IT201800006113A1 - Macchina operatrice semovente con serbatoio perfezionato - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
“MACCHINA OPERATRICE SEMOVENTE
CON SERBATOIO PERFEZIONATO”
Campo della tecnica
La presente invenzione riguarda le macchine operatrici semoventi, ossia quella particolare tipologia di veicoli che sono atti ad essere governati da un conducente e sono in grado di svolgere determinate operazioni, tipicamente ma non esclusivamente meccaniche, ad esempio in campo industriale, edile, stradale o agricolo, sfruttando il lavoro prodotto da un motore (ad esempio un motore elettrico, termico, idraulico o altro) che è installato a bordo della macchina e che viene spesso utilizzato anche per fornire la forza motrice necessaria per gli spostamenti. Esempi di macchine operatrici semoventi possono essere gli escavatori, le macchine per le lavorazioni stradali, le macchine edili e le macchine agricole, tra cui in particolare i trattori agricoli, sia quelli di grandi dimensioni da campo aperto sia quelli di dimensioni ridotte e utilizzati in applicazioni specialistiche, ad esempio nei vigneti o nei frutteti.
Stato della tecnica
Come è noto, un tipico layout costruttivo per macchine operatrici semoventi, come ad esempio i trattori agricoli, comprende un assale posteriore a ruote motrici, un assale anteriore a ruote sterzanti ed una struttura di supporto, tipicamente un telaio portante, la quale si estende longitudinalmente tra l’assale posteriore e l’assale anteriore ed è atta a portare almeno un motore a combustione interna ed un cambio di velocità atto a trasmettere coppia dal motore a combustione interna alle ruote motrici.
Il motore a combustione interna può essere montato tra i due assali o a sbalzo davanti all’assale anteriore, dove viene ricoperto da un ampio e lungo cofano di protezione, mentre il cambio di velocità è montato in corrispondenza dell’assale posteriore in prossimità delle ruote motrici.
Tra il motore a combustione interna ed il cambio di velocità, o in posizione arretrata al di sopra del cambio di velocità, la macchina operatrice comprende inoltre una postazione di guida (es. una cabina), la quale è dotata almeno di un sedile per il conducente, di un organo di sterzo (es. un volante) e dei comandi del motore, dei freni e del cambio di velocità (es. il pedale della frizione e la leva del cambio).
La macchina operatrice semovente può inoltre essere corredata da una serie di organi operativi, tra cui ad esempio una presa di forza posteriore, una presa di forza anteriore e relativi dispositivi sollevatori, posteriori e/o anteriori, per agganciare e usare attrezzi o accessori da lavoro che, nel caso dei trattori agricoli, possono includere ad esempio aratri, frese o altro.
Nonostante questo layout costruttivo corrisponda ad uno standard accettato e consolidato ormai da molti decenni, esso comporta alcuni non trascurabili inconvenienti.
Un primo inconveniente consiste nel fatto che il cofano di protezione del motore a combustione interna, essendo posizionato nella parte anteriore della macchina operatrice, davanti alla postazione di guida, ed essendo particolarmente grosso e lungo a causa delle dimensioni e della posizione a sbalzo del motore a combustione interna, ostruisce in modo rilevante la visuale del conducente, il quale non è generalmente in grado di vedere gli attrezzi o gli accessori che sono agganciati alla presa di forza anteriore, limitando significativamente le capacità di controllo che il conducente può avere sulle varie fasi di lavoro.
Questo inconveniente è spesso aggravato anche dalla presenza del serbatoio per il combustibile del motore a combustione interna, il quale ha generalmente una forma standard, piuttosto squadrata ed ingombrante, e viene spesso collocato all’interno del cofano di protezione o talvolta anche all’esterno di esso, aumentando gli ingombri complessivi della macchina operatrice e limitando ulteriormente la visuale del conducente.
In particolare, il serbatoio del combustibile è talvolta posizionato nella parte anteriore della macchina operatrice, dove ostruisce la visuale del conducente durante la marcia avanti, oppure nella parte posteriore, dove ostruisce la visuale durante la marcia indietro.
Esposizione dell’invenzione
Alla luce di queste considerazioni uno scopo della presente invenzione è quello di risolvere, o quantomeno di mitigare positivamente, il menzionato inconveniente della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo relativamente contenuto.
Questo ed altri scopi sono realizzati grazie alle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente 1, mentre le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti ma non limitativi che possono conseguire effetti vantaggiosi.
In particolare, una forma di attuazione della presente invenzione rende disponibile una macchina operatrice semovente (ad esempio ma non esclusivamente un trattore agricolo da campo aperto o per usi specialistici) comprendente:
- un primo assale dotato di ruote,
- un secondo assale dotato di ruote,
- una struttura di supporto estendentesi longitudinalmente dal primo assale al secondo assale,
- un motore a combustione interna atto a fornire coppia almeno alle ruote del primo assale, ed
- un passaruota, ovvero un corpo di forma generalmente arcuata che avvolge superiormente, almeno parzialmente, una rispettiva ruota della macchina operatrice con la funzione principale di impedire che sabbia, fango, sassi, liquidi e altri spruzzi vengano lanciati in aria dalla ruota in fase di rotolamento.
Secondo la presente invenzione, detto passaruota presenta una camera interna atta a contenere combustibile e posta in comunicazione con un sistema di alimentazione del motore a combustione interna.
Grazie a questa soluzione, il passaruota integra in sé almeno una parte del serbatoio del combustibile, senza creare nessun ingombro all’interno del carter del motore o all’esterno di esso ed aumentando quindi significativamente la visibilità ed il comfort del conducente.
In particolare, questa soluzione garantisce ottima visibilità in entrambi i possibili sensi di marcia, facilitando tutte le operazioni di lavoro e quindi migliorando l’ergonomia complessiva della macchina operatrice.
Grazie a questa soluzione è dunque vantaggiosamente possibile, da un lato, aumentare significativamente la capacità del serbatoio del combustibile, garantendo alla macchina operatrice una elevata autonomia di funzionamento, e dall’altro lato, razionalizzare lo spazio che detto serbatoio occupa a bordo, con l’ulteriore vantaggio di poter realizzare una macchina operatrice di dimensioni inferiori rispetto alla tecnica nota.
Per aumentare la capacità del serbatoio, la camera interna del passaruota può estendersi per l’intera estensione arcuata del passaruota.
Un altro aspetto della presente invenzione prevede che il passaruota possa essere realizzato in corpo unico con un predellino di una postazione di guida della macchina operatrice semovente.
In questo modo il passaruota è efficacemente in grado di rendere disponibile un gradino che facilita la salita e la discesa del conducente dalla postazione di guida.
In questo contesto, è preferibile che la camera interna del passaruota possa estendersi anche all’interno del suddetto predellino, aumentando la capacità del serbatoi del combustibile.
Un aspetto dell’invenzione prevede che il passaruota possa essere realizzato in corpo unico anche con (almeno) una porzione di una pedana inferiore della postazione di guida.
Grazie a questa soluzione, il passaruota è efficacemente in grado di rendere disponibile una superfice di calpestio per il conducente che si trova nella postazione di guida.
Per aumentare ulteriormente la capacità del serbatoio del combustibile, la camera interna del passaruota può estendersi anche all’interno della suddetta porzione della pedana.
Secondo un aspetto dell’invenzione, il passaruota può essere ottenuto mediante stampaggio rotazionale in materia plastica.
Grazie a questa soluzione, la camera interna del passaruota può essere realizzata in modo relativamente semplice ed efficace, garantendo al contempo l’ermeticità del serbatoio.
Non si esclude tuttavia che, in altre forme di attuazione, il passaruota possa essere realizzato con altre tipologie di materiali, ad esempio in materiali metallici o non metallici, e di conseguenza con altre tecnologie di produzione.
Secondo un aspetto dell’invenzione, il passaruota, specialmente, ma non esclusivamente, nel caso in cui venga realizzato in materiale metallico, può essere una parte strutturale della macchina operatrice semovente.
Ad esempio, il passaruota potrebbe essere fissato e/o integrato alla/nella struttura di supporto in modo da essere in grado di sostenere altri componenti della macchina operatrice, come ad esempio alcuni componenti di una cabina di guida per un conducente.
Un altro aspetto dell’invenzione prevede che il passaruota, ed eventualmente gli altri componenti ad esso associati (es. la cabina di guida), sia fissato/accoppiato alla struttura di supporto in modo smontabile, preferibilmente mediante mezzi di collegamento che ne consentano lo smontaggio in modo semplice e relativamente rapido.
Grazie a questa soluzione, risulta vantaggiosamente possibile smontare il passaruota e gli altri componenti ad esso associati, in modo da rendere le operazioni di manutenzione comode, sicure e veloci.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, il passaruota può essere atto a, ovvero può essere sagomato e posizionato in modo da, avvolgere almeno parzialmente una delle ruote del primo assale, ovvero una delle ruote motrici della macchina operatrice semovente.
In questo modo, al fine di assolvere alla propria funzione di protezione, il passaruota avrà generalmente dimensioni maggiori e potrà quindi contenere una maggiore quantità di combustibile.
Un altro vantaggio consiste nell’aumentare il peso che grava sulle ruote motrici del primo assale, mantenendole solidalmente aderenti al suolo in qualunque condizione di marcia e, in particolare, anche durante una violenta frenata.
Sempre nell’ottica di aumentare la capacità del serbatoio, un ulteriore aspetto dell’invenzione prevede che la macchina operatrice semovente possa comprendere almeno due di detti passaruota.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione prevede infine che il motore a combustione interna possa essere posizionato più vicino al primo assale che al secondo assale.
In questo modo, il motore a combustione interna può risultare piuttosto vicino al/ai passaruota, rendendo più semplice e sicura la connessione tra la/le camere interne contenenti il combustibile ed il sistema di alimentazione del motore a combustione interna.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista in pianta e schematica del layout costruttivo di una macchina operatrice semovente secondo la presente invenzione.
La figura 2 è una vista laterale di una macchina operatrice semovente conforme ad una prima forma di attuazione delle presente invenzione.
La figura 3 è la vista indicata con III in figura 2.
La figura 4 è la vista indicata con IV in figura 2.
La figura 5 è la vista di figura 2 mostrata con la postazione di guida rovesciata. Le figure 6 e 7 sono due viste isometriche della macchina operatrice di figura 2 mostrata da opposti punti di vista.
La figura 8 è una vista laterale di una macchina operatrice semovente conforme ad una seconda forma di attuazione delle presente invenzione.
La figura 9 è la vista indicata con IX in figura 8.
La figura 10 è la vista indicata con X in figura 8.
La figura 11 è la vista di figura 8 mostrata con la postazione di guida rovesciata. Le figure 12 e 13 sono due viste isometriche della macchina operatrice di figura 8 mostrata da opposti punti di vista.
La figura 14 è una vista laterale della struttura di supporto della macchina operatrice di figura 2 o di figura 8.
La figura 15 è una vista in pianta della struttura di supporto di figura 14.
La figura 16 è una vista prospettica di un telaio della struttura di supporto di figura 14.
La figura 17 è una vista prospettiva del motore a combustione interna e del cambio di velocità mostrati in figura 14.
La figura 18 è una vista prospettica di un passaruota della macchina operatrice di figura 2 o di figura 8.
La figura 19 è una vista in pianta del passaruota di figura 18.
La figura 20 è la sezione XX-XX di figura 19.
Descrizione dettagliata
Con riferimento alle succitate figure, si descrivono due forme di attuazione relative ad un trattore agricolo 100, tipicamente un trattore agricolo di piccole dimensioni e per usi specialistici, ad esempio per vigneti o frutteti.
Si desidera tuttavia immediatamente precisare che gli aspetti del trattore agricolo 100 che verranno descritti nel seguito si estendono anche ad un trattore agricolo di grandi dimensioni, ad esempio da campo aperto, e più in generale a qualunque altra macchina operatrice semovente.
Come anticipato in premessa, per macchina operatrice semovente si intende un veicolo atto ad essere governato da un conducente e in grado di svolgere determinate operazioni, tipicamente ma non esclusivamente meccaniche, ad esempio in campo industriale, edile, stradale o agricolo, sfruttando il lavoro prodotto da un motore (ad esempio un motore elettrico, termico, idraulico o altro) che è installato a bordo della macchina e che viene spesso utilizzato anche per fornire la forza motrice necessaria per gli spostamenti.
Ciò premesso, il trattore agricolo 100 illustrato nelle allegate figure comprende in generale una struttura di supporto 105 che si estende longitudinalmente secondo una prefissato asse longitudinale A.
L’asse longitudinale A della struttura di supporto 105 è generalmente un asse che risulta parallelo al terreno su sui è posto il trattore agricolo 100, almeno quando detto terreno e piano.
La struttura di supporto 105 collega meccanicamente tra loro due assali reciprocamente distanziati lungo l’asse longitudinale A, di cui un primo assale 110 ed un secondo assale 115.
Il primo assale 110 può essere dotato di una coppia di ruote motrici 120 reciprocamente allineate e atte a ruotare intorno ad un asse di rotazione X’.
Il secondo assale 115 può essere dotato di una coppia di ruote sterzanti 125 che, in configurazione dritta (non sterzata), sono reciprocamente allineate e atte a ruotare intorno ad un asse di rotazione X’’ parallelo e distanziato rispetto all’asse di rotazione X’ del primo assale 110.
Gli assi di rotazione X’ e X’’ possono essere entrambi perpendicolari all’asse longitudinale A della struttura di supporto 105.
Nella forma di attuazione illustrata nelle figure da 1 a 7, le ruote sterzanti 125 del secondo assale 115 possono avere un raggio più piccolo rispetto alle ruote motrici 120 del primo assale 110.
Ad esempio, le ruote sterzanti 125 possono avere un raggio R’’ inferiore a 500 mm, ad esempio sostanzialmente uguale a 450 mm, mentre le ruote motrici 120 possono avere un raggio R’ inferiore a 700 mm, ad esempio sostanzialmente uguale a 650 mm (v. figura 2).
In questo caso, la distanza J tra l’asse di rotazione X’ del primo assale 110 e l’asse di rotazione X’’ del secondo assale 115 in direzione parallela all’asse longitudinale A, ossia il passo del trattore agricolo 100, può essere inferiore a 2000 mm, ad esempio sostanzialmente pari a 1900 mm.
Nella forma di attuazione illustrata nelle figure da 8 a 13, le ruote sterzanti 125 del secondo assale 115 possono avere un raggio uguale alle ruote motrici 120 del primo assale 110, realizzando così una cosiddetta configurazione isodiametrica.
Nella fattispecie, sia le ruote sterzanti 125 sia le ruote motrici 120 possono avere un raggio R’’ uguale a R’ ed inferiore a 500 mm, ad esempio sostanzialmente uguale a 475 mm (v. figura 8).
In questo caso, la distanza J tra l’asse di rotazione X’ del primo assale 110 e l’asse di rotazione X’’ del secondo assale 115 in direzione parallela all’asse longitudinale A, ossia il passo del trattore agricolo 100, può essere inferiore a 1800 mm, ad esempio sostanzialmente pari a 1600 mm.
Tornando allo schema generale di figura 1, alla struttura di supporto 105 sono ulteriormente associati un motore a combustione interna 130 ed un cambio di velocità 135, il quale è atto a trasferire coppia meccanica dal motore a combustione interna 130 alle ruote motrici 120 del primo assale 110.
Non si esclude tuttavia che, in altre forme di attuazione, il cambio di velocità 135 possa essere atto a trasferire coppia meccanica anche alle ruote sterzanti 125 del secondo assale 115, ad esempio attraverso opportuni organi di trasmissione meccanica, realizzando in questo modo un trattore agricolo 100 a trazione integrale.
Il motore a combustione interna 130 può comprendere un corpo motore 140, il quale può essere formato da una pluralità di componenti reciprocamente assemblati tra loro.
Questi componenti possono comprendere ad esempio un basamento superiore, in cui sono ricavati uno o più cilindri che accolgono rispettivi pistoni, una testata atta a chiudere i cilindri in modo da definire, insieme a ciascun pistone, una camera di combustione, ed un basamento inferiore, in cui è accolto e girevolmente supportato un albero a gomiti.
I pistoni possono essere accoppiati all’albero a gomiti mediate rispettive bielle, in modo tale che il movimento alternativo dei pistoni, causato dalla combustione di una miscela di aria e combustibile all’interno delle camere di combustione, venga trasformato in un movimento rotativo dell’albero a gomiti.
L’albero a gomiti può comprendere almeno una porzione 145 che sporge a sbalzo all’esterno del corpo motore 140 e che definisce sostanzialmente l’albero di uscita del motore a combustione interna 130.
Il motore a combustione interna 130 può essere ad esempio un motore Diesel a tre cilindri.
Il cambio di velocità 135 comprende a sua volta un involucro esterno 150, al cui interno sono generalmente alloggiati una pluralità di ingranaggi atti a collegare cinematicamente un albero di ingresso con un albero di uscita (non visibili), in modo tale da consentire una variazione del rapporto di trasmissione tra questi due alberi e quindi della coppia trasmessa.
L’albero di ingresso del cambio di velocità 135 può essere collegato alla porzione sporgente 145 dell’albero a gomiti del motore a combustione interna 130, ad esempio mediante l’interposizione di una frizione.
L’albero di uscita del cambio di velocità 135 può essere collegato alle ruote motrici 120 del primo assale 110, ad esempio attraverso un differenziale che distribuisce e ripartisce la coppia motrice a due semialberi che sono singolarmente collegati con una rispettiva ruota motrice 120.
La frizione, il differenziale e almeno una parte dei relativi semialberi possono essere contenuti all’interno dello stesso involucro esterno 150 che contiene anche il cambio di velocità 135, il quale può quindi racchiudere sostanzialmente l’intero sistema di trasmissione che collega il motore a combustione interna 130 alle ruote motrici 120 del primo assale 110.
Il motore a combustione interna 130 ed il cambio di velocità 135 sopra delineati possono essere associati alla struttura di supporto 105 in modo che entrambi risultino più vicini al primo assale 110 che rispetto al secondo assale 115.
Con la dicitura “più vicini” si intende generalmente che il motore a combustione interna 130 ed il cambio di velocità 135 si trovano individualmente ad una distanza minima dal primo assale 110, ad esempio dall’asse di rotazione X’ delle ruote motrici 120, che è inferiore rispetto alla distanza minima che li separa dal secondo assale 115, ad esempio dall’asse di rotazione X’’ delle ruote sterzanti 125 in configurazione dritta (non sterzata).
La distanza minima tra il motore a combustione interna 130 ed il primo assale 110 può essere definita come la distanza dM1 tra l’asse di rotazione X’ delle ruote motrici 120 ed il punto del corpo motore 140 più vicino a detto asse X’, mentre la distanza minima tra il motore a combustione interna 130 ed il secondo assale 115 può essere definita come la distanza dM2 tra l’asse di rotazione X’’ delle ruote sterzanti 125 ed il punto del corpo motore 140 più vicino a detto asse di rotazione X’’.
Analogamente, la distanza minima tra il cambio di velocità 135 ed il primo assale 110 può essere definita come la distanza dC1 tra l’asse di rotazione X’ delle ruote motrici 120 ed il punto dell’involucro esterno 150 più vicino a detto asse X’, mentre la distanza minima tra il cambio di velocità 135 ed il secondo assale 115 può essere definita come la distanza dC2 tra l’asse di rotazione X’’ delle ruote sterzanti 125 ed il punto dell’involucro esterno 150 più vicino a detto asse di rotazione X’’.
Nello specifico esempio illustrato in figura 1, la distanza minima dC1 tra il cambio di velocità 135 ed il primo assale 110 è uguale a zero poiché l’asse di rotazione X’ interseca l’involucro esterno 150.
Sulla base di queste premesse, la disposizione del motore a combustione interna 130 e del cambio di velocità 135 è quindi concepita in modo tale che la distanza dM1 sia inferiore alla distanza dM2 e, contemporaneamente, che la distanza dC1 sia inferiore alla distanza dC2.
Più preferibilmente, il motore a combustione interna 130 ed il cambio di velocità 135 possono tuttavia essere associati alla struttura di supporto 105 in modo che entrambi risultino (individualmente) disposti ad una distanza massima dal primo assale 110 che è inferiore rispetto alla distanza minima che li separa dal secondo assale 115.
La distanza massima tra il motore a combustione interna 130 ed il primo assale 110 può essere definita come la distanza DM1 tra l’asse di rotazione X’ delle ruote motrici 120 ed il punto del corpo motore 140 più distante da detto asse X’ e, analogamente, la distanza massima tra il cambio di velocità 135 ed il primo assale 110 può essere definita come la distanza DC1 tra l’asse di rotazione X’ delle ruote motrici 120 ed il punto dell’involucro esterno 150 più distante da detto asse X’.
Sulla base di queste premesse, è quindi preferibile che la disposizione del motore a combustione interna 130 e del cambio di velocità 135 sia concepita in modo tale che la distanza DM1 sia inferiore alla distanza dM2 e, contemporaneamente, che la distanza DC1 sia inferiore alla distanza dC2.
Naturalmente, tutte le distanze massime e minime sopra menzionate possono essere misurate in direzione parallela alla direzione dell’asse longitudinale A della struttura di supporto 105.
In questo modo, il motore a combustione interna 130 ed il cambio di velocità 135 risultano entrambi posizionati dalla stessa parte rispetto ad un ipotetico piano di mezzeria H del trattore agricolo 100 che è equidistante rispetto al primo ed al secondo assale 110 e 115.
In pratica, considerando come ipotetico piano di mezzeria H un piano ortogonale al terreno su cui appoggiano le ruote 120 e 125, parallelo agli assi di rotazione X’ e X’’ ed equidistante da questi ultimi, e considerando che questo ipotetico piano di mezzeria H suddivida idealmente il trattore agricolo 100 in una prima parte contenente il primo assale 110 ed una seconda parte contenente il secondo assale 115, il corpo motore 140 del motore a combustione interna 130 e l’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135 risultano completamente contenuti nella prima parte del trattore agricolo 100.
Nell’ambito di questa disposizione, è preferibile che il motore a combustione interna 130 ed il cambio di velocità 135 siano reciprocamente allineati lungo l’asse longitudinale A della struttura di supporto 105, ad esempio in modo che la distanza minima dM2 del motore a combustione interna 130 rispetto al secondo assale 115 sia maggiore alla distanza minima dC2 del cambio di velocita 135 dallo stesso secondo assale 115.
In particolare, è altresì preferibile che il motore a combustione interna 130, inteso ad esempio come il corpo motore 140, possa essere posizionato in modo da risultare interamente o almeno parzialmente esterno rispetto ad uno spazio intermedio compreso tra il primo assale 110 ed il secondo assale 115, ovvero tra l’asse di rotazione X’ e l’asse di rotazione X’’, mentre il cambio di velocità 135, inteso ad esempio come l’involucro esterno 150, può essere posizionato in modo da risultare interamente o almeno parzialmente contenuto nel suddetto spazio intermedio.
Non si esclude tuttavia che, in altre forme di realizzazione, sia il motore a combustione interna 130 sia il cambio di velocità 135 possano essere posizionati entrambi completamente a sbalzo all’esterno dello spazio intermedio tra il primo ed il secondo assale 110 e 115.
Non è neppure escluso che, in alcune forme di realizzazione, il motore a combustione interna 130 possa essere più vicino al secondo assale 115 rispetto al cambio di velocità 135, ovvero in modo che la distanza minima dM2 del motore a combustione interna 130 sia minore alla distanza minima dC2 del cambio di velocita 135.
A prescindere da queste considerazioni, gli ingombri del motore a combustione interna 130 e del cambio di velocità 135, e preferibilmente dell’intero sistema di trasmissione verso le ruote motrici 120, risultano localizzati in corrispondenza del primo assale 110, lasciando sostanzialmente sgombera la zona in corrispondenza del secondo assale 115, la quale avrà quindi un ingombro ridotto e potrà essere ricoperta con un cofano di protezione 155 relativamente piccolo, corto, stretto e piuttosto basso rispetto al terreno (v. figure 2 e 8).
A questo proposito è possibile segnalare che, in alcune forma di realizzazione, l’altezza massima G del cofano di protezione 155 dal suolo può essere inferiore a 1300mm, ad esempio sostanzialmente pari a 1224mm per versioni nonisodiametriche (v. figura 2) e sostanzialmente pari a 1247mm per versioni isodiametriche (v. figura 8).
Grazie alle dimensioni contenute della zona in corrispondenza del secondo assale 115 e del relativo cofano di protezione 155, la visuale del conducente viene significativamente incrementata e, contestualmente, vengono ridotti i vincoli dimensionali che potrebbero limitare la sterzatura delle ruote sterzanti 125 , con la conseguenza che queste ultime possono raggiungere valori dell’angolo di sterzatura molto elevati.
Ad esempio, in alcune forme di realizzazione, è possibile raggiungere un angolo di sterzatura della ruota sterzante 125 interna maggiore di 50° (ad esempio pa ri a 55°) per versioni non-isodiametriche e maggiore di 35° (ad esempio pari a 40°) per versioni isodiametriche.
In questo modo è vantaggiosamente possibile consentire al trattore agricolo 100 di compiere raggi di curva estremamente ridotti.
Per diminuire ulteriormente questi raggi di curvatura, è comunque prevista anche la possibilità di rendere almeno parzialmente sterzanti anche le ruote motrici 120 del primo assale 110 e/o la possibilità di realizzare una struttura di supporto 105 comprendente almeno due parti separate, portanti rispettivamente il primo assale 110 ed il secondo assale 115, le quali siano reciprocamente articolate da un giunto ad asse verticale e siano associate ad appositi organi attuatori, ad esempio cilindri idraulici, che durante la sterzatura del trattore agricolo 100 consentono di ruotare la struttura di supporto 105 verso il centro della curva.
Lo spostamento del motore a combustione interna 130 e del cambio di velocità 135 in corrispondenza del primo assale 110 comporta inoltre che questi due dispositivi siano molto più vicini tra loro, liberando spazio nella parte centrale del trattore agricolo 100 dove potranno essere installati altri componenti, come ad esempio un motore elettrico per un eventuale sistema di trazione ibrido e le relative batterie.
Un altro vantaggio di questa disposizione consiste nell’aumentare il peso che grava sulle ruote motrici 120 del primo assale 110, mantenendole solidalmente aderenti al suolo in qualunque condizione di marcia e, in particolare, durante una frenata.
Rimanendo nell’ambito della suddetta disposizione, è inoltre preferibile che il motore a combustione interna 130 sia orientato in modo che la porzione sporgente 145 dell’albero a gomiti sia parallela all’asse longitudinale A della struttura di supporto 105, ovvero perpendicolarmente agli assi di rotazione X’ e X’’ del primo e del secondo assale 110 e 115.
In questo modo è infatti vantaggiosamente possibile semplificare la connessione cinematica tra il motore a combustione interna 130 ed il cambio di velocità 135, senza la necessità di occupare spazi che aumenterebbero l’ingombro trasversale del trattore agricolo 100.
A questo proposito è possibile segnalare che, in alcune forma di realizzazione, la larghezza massima B del trattore agricolo 100 misurata alle ruote motrici 120, può essere generalmente mantenuta inferiore a 1300 mm, ad esempio sostanzialmente pari a 1140 per versioni non-isodiametriche (v. figura 3) e sostanzialmente pari a 1240 per versioni isodiametriche (v. figura 9)
La larghezza massima C del trattore agricolo 100 misurata alle ruote sterzanti 125, può essere anch’essa generalmente mantenuta inferiore a 1300mm, ad esempio sostanzialmente pari a 1260mm per versioni non-isodiametriche (v. figura 4) e sostanzialmente pari a 1240mm per versioni isodiametriche (v. figura 10). Altre forme di realizzazione possono tuttavia prevedere che il motore a combustione interna 130 sia orientato trasversalmente, ossia in modo che la porzione sporgente 145 dell’albero a gomiti sia ortogonale all’asse longitudinale A della struttura di supporto 105, ovvero parallela agli assi di rotazione X’ e X’’ del primo e del secondo assale 110 e 115.
In questi casi, poiché l’albero di ingresso del cambio di velocità 135 può risultare ortogonale alla porzione sporgente 145 dell’albero a gomiti del motore a combustione interna 130, tali alberi possono essere cinematicamente collegati mediante uno o più ingranaggi, ad esempio a ruote coniche.
Uno degli effetti di questa configurazione, che può essere adottata specialmente, ma non esclusivamente, se il motore a combustione interna 130 viene posizionato nello spazio intermedio tra il primo ed il secondo assale 110 e 115, è quello di permettere l’installazione di una o due prese di forza laterali (PTO), ad esempio direttamente collegate alle estremità dell’albero a gomiti del motore a combustione interna 130, per l’azionamento di eventuali attrezzi o accessori montabili a fianco del trattore agricolo 100.
Passando ad aspetti di maggiore dettaglio, l’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135 (ed eventualmente dell’intero sistema di trasmissione verso le ruote motrici 120) può essere associato alla struttura di supporto 105 in modo da costituirne una parte portante.
In altre parole, è previsto che l’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135 possa essere una porzione strutturale, su cui si scaricano almeno in parte le tensioni e le sollecitazioni meccaniche cui la struttura di supporto 105 è normalmente sottoposta.
Per ottenere questo effetto, Il primo assale 110 può essere direttamente portato, o essere almeno parzialmente costituito, dall’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135.
Ad esempio, il primo assale 110 può comprendere due semiassi che portano ciascuno una rispettiva ruota 120 e che sono fissati, o almeno parzialmente ricavati, su lati opposti dell’involucro esterno 150 (v. figura 1).
Il secondo assale 115 può invece essere portato da un telaio di collegamento 160, appartenente alla struttura di supporto 105, il quale è fissato a sbalzo all’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135.
In questo modo, le sollecitazioni a cui è sottoposto al primo assale 110 si trasmettono direttamente all’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135, il quale riceve dal telaio di collegamento 160 anche una parte delle sollecitazioni a cui è sottoposto il secondo assale 115.
Grazie a questa soluzione è vantaggiosamente possibile realizzare una struttura di supporto 105 molto compatta e contestualmente mantenere il motore a combustione interna 130 ed il cambio di velocità 135 relativamente vicini al suolo, in modo da poterli ricoprire con un cofano di protezione 165 avente un ingombro ed un’altezza limitati (v. figure 2 e 8).
A questo proposito è possibile segnalare che, in alcune forma di realizzazione, l’altezza massima K del cofano di protezione 165 dal suolo può essere inferiore o uguale a 1300mm, ad esempio sostanzialmente pari a 1259mm per versioni nonisodiametriche (v. figura 2) e sostanzialmente pari a 1300mm versioni isodiametriche (v. figura 8).
Come illustrato nelle figure da 14 a 16, il telaio di collegamento 160 può comprendere due travi longitudinali 170, sostanzialmente parallele e contrapporte, una estremità delle quali è fissata, ad esempio imbullonata, all’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135, mentre le opposte estremità possono essere reciprocamente collegate tra loro.
Le due travi longitudinali 170 possono ad esempio essere realizzate in un unico corpo monolitico.
Rispetto alla vista laterale di figura 14, ciascuna delle due travi longitudinali 170 può presentare un primo tratto sostanzialmente rettilineo 175, un secondo tratto sostanzialmente rettilineo 180, parallelo e sfalsato rispetto al primo, ed un tratto intermedio inclinato 185.
In questo modo, il telaio di collegamento 160 assume sostanzialmente la conformazione di una culla o, più precisamente di una doppia culla.
Rispetto alla vista in pianta di figura 15, i primi tratti rettilinei 175 delle travi longitudinali 170 possono essere reciprocamente separati da una distanza maggiore rispetto a quella che separa i secondi tratti rettilinei 180, mentre i tratti inclinati 185 possono essere sagomati in modo da risultare ulteriormente ravvicinati tra loro.
In questo modo si riduce l’ingombro trasversale del telaio di collegamento 160, nella zona in cui sono posizionate le ruote sterzanti 125, per non ostacolarne il movimento di sterzatura.
L’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135 può essere parzialmente interposto tra i primi tratti rettilinei 175 delle due travi longitudinali 170, in corrispondenza delle loro estremità libere, le quali possono essere dotate di apposite flange 190 atte ad essere stabilmente fissate, ad esempio imbullonate, all’involucro esterno 150.
I primi tratti rettilinei 175 delle due travi longitudinali 170 possono essere perciò disposti in modo da sporgere a sbalzo rispetto all’involucro esterno 150, giacendo tra loro sostanzialmente complanari su un piano parallelo al suolo su cui appoggia il trattore agricolo 100 ma ad una quota inferiore rispetto ai secondi tratti rettilinei 180, i quali risultano pertanto sopraelevati.
In questo modo, il secondo assale 115 può essere fissato direttamente al di sotto dei secondi tratti rettilinei 180, mentre i primi tratti rettilinei 175 possono definire la parte centrale della struttura di supporto 105, ossia quella compresa tra il primo assale 110 ed il secondo assale 115 (v. figure 2 e 8).
A questo proposito si segnala che, in alcune forme di realizzazione, l’altezza L dal suolo dei primi tratti rettilinei 175 del telaio di collegamento 160 può essere inferiore o uguale a 300mm, ad esempio sostanzialmente uguale a 280mm per versioni non-isodiametriche (v. figura 2) e sostanzialmente uguale a 300mm per versioni isodiametriche (v. figura 8).
Dalla parte opposta rispetto al telaio di collegamento 160, l’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135 può essere direttamente fissato al motore a combustione interna 130, ovvero al corpo motore 140.
Ad esempio, il corpo motore 140 può presentare una flangia piana atta ad essere posta a diretto contatto, o eventualmente con l’interposizione di un opportuno distanziale, ad una corrispondente flangia piana dell’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135, a cui può essere stabilmente fissata ad esempio per imbullonatura.
In aggiunta o in alternativa, il corpo motore 140 può essere fissato all’involucro esterno 150 del cambio di velocità 135 mediante un ulteriore telaio di collegamento 195 della struttura di supporto 105, il quale può essere fissato a sbalzo all’involucro esterno 150 dalla parte opposta rispetto al primo telaio di collegamento 160.
Questo ulteriore telaio di collegamento 195 può comprendere ad esempio una o più staffe laterali 200, ciascuna delle quali può essere fissata, ad esempio imbullonata, sia al corpo motore 140 sia all’involucro esterno 150.
Come illustrato nelle figure 2 e 8, il trattore agricolo 100 comprende inoltre una postazione di guida, indicata complessivamente con 205, la quale può essere vantaggiosamente posizionata nello spazio compreso tra il primo assale 110 ed il secondo assale 115, in particolare tra i rispettivi assi di rotazione X’ e X’’, ad esempio installata al di sopra dei primi tratti rettilinei 175 del telaio di collegamento 160.
In questo modo, la postazione di guida 205 può comprendere una pedana inferiore (non visibile), atta ad essere calpestata dal conducente del trattore agricolo 100, la quale può essere sostanzialmente piatta, ovvero senza nessun tunnel centrale soprelevato, facilitando la salita e la discesa del conducente ed aumentandone il comfort quando si trova a bordo.
Su questa pedana inferiore possono essere installati almeno un sedile 210 per il conducente ed una serie di comandi atti ad essere azionati dal conducente che si trova a sedere sul sedile 210.
Questi comandi comprendono almeno un comando di sterzo 215 (ad esempio un volante) atto a variare l’angolo di sterzatura delle ruote sterzanti 125, nonché organi di comando del motore a combustione interna 130 (ad esempio un pedale dell’acceleratore), organi di comando dei freni (ad esempio un pedale del freno), ed eventuali organi di comando del cambio di velocità 135 (ad esempio un comando/pedale della frizione e/o un comando/leva per la selezione dei rapporti di trasmissione).
La postazione di guida 205 così concepita può essere racchiusa all’interno di una cabina 220, dotata generalmente di una struttura di supporto e di una serie di pannellature trasparenti per consentire al conducente di vedere all’esterno, la quale può essere provvista di almeno una porta di accesso, posizionata nello spazio compreso tra il primo assale 110 ed il secondo assale 115, per consentire la salita e la discesa del conducente.
La cabina 220 può avere dimensioni relativamente contenute che, in alcune forme di realizzazione, permettono di ottenere una altezza massima D del trattore agricolo 100 rispetto al suolo che è inferiore a 2050mm, ad esempio sostanzialmente uguale a 1982mm per versioni non-isodiametriche (v. figura 3) e sostanzialmente uguale a 2005mm per versioni isodiametriche (v. figura 9).
Non si esclude comunque che, in altre forme di attuazione, la cabina 220 possa essere assente.
A prescindere da ciò, costituisce un aspetto preferito della soluzione il fatto che la postazione di guida 205 possa essere associata alla struttura di supporto 105 in modo girevole intorno ad un asse ortogonale al suolo su cui appoggia il trattore agricolo 100, ovvero ad un asse verticale.
In questo modo, la postazione di guida 205, con il relativo sedile 210 e i comandi, può essere selettivamente orientata sia verso il secondo assale 115 (v. figure 2 e 8) sia verso il primo assale 110 (v. figure 5 e 11), consentendo al conducente di guidare e governare il trattore agricolo 100 in modo estremamente comodo e sicuro in entrambi i sensi di marcia.
Per consentire la rotazione della postazione di guida 205, la pedana inferiore può essere definita da una ralla piroettante su cui sono montati tutti i componenti della postazione di guida 205, tra cui il sedile 210, il comando di sterzo 215 e gli altri comandi, e alla quale sono associati mezzi di movimentazione atta a farla ruotare su se stessa e mezzi di bloccaggio atti a bloccarla alternativamente in una orientazione o nell’orientazione opposta.
Sempre nell’ottica di consentire la rotazione della postazione di guida 205 è inoltre preferibile che il comando di sterzo 215 e gli altri comandi siano di tipo elettrico/elettronico.
Ad esempio tali comandi possono essere realizzati dotto forma di un sistema di guida tramite fili (drive-by-wire), in cui i dispositivi meccanici del motore a combustione interna 130, del cambio di velocità 135 e quelli che determinano la sterzatura delle ruote sterzanti 125 possono essere azionati mediante degli attuatori elettrici che, a loro volta, sono connessi con i comandi presenti nella postazione di guida 205 attraverso rispettivi cablaggi elettrici.
In questo modo, i cablaggi elettrici possono passare attraverso la ralla piroettante che sostiene la postazione di guida 205, senza ostacolarne i movimenti e senza venire danneggiati.
Come illustrato nelle figure 2 e 8, le ruote motrici 120 del primo assale 110 possono essere almeno parzialmente ricoperte da rispettivi passaruota o parafanghi 225, ossia con dei corpi di forma generalmente arcuata, tipicamente realizzati in materiale plastico, ciascuno dei quali avvolge superiormente una rispettiva ruota motrice 120 con la funzione principale di impedire che sabbia, fango, sassi, liquidi e altri spruzzi vengano lanciati in aria dalla ruota motrice 120 in fase di rotolamento.
Nella forma di realizzazione qui illustrata, i passaruota 225 possono essere realizzati in corpo unico con un rispettivo predellino 230, posto all’esterno e sostanzialmente allo stesso livello dei primi tratti rettilinei 175 del telaio di collegamento 160, in modo da rendere disponibile un gradino che facilita la salita e la discesa del conducente dalla postazione di guida 205.
In alcune forme di realizzazione, i passaruota 225 possono essere realizzati in corpo unico anche con almeno una porzione della pedana inferiore dalla postazione di guida 205.
Come illustrato in figura 20, uno o entrambi i passaruota 225 possono essere internamente cavi in modo da definire una camera interna 235 che funge da serbatoio per il combustibile del motore a combustione interna 130.
La camera interna 235 può dunque essere in comunicazione con un bocchello 240, riscavato sul rispettivo passaruota 225 e preferibilmente dotato di un tappo di chiusura (non mostrato), il quale consente di riempire la camera interna 235 con il combustibile.
La camera interna 235 può inoltre essere in comunicazione (idraulica) con un sistema di alimentazione (non mostrato) atto ad alimentare, ad esempio ad iniettare, il combustibile nei cilindri del motore a combustione interna 130.
Il sistema di alimentazione può comprendere ad esempio una pompa atta a prelevare il combustibile dalla camera interna 235 del/dei passaruota 225 e a mandarlo in pressione verso appositi organi valvolari atti a rilasciarlo direttamente all’interno dei cilindri del motore a combustione interna 130 o in un condotto di aspirazione comunicante con detti cilindri.
Ciascuna camera interna 235 può estendersi per tutto l’arco del rispettivo passaruota 225 ed eventualmente anche all’interno del predellino 230 e/o della porzione della pedana (se presente), al fine di aumentare ulteriormente la capacità del serbatoio.
Per ottenere la camera interna 235 e garantirne l’ermeticità, ciascun passaruota 225 può essere realizzato in materiale plastico, ad esempio attraverso la tecnica dello stampaggio rotazionale.
Non si esclude tuttavia che, in altre forme di attuazione, il passaruota 225 possa essere realizzato con altre tipologie di materiali, ad esempio in materiali metallici o non metallici, e di conseguenza con altre tecnologie di produzione.
Oltre a svolgere la funzione di serbatoio, in alcune forme di realizzazione, il passaruota 225 può svolgere anche una funzione portante/strutturale.
Ad esempio il passaruota 225 potrebbe essere fissato e/o integrato alla/nella struttura di supporto 105 in modo da essere in grado di sostenere altri componenti della macchina operatrice, come ad esempio alcuni componenti della postazione di guida 205 e/o della cabina 220.
Preferibilmente, il passaruota può essere fissato/accoppiato alla struttura di supporto 105 in modo smontabile, ad esempio mediante mezzi di collegamento che ne consentano lo smontaggio in modo semplice e relativamente rapido, al fine di rendere le operazioni di manutenzione del trattore agricolo 100 comode, sicure e altrettanto veloci.
Sebbene nell’esempio illustrato, il serbatoio del combustibile sia integrato nei passaruota 225 delle ruote 120 del primo assale 110, non si esclude che, in altre forme di realizzazione, il serbatoio del combustibile possa essere integrato, in tutto o in parte, in uno o entrambi i passaruota delle ruote 125 del secondo assale 115.
Al motore a combustione interna 130 può essere associato anche un radiatore 245 atto a raffreddare un fluido refrigerante che viene fatto circolare all’interno di apposite cavità del corpo motore 140, ad esempio mediante una pompa, per ridurre la temperatura del motore a combustione interna 130 durante il suo normale funzionamento (v. figura 1).
In particolare, il fluido refrigerante caldo proveniente dal corpo motore 140 viene raffreddato all’interno del radiatore 245 mediante un processo di scambio termico con l’aria ambiente, prima di essere rimandato nuovamente all’interno del corpo motore 140.
Al fine da aumentare l’efficienza del radiatore 245, quest’ultimo può essere posizionato sul telaio di collegamento 160 della struttura di supporto 105, in prossimità del secondo assale 115, ad esempio montato al di sopra dei secondi tratti rettilei 180.
In questo modo, il radiatore 245 risulta montato in una zona piuttosto sgombera del trattore agricolo 100, dove può avere dimensione piuttosto grandi e può essere maggiormente esposto all’aria esterna, senza tuttavia risultare di intralcio alla sterzatura delle ruote 125.
Come illustrato nelle figure 2 e 8, il trattore agricolo 100 può essere inoltre corredato da una serie di accessori operativi.
In particolare, il trattore agricolo 100 può comprendere un primo dispositivo di sollevamento 250 montato sulla struttura di supporto 105 in corrispondenza del primo assale 110.
Questo dispositivo di sollevamento 250, che può essere dotato di un attacco a tre punti, può essere atto ad agganciare e sollevare dal suolo eventuali attrezzi o accessori da lavoro, come ad esempio aratri, frese o altro, che debbano essere utilizzati dal trattore agricolo 100.
Per azionare questi attrezzi, il trattore agricolo 100 può ulteriormente comprendere una prima presa di forza (PTO) 255, la quale può essere anch’essa posizionata in corrispondenza del primo assale 110, in modo tale da sporgere a sbalzo verso l’esterno e poter essere collegata cinematicamente agli organi funzionali degli attrezzi.
Come illustrato in figura 1, questa prima presa di forza 255 può essere costituita da, o essere cinematicamente collegata a, una seconda porzione dell’albero a gomiti del motore a combustione interna 130 che fuoriesce dal corpo motore 140 dalla parte opposta rispetto alla porzione 145.
Il trattore agricolo 100 può comprendere anche un secondo dispositivo di sollevamento 260 montato sulla struttura di supporto 105 in corrispondenza del secondo assale 115.
Anche questo secondo dispositivo di sollevamento 260, che può essere dotato di un attacco a tre punti, può essere atto ad agganciare e sollevare dal suolo ulteriori attrezzi o accessori da lavoro.
Per azionar questi ulteriori attrezzi, il trattore agricolo 100 può comprendere una seconda presa di forza (PTO) 265, la quale può essere posizionata in corrispondenza del secondo assale 115, in modo tale da sporgere a sbalzo verso l’esterno e poter essere collegata cinematicamente agli organi funzionali degli attrezzi (v. figura 1).
Questa seconda presa di forza 265 può essere azionata dal motore a combustione interna 130, ad esempio attraverso un sistema di trasmissione idraulico o meccanico.
Il sistema di trasmissione idraulico può comprendere ad esempio una pompa meccanicamente azionata dal motore a combustione interna 130 ed un motore idraulico collegato e posto in funzione dalla pompa, il quale è atto a mettere in rotazione la presa di forza 265.
Il sistema di trasmissione meccanico può comprendere un albero di trasmissione 270 estendentesi parallelamente all’asse A della struttura di supporto 105, il quale può essere collegato alla porzione sporgente 145 dell’albero a gomiti mediante un primo ingranaggio e con seconda la presa di forza 265 mediante un secondo ingranaggio.
Poiché sia il motore a combustione interna 130 sia il cambio di velocità 135 sono collocati in prossimità del primo assale 110, il secondo dispositivo sollevatore 260 può avere una capacità di carico piuttosto elevata, consentendo di utilizzare attrezzi più grossi e pesanti.
Ciononostante, per migliorare la stabilità del trattore agricolo 100 in altre condizioni di utilizzo, è previsto che le ruote sterzanti 125 del secondo assale 115 possano comprendere degli pneumatici che sono almeno parzialmente riempiti con un liquido, ad esempio con acqua o preferibilmente con una soluzione di acqua e antigelo.
In particolare, gli pneumatici delle ruote sterzanti 125 possono essere riempiti di liquido per una porzione superiore al 50% del loro volume complessivo, ad esempio pari al 75%.
Questa accorgimento ha l’effetto di aumentare il peso che grava sulle ruote sterzanti 125 del secondo assale 115, al fine da controbilanciare in modo efficace il peso del motore a combustione interna 130 e del cambio di velocità 135, senza tuttavia aumentare gli ingombri del trattore agricolo 100.
In aggiunta o in alternativa a questa soluzione, è altresì possibile montare delle zavorre, ad esempio delle zavorre di acciaio, direttamente sui cerchioni delle ruote sterzanti 125.
Si desidera qui precisare che, sebbene nella descrizione precedente, il termine “ruota” sia stato usato per indicare un organo di trazione, generalmente dotato di un cerchione e di uno pneumatico, atto a stare a diretto contatto con il terreno per consentire il sostentamento e la trazione del trattore agricolo 100, in altre forme di realizzazione il termine “ruota” può essere utilizzato per indicare qualunque tipo di ruota, comprese ruote dentate, pulegge o altri tipi di ruote atte a trasferire il moto ad un sistema di trazione, ad esempio le ruote interne di un sistema di trazione cingolato.
In conclusione di desidera sottolineare che la speciale disposizione del motore a combustione interna 130 e del cambio di velocità 135, la disposizione del radiatore 245 e la disposizione e l’integrazione nel serbatoio all’interno del/dei passaruota 225, sono tutti aspetti che concorrono e contribuiscono a realizzare un trattore agricolo 100, e più in generale una qualunque macchina operatrice semovente, che garantisce ottima visibilità al conducente, sia avanti che indietro, facilitando tutte le operazioni di lavoro e quindi migliorando l’ergonomia globale della macchina.
Ovviamente al trattore agricolo 100 sopra descritto un tecnico del settore potrà apportare numerose modifiche di natura tecnico-applicativa, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione come sotto rivendicata.
Claims (12)
- RIVENDICAZIONI 1. Una macchina operatrice semovente (100) comprendente: - un primo assale (110) dotato di ruote (120), - un secondo assale (115) dotato di ruote (125), - una struttura di supporto (105) estendentesi longitudinalmente dal primo assale (110) al secondo assale (115), - un motore a combustione interna (130) atto a fornire coppia almeno alle ruote (120) del primo assale (110), ed - un passaruota (225), caratterizzato dal fatto che detto passaruota (225) presenta una camera interna (235) atta a contenere combustibile e posta in comunicazione con un sistema di alimentazione del motore a combustione interna (130).
- 2. Una macchina operatrice semovente (100) secondo la rivendicazione 1, in cui la camera interna (235) si estende per l’intera estensione arcuata del passaruota (225).
- 3. Una macchina operatrice semovente (100) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto passaruota (225) è realizzato in corpo unico con un predellino (230) di una postazione di guida (205).
- 4. Una macchina operatrice semovente (100) secondo la rivendicazione 3, in cui la camera interna (235) del passaruota (225) si estende anche all’interno del predellino (230).
- 5. Una macchina operatrice semovente (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il passaruota (225) è realizzato in corpo unico con almeno una porzione di una pedana inferiore di una postazione di guida (205).
- 6. Una macchina operatrice semovente (100) secondo la rivendicazione 5, in cui la camera interna del passaruota (225) si estende anche all’interno di detta porzione della pedana.
- 7. Una macchina operatrice semovente (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il passaruota (225) è ottenuto mediante stampaggio rotazionale in materia plastica.
- 8. Una macchina operatrice semovente (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il passaruota (225) è una parte strutturale della macchina operatrice.
- 9. Una macchina operatrice semovente (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il passaruota (225) è fissato alla struttura di supporto (105) in modo smontabile.
- 10. Una macchina operatrice semovente (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il passaruota (225) è atto ad avvolgere almeno parzialmente una delle ruote (120) del primo assale (110).
- 11. Una macchina operatrice semovente (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno due di detti passaruota (225).
- 12. Una macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il motore a combustione interna è posizionato più vicino al primo assale (110) che al secondo assale (115).
Priority Applications (1)
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IT102018000006113A IT201800006113A1 (it) | 2018-06-07 | 2018-06-07 | Macchina operatrice semovente con serbatoio perfezionato |
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IT102018000006113A IT201800006113A1 (it) | 2018-06-07 | 2018-06-07 | Macchina operatrice semovente con serbatoio perfezionato |
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IT102018000006113A IT201800006113A1 (it) | 2018-06-07 | 2018-06-07 | Macchina operatrice semovente con serbatoio perfezionato |
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Cited By (1)
Publication number | Priority date | Publication date | Assignee | Title |
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EP4311421A1 (de) * | 2022-07-28 | 2024-01-31 | CLAAS Selbstfahrende Erntemaschinen GmbH | Landwirtschaftliche erntemaschine |
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