IT201700005030A1 - Busto iperestensore con spinte elastiche nella zona acromiale sotto claveare per il trattamento conservativo “part-time” nei gravi cedimenti osteoporotici, e per la prevenzione nei soggetti a rischio frattura” - Google Patents

Description

Descrizione del brevetto per invenzione industriale dal titolo: "BUSTO IPERESTENSORE CON SPINTE ELASTICHE NELLA ZONA ACROMIALE SOTTO CLAVEARE PER IL TRATTAMENTO CONSERVATIVO “PART-TIME” NEI GRAVI CEDIMENTI OSTEOPOROTICI, E PER LA PREVENZIONE NEI SOGGETTI A RISCHIO FRATTURA”

DESCRIZIONE

La presente invenzione riguarda un busto iperestensore dorso-lombare, per il trattamento conservativo “part-time”, utile nei gravi crolli osteoporotici del rachide, che persegue la funzionalità e la stabilità di un busto iperestensore del tipo a tre punti, in maniera molto più elastica, leggera e confortevole. Vantaggiosamente il trovato può essere usato anche come prevenzione nei soggetti a rischio frattura.

Tutti gli addetti ai lavori, specialisti, terapisti e tecnici, sanno che una colonna osteoporotica insufficiente ha bisogno di sostegno, ma ha bisogno anche di fare movimento e pertanto non può essere immobilizzata. Attualmente, per il sostegno dinamico del tratto dorso-lombare del rachide, è ampiamente utilizzata una ortesi con prese iliache ed ascellari, che va sotto il nome di Busto Modulare Romano. Questo busto modulare romano, grazie a degli stimolatori ascellari, consente delle leggere flesso-estensioni del dorso, stimolando il paziente all’iperestensione attiva del rachide, sostenendo così in modo dinamico, senza costringere. Tuttavia la presenza di questi stimolatori ascellari non sempre è accettata dai pazienti, tanto che il disagio a volte diventa un impedimento ostativo, soprattutto nel caso che si preveda di impiegare il busto per un lungo periodo di tempo. Inoltre spesso i cedimenti vertebrali sono talmente vistosi che non consentono di reperire i necessari appoggi di controdiscesa in corrispondenza delle creste iliache.

D’altra parte i numerosi busti iperestensori del rachide a tre punti (ossia busti con appoggi anteriori – sternale e pubico – che interagiscono con quello dorsale, regolabile, per portare la colonna in iperestensione) hanno sempre una struttura costituita da elementi in leghe di alluminio e pur in presenza di articolazioni registrabili e basculanti, non sono utilizzabili nel trattamento conservativo, in quanto troppo rigidi e pesanti e poco adattabili ai dismorfismi presenti nei casi da trattare, a tempo indeterminato.

Oltre tutto, nel corso della pratica ortopedica si è riscontrato che solo in pochissimi casi si è riusciti ad applicare a persone con crolli vertebrali, busti rigidi a tre punti, anche perché la spinta sternale tende a salire finendo per comprimere la zona giugulare, interferendo ancora di più con l’attività respiratoria. Tali busti hanno dimostrato la loro grande utilità solo nel trattamento delle fratture dei corpi vertebrali in fase acuta, in genere in persone “normotipiche”. Ciò contrasta però col fatto che i soggetti portatori di gravi cedimenti vertebrali, presentano generalmente morfologie abnormi con importanti riduzioni in lunghezza della colonna vertebrale (donne basse con la vita alta) e con notevole aumento della curva cifotica. Tra l’altro molto frequentemente i soggetti con tali cedimenti presentano insufficienze respiratorie, causate dalla riduzione volumetrica del torace.

Da quanto detto risulta quindi particolarmente sentita la necessità di un busto o corsetto iperestensore realizzato con parti funzionali in materiale avente un comportamento elastico, di peso molto ridotto, semplice e poco costoso, in grado di sostenere il rachide, migliorare le attività vitali (respirazione) e ridurre e/o togliere il dolore, senza immobilizzare il paziente. Deve essere inoltre utilizzabile part–time, soltanto per alcune ore del giorno, ma tutti i giorni, nel trattamento conservativo dei gravi cedimenti vertebrali o come prevenzione, in soggetti a rischio frattura, essendo gestibile in autonomia da parte dello stesso paziente.

Tale scopo è stato raggiunto realizzando un busto costituito da una struttura latero-posterioredistale rigida in lega leggera, da una parte anterolaterale-prossimale elastica in tecapeek e da un supporto anteriore addominale elastico. Con tale dispositivo, al tradizionale appoggio sternale si sostituiscono due spinte elastiche nella zona acromiale sotto claveare, che vengono accompagnate da una spinta elastica addominale regolabile e da una controspinta posteriore a livello dorso-lombare che è data da una pelotta imbottita. Le parti funzionali destinate a fornire le spinte elastiche nella zona acromiale sotto claveare sono realizzate in un materiale polimerico a memoria di forma avente comportamento elastico, ad esempio un materiale che va sotto il nome commerciale di “tecapeek”, che permette un recupero di forma spontaneoSecondo una ulteriore caratteristica vantaggiosa del trovato, il busto iperestensore che si descrive, è inoltre indossabile autonomamente da parte del paziente allacciando la pancerina con la schiena addossata ad una parete, per mettere in atto l’attesa auto estensione elastica.

La descrizione del trovato sarà meglio seguita facendo riferimento alle allegate tavole di disegno che rappresentano a solo titolo di esempio non limitativo una preferita forma realizzativa . Nelle tavole:

la fig.1 è una vista in prospettiva del busto secondo il trovato, quando non è indossato;

la fig.2 è una vista in elevazione frontale dello stesso busto , quando indossato;

la fig. 3 è una vista in elevazione laterale dello stesso busto indossato;

la fig. 4 mostra il busto indossato in elevazione, da dietro;

Con riferimento alle figure, con 2 è indicato il busto nel suo complesso: esso comprende un telaio costituito da una parte inferiore rigida regolata sulle misure del paziente, formata da due montanti laterali inferiori rigidi 4a,4b, preferibilmente di alluminio o di una sua lega, collegati fra loro anteriormente da una pancerina 6 in tessuto elastico e regolabile che viene sostenuta in posizione addominale da due bracci di supporto antero-laterali preferibilmente in polipropilene 8a, 8b, fissati rispettivamente al montante 4a ed al montante 4b. Posteriormente detti bracci di supporto 8a,8b, sono collegati attraverso una fascia metallica 14, su cui è fissata stabilmente una pelotta posteriore 18, preferibilmente in polietilene o altro materiale imbottito. In una preferita forma realizzativa, la fascia metallica 14 è realizzata in una lega di alluminio anodizzato.

La parte superiore del busto è invece elastica e personalizzabile sui singoli casi. Essa comprende una struttura latero-anteriore formata da due bracci presagomati 10a, 10b, in materiale polimerico a memoria di forma, del tipo noto in commercio sotto il nome “Tecapeek”, avente notevoli caratteristiche elastiche e correntemente utilizzati in campo medico.

Ciascun braccio 10a,10b è dotato di una estremità imbottita 12,14, preferibilmente in polipropilene, e si estende verso l’alto a partire dal corrispondente montante laterale 4a, 4b piegandosi prima leggermente in avanti, sfiorando il cavo ascellare, per poi portare la sua corrispondente estremità imbottita 12,14 ad esercitare una spinta elastica nella corrispondente zona acromiale sotto claveare del paziente. Vengono così sfruttati gli appoggi acromiali, senza comprimere la superficie sternale, con un’azione elastica e non rigida, con l’obiettivo di evitare peggioramenti, e migliorare l’attività respiratoria, cardiaca e digestiva dello stesso paziente.

La regolazione in altezza dei bracci 10a,10b, di spinta elastica viene consentita grazie alla presenza, di noti mezzi regolabili di raccordo 20 in polipropilene, in cui vengono innestate le estremità libere inferiori degli stessi bracci 10a,10b.

Con tale configurazione gli esperti del ramo riconosceranno che il busto in questione grazie alla conformazione del telaio ed alla tipologia dei materiali impiegati, consente al/alla paziente di compiere leggere elasto-estensioni stimolando l’iperestensione attiva del rachide, senza ricorrere agli stimolatori ascellari non certo confortevoli, od alle rigide spinte sternali. Consente altresì di mantenere il rachide, nelle ore di utilizzo, in una posizione più corretta e al paziente di memorizzare tale postura anche dopo la rimozione del busto.

E’ evidente che il busto deve essere applicato da un professionista sanitario competente (tecnico ortopedico), il quale dovrà farsi carico delle necessarie personalizzazioni e regolazioni necessarie per garantire il miglior funzionamento del dispositivo. Ma una volta messo a punto, il busto può vantaggiosamente essere indossato dal paziente in assoluta autonomia semplicemente allacciando la pancerina con la schiena addossata ad una parete, per mettere in atto l’attesa auto estensione elastica.

Claims (8)

1. RIVENDICAZIONI 1) Busto iperestensore, per il trattamento conservativo “part-time”, utile nei gravi crolli osteoporotici del rachide, caratterizzato dal fatto che è costituito da un telaio latero posteriore (2), rigido, il quale è dotato di mezzi atti a fornire una doppia spinta elastica nella zona acromiale sottoclaveare del paziente, di una pelotta posteriore (18) che fornisce una controspinta a livello dorsolombare e di una pancerina addominale (6) elastica e regolabile.
2. 2) Busto come alla rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che detti mezzi sono costituiti da due bracci presagomati (10a,10b),di materiale polimerico a memoria di forma avente comportamento elastico, che sono supportati da montanti laterali inferiori rigidi (4a,4b) del telaio latero posteriore (2) per mezzo di supporti (20) che ne consentono una regolazione in altezza.
3. 3) Busto come alla rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che detto materiale a memoria di forma è polietereterchetone, disponibile in commercio sotto il nome di TECAPEEK.
4. 4) Busto come alla rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che ciascun braccio (10a,10b) è dotato di una estremità imbottita (12,14), e si estende verso l’alto a partire dal corrispondente montante laterale (4a, 4b) piegandosi prima leggermente in avanti, sfiorando il cavo ascellare, per poi portare la sua corrispondente estremità imbottita (12,14) ad esercitare una spinta elastica nella corrispondente zona acromiale sotto claveare del paziente, sfruttando così gli appoggi acromiali, senza comprimere la superficie sternale.
5. 5) Busto come alla rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che detti montanti laterali inferiori rigidi (4a,4b) sono collegati fra loro anteriormente dalla pancerina (6) in tessuto elastico che viene sostenuta in posizione addominale da due bracci di supporto antero-laterali in polipropilene (8a,8b) fissati rispettivamente ai montanti (4a e 4b).
6. 6) Busto come alla rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che detti bracci di supporto (8a e 8b) sono collegati posteriormente da una fascia metallica (14) su cui è montata la pelotta posteriore (18).
7. 7) Busto come alla rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che la pelotta posteriore (18) è imbottita, in polietilene o altro materiale termoplastico.
8. 8) Busto come alle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che viene indossato in autonomia, allacciando la pancerina con la schiena addossata ad una parete.