questo modo di comandare la sorgente di luce 22 consenta di adattare automaticamente la frequenza stroboscopica alla frequenza meccanica, a prescindere da eventuali variazioni di quest’ultima. In questa modalità di funzionamento dunque l’operatore può scegliere la fase dell’albero principale 16 alla quale fermare visivamente gli organi di lavorazione oscillanti 20.
Analogamente, come qualsiasi altro stroboscopio di tipo noto, anche la sorgente di luce 22 dell’invenzione può essere comandata in modo che emetta lampi di luce ad una frequenza leggermente superiore o leggermente inferiore rispetto alla frequenza meccanica.
A questo scopo è possibile ottenere l’emissione di un lampo di luce ogni volta che l’albero principale 16 ha compiuto una rotazione leggermente superiore o leggermente inferiore rispetto ad un giro completo. Ad esempio, può essere emesso un lampo di luce nel primo giro dell’albero principale quando questo raggiunge la fase 156°, e poi ogni 359° di rotazione, cioè in ogni giro successivo la fase del lampo di luce è anticipata di 1°: alla fase 155° nel secondo giro, alla fase 154° nel terzo giro e così via. In questo modo si ottiene che la frequenza stroboscopica sia leggermente maggiore della frequenza meccanica e che gli organi di lavorazione 20 possano essere visti in un lento movimento all’indietro. Analogamente, un lampo id luce può essere emesso nel primo giro dell’albero principale quando questo raggiunge la fase 156°, e poi ogni 361° di rotazione, cioè ad ogni giro successivo la fase del lampo di luce è ritardata di 1°: alla fase 157° nel secondo giro, alla fase 158° nel terzo giro e così via. In questo modo si ottiene che la frequenza stroboscopica sia leggermente inferiore della frequenza meccanica e che gli organi di lavorazione 20 possano essere visti in un lento movimento in avanti.
Ancora, per il modo in cui sono realizzate le macchine tessili 10 dell’invenzione, alle due successive fasi dell’albero principale 16 corrispondono due successive posizioni di ciascun organo di lavorazione oscillante 20. L’emissione di lampi di luce ad una frequenza leggermente differente rispetto alla frequenza di rotazione dell’albero principale 16 consente dunque di vedere tutti gli organi di lavorazione 20 in lento movimento (avanti o indietro). Anche in questo caso, questo modo di comandare la sorgente di luce 22 consente di adattare automaticamente la frequenza stroboscopica alla frequenza meccanica, a prescindere da eventuali variazioni di quest’ultima.
In accordo con alcune forme di realizzazione dell’invenzione, una singola macchina tessile 10 può comprendere più di una zona di lavoro 18. A titolo di esempio, in una macchina di tessitura a pinza come quella mostrata nelle figure 6 e 7, vi sono almeno due zone di lavoro 18 che possono richiedere un controllo visivo da parte dell’operatore. Una prima zona di lavoro 18’ è posta ad una estremità laterale della macchina tessile 10, dove una prima pinza inizia il proprio movimento afferrando un filo di trama. A questo riguardo si veda figura 6, all’estremità sinistra della macchina 10. Una seconda zona di lavoro 18” è posta al centro della macchina tessile 10, dove la prima pinza incontra una seconda pinza e le cede il filo di trama. A questo riguardo si veda figura 6, al centro della macchina 10.
Nel caso in cui la macchina comprenda una pluralità di zone di lavoro 18, essa può comprendere una sola sorgente di luce 22 mobile, adatta ad assumere una pluralità di posizioni predefinite, ciascuna delle quali è in prossimità di una zona di lavoro 18. In questo modo una sola sorgente di luce 22 può essere disposta in modo tale da illuminare, una alla volta, una pluralità di zone di lavoro 18.
In aggiunta o in alternativa, nel caso in cui la macchina comprenda una pluralità di zone di lavoro 18, essa può comprendere una pluralità di sorgenti di luce 22, ciascuna delle quali è disposta in prossimità di una zona di lavoro 18. In questo modo le sorgenti di luce 22 sono disposte in modo tale da illuminare selettivamente tutte le zone di lavoro 18, eventualmente anche in contemporanea.
Come già accennato sopra, per la macchina tessile 10 in accordo con l’invenzione può essere definita una zona dell’operatore 30, dalla quale l’operatore può controllare visivamente la zona di lavoro 18 nel corso del funzionamento a regime della macchina tessile 10.
Preferibilmente, la macchina tessile 10 in accordo con l’invenzione comprende anche barriere di sicurezza 32, frapposte tra la zona dell’operatore 30 e la zona di lavoro 18. Come già accennato sopra con riferimento alla tecnica nota, le barriere di sicurezza 32 possono assumere forme differenti. Ad esempio esse possono essere barriere fisiche, come ad esempio schermi trasparenti di policarbonato o di vetro (si vedano le figure 1, 3 e 4), e/o possono essere barriere virtuali, come ad esempio griglie di raggi di luce (si vedano le figure 6 e 7).
Vantaggiosamente, le barriere di sicurezza 32 sono poste tra la zona dell’operatore 30 e la sorgente di luce 22. In questo modo le barriere di sicurezza 32 non ostacolano in alcun modo il funzionamento della sorgente di luce 22 e i controlli visivi mediante il funzionamento stroboscopico della sorgente di luce 22 possono essere eseguiti in modo efficiente e in piena sicurezza.
In accordo con alcune forme di realizzazione, la medesima sorgente di luce 22 che può essere azionata a frequenza stroboscopica può anche essere azionata in modo continuo, in modo da ottenere un’illuminazione naturale della macchina.
Come la persona esperta può ben comprendere, l’invenzione permette di superare gli inconvenienti evidenziati in precedenza con riferimento alla tecnica nota.
In particolare, la presente invenzione rende disponibile una macchina tessile 10 che rende agevole e utile l’impiego di uno stroboscopio. In particolare, come la persona esperta può ben comprendere dalla descrizione riportata sopra, la presente invenzione rende disponibile una macchina tessile 10 che comprende uno stroboscopio integrato, cosicché un operatore inesperto possa facilmente usare una simile strumentazione professionale.
Inoltre, la presente invenzione rende disponibile una macchina tessile 10 comprendente uno stroboscopio integrato che consente ad un operatore specializzato di considerare sia i movimenti rigidi principali sia i movimenti di vibrazione degli organi di lavorazione.
In conseguenza di quanto sopra, la fase di impostazione della macchina tessile 10 in accordo con l’invenzione è più veloce, più affidabile e più precisa. Così, la macchina tessile 10 può funzionare in modo più veloce e con un’efficienza maggiore, sia essa usata da un operatore specializzato o da uno inesperto.
Infine, la presente invenzione rende disponibile una macchina tessile 10 che, pur introducendo ulteriori importanti vantaggi, mantiene anche buona parte dei vantaggi già ottenuti dalle macchine tessili 10 di tipo noto.
È chiaro che le specifiche caratteristiche sono descritte in relazione a diverse forme di realizzazione dell’invenzione con intento esemplificativo e non limitativo. Ovviamente un tecnico del ramo potrà apportare alla presente invenzione ulteriori modifiche e varianti, allo scopo di soddisfare esigenze contingenti e specifiche. Ad esempio le caratteristiche tecniche descritte in relazione ad una forma di realizzazione dell’invenzione potranno essere estrapolate da essa ed applicate ad altre forme di realizzazione dell’invenzione. Tali modifiche e varianti sono peraltro contenute nell’ambito di protezione dell’invenzione, quale definito dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Macchina tessile (10) adatta a ricevere in ingresso almeno un filato (12) e a rilasciare in uscita un prodotto tessile (14), comprendente: - un albero principale (16) che definisce una fase e una frequenza meccanica; - almeno una zona di lavoro (18) all’interno della quale sono predisposti organi di lavorazione oscillanti (20); - una sorgente di luce (22) disposta in modo tale da illuminare la zona di lavoro (18); in cui: - gli organi di lavorazione oscillanti (20) sono adatti a manipolare l’almeno un filato (12) in modo da ottenere il prodotto tessile (14); - il movimento degli organi di lavorazione oscillanti (20) è comandato in base alla fase dell’albero principale (16); e in cui la sorgente di luce (22) può essere azionata in modo da emettere lampi di luce ad una frequenza stroboscopica, la sorgente di luce (22) è comandata in base alla fase dell’albero principale (16) e la frequenza stroboscopica è comandata in base alla frequenza meccanica dell’albero principale (16).
  2. 2. Macchina tessile (10) in accordo con la rivendicazione 1, in cui gli organi di lavorazione oscillanti (20) si muovono secondo un moto periodico alla frequenza meccanica.
  3. 3. Macchina tessile (10) in accordo con la rivendicazione 1 o 2, in cui la frequenza meccanica è compresa tra 30 e 60 Hz.
  4. 4. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la frequenza stroboscopica è compresa tra leggermente meno della frequenza meccanica e leggermente di più di due volte la frequenza meccanica.
  5. 5. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la sorgente di luce (22) è posta ad una distanza dalla zona di lavoro (18) inferiore a 60 cm, preferibilmente inferiore a 40 cm.
  6. 6. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la sorgente di luce (22) comprende una o più lampade del tipo adatto ad emettere lampi di luce a frequenza stroboscopica.
  7. 7. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la sorgente di luce (22) comprende una lampada a LED e/o una lampada allo xeno e/o una fonte di luce che emette laser.
  8. 8. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre: - un’interfaccia utente (24) per il controllo della sorgente di luce (22), - un encoder (26), e - un’unità di controllo (28) adatta a controllare la sorgente di luce (22), in cui: - l’interfaccia utente (24) genera un segnale rappresentativo di un comando introdotto dall’operatore, - l’encoder (26) genera un segnale rappresentativo della fase dell’albero principale (16), e - l’unità di controllo (28) controlla la sorgente di luce (22) in base ai segnali generati dall’interfaccia utente (24) e dall’encoder (26) e in base ad una logica precaricata.
  9. 9. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente una pluralità di zona di lavoro (18) e una sola sorgente di luce (22) mobile, adatta ad assumere una pluralità di posizioni predefinite in modo tale da illuminare, una alla volta, la pluralità di zone di lavoro (18).
  10. 10. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente una pluralità di zona di lavoro (18) e una pluralità di sorgenti di luce, ciascuna delle quali è in prossimità di una zona di lavoro (18), in modo tale da illuminare tutte le zone di lavoro (18), anche contemporaneamente.
  11. 11. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre: - una zona dell’operatore (30), dalla quale l’operatore può controllare visivamente la zona di lavoro (18) nel corso del funzionamento a regime della macchina tessile (10); e - barriere di sicurezza (32), frapposte tra la zona dell’operatore (30) e la zona di lavoro (18); in cui le barriere di sicurezza (32) sono poste tra la zona dell’operatore (30) e la sorgente di luce (22).
  12. 12. Macchina tessile (10) in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la sorgente di luce (22) che può essere azionata a frequenza stroboscopica può anche essere azionata in modo continuo.
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