IT201600084979A1 - Custodia di protezione per uno smartphone - Google Patents

Custodia di protezione per uno smartphone

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IT201600084979A1
IT201600084979A1 IT102016000084979A IT201600084979A IT201600084979A1 IT 201600084979 A1 IT201600084979 A1 IT 201600084979A1 IT 102016000084979 A IT102016000084979 A IT 102016000084979A IT 201600084979 A IT201600084979 A IT 201600084979A IT 201600084979 A1 IT201600084979 A1 IT 201600084979A1
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Ralph Ciech
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Ralph Ciech
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Description

DESCRIZIONE
annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo: “Custodia di protezione per uno smartphone”
DESCRIZIONE
L’invenzione riguarda una custodia di protezione per uno smartphone secondo il preambolo della rivendicazione 1.
Con il termine inglese “smartphone”, che è entrato anche in Italia nell’uso comune, si intende un telefono cellulare evoluto, che in aggiunta alle tipiche funzionalità di telefonia di un telefono cellulare offre sia le funzionalità tipiche di un computer palmare, come la capacità di connettersi ai siti WEB o di installare su di esso le cosiddette “app”, cioè programmi specifici per gestire una specifica funzionalità, sia funzionalità tipicamente multimediali, quali ad esempio riprodurre musica, scattare foto, effettuare delle riprese video e simili.
Per quanto riguarda la possibilità di scattare fotografie gli smartphone permettono di scattare fotografie anche in presenza di un’intensità di luce non ottimale, in quanto è possibile scattare le fotografie con il flash utilizzando l’energia elettrica della batteria dello smartphone. A tale scopo è presente sul retro dello smartphone, nelle vicinanze dell’obiettivo della fotocamera, un apposito componente che emette il necessario lampo di luce. Questo apposito componente può essere utilizzato anche per emettere un fascio continuo di luce, in quanto tra le varie funzionalità offerte da uno smartphone vi è anche quella di potere funzionare come se fosse una torcia. In tal caso la luce che viene emessa quando lo smartphone funziona in modalità torcia attraversa l’associato foro passante della custodia di protezione e si diffonde e disperde nell’ambiente circostante non appena è fuoriuscita dalla custodia di protezione. Allo stato attuale, non è quindi possibile utilizzare la luce emessa dallo smartphone per illuminare bene qualcosa che non si trova nelle vicinanze dello smartphone.
In questo contesto il compito della presente invenzione è quello di proporre una custodia di protezione per uno smartphone, che permetta, quando è applicata allo smartphone, di utilizzare in modo ottimale anche ad una certa distanza dallo smartphone la luce che questo emette, mantenendo però il più possibile inalterata anche ad una certa distanza dallo smartphone l’intensità luminosa della luce che esso emette.
Secondo l’invenzione questo compito viene risolto, se una custodia di protezione per uno smartphone presentante le caratteristiche indicate nel preambolo della rivendicazione 1 presenta in aggiunta anche le caratteristiche indicate nella parte distintiva della rivendicazione 1.
Grazie al cavo a fibre ottiche previsto secondo l’invenzione una tale custodia di protezione permette, con minima riduzione dell’intensità luminosa, di trasferire all’estremità di uscita del cavo a fibre ottiche la luce che viene emessa dall’apposito componente dello smartphone. Infatti, la luce che viene emessa da questo apposito componente dello smartphone attraversa il rispettivo foro passante della custodia di protezione e si immette subito nelle estremità di entrata delle fibre ottiche, dalle quali essa viene poi trasmessa alle loro estremità di uscita, che coincidono con l’estremità di uscita del cavo a fibre ottiche. In tal modo viene resa disponibile a questa estremità di uscita del cavo a fibre ottiche una emissione di luce sostanzialmente equivalente a quella emessa dall’apposito componente dello smartphone. Per potere illuminare qualcosa che non si trova nelle immediate vicinanze dello smartphone, ad esempio un oggetto come un libro oppure una superficie di lavoro o una zona di lavoro anche difficilmente accessibile, è sufficiente, direzionando e curvando il cavo a fibre ottiche, posizionare in modo adeguato rispetto a ciò che si vuole illuminare l’estremità di uscita del cavo a fibre ottiche. Si noti che ciò può avvenire senza dovere spostare anche lo smartphone, che può invece rimanere in una posizione iniziale comoda. Inoltre dato che per potere illuminare non è necessario tenere in mano lo smartphone, durante la fase di illuminazione si hanno a disposizione entrambe le mani.
Grazie alla custodia di protezione dotata del cavo a fibre ottiche è quindi possibile utilizzare in modo ottimale anche lontano dallo smartphone la luce che esso emette. Se, come è rivendicato nella rivendicazione 2, all’interno del cavo a fibre ottiche è disposto almeno un filo metallico, allora il cavo a fibre ottiche è in grado di mantenere la configurazione curvata e direzionata che viene impostata dall 'utilizzatore per illuminare ciò che lui desidera illuminare. Ciò è dovuto alla deformazione plastica dell’almeno un filo metallico, che obbliga l’intero cavo a fibre ottiche a restare nella posizione impostata dall 'utilizzatore, contrastando la tendenza al ritorno nella configurazione iniziale che viene esercitata dalle fibre ottiche.
L’almeno un filo metallico è opportunamente un filo in acciaio, come viene rivendicato nella rivendicazione 3, in quanto l’acciaio è il metallo che resiste meglio alle ripetute flessioni a cui viene sottoposto il filo metallico.
La rivendicazione 4 rivendica una prima forma di realizzazione dell’invenzione, secondo la quale Γ almeno un filo metallico è incorporato nella guaina esterna del cavo a fibre ottiche. L’incorporazione dell’almeno un filo metallico nella guaina esterna permette di avere una separazione fisica tra il filo metallico e le fibre ottiche, in modo che non si abbia un contatto diretto tra di loro, che potrebbe pregiudicare l’efficienza delle fibre ottiche.
La rivendicazione 5 rivendica una seconda forma di realizzazione dell’invenzione secondo la quale Γ almeno un filo metallico funge da anima attorno alla quale sono disposte le fibre ottiche. Esso è inoltre rivestito da uno strato isolante, in particolare da uno strato isolante in PVC. Un tale posizionamento dell’almeno un filo metallico, circa al centro del cavo a fibre ottiche, permette di realizzare un cavo a fibre ottiche di struttura simmetrica, che risponde in modo più uniforme e neutro alle curvature cui esso viene sottoposto. Lo strato isolante che riveste l’almeno un filo metallico ha lo scopo di isolare le fibre ottiche dal filo metallico, evitando che il filo metallico possa pregiudicare l’efficienza delle fibre ottiche con eventuali interferenze.
Lo strato composito in allumino e poliestere che viene rivendicato nella rivendicazione 6, serve da un lato, quello interno (poliestere), per l’accoppiamento con il sottostante strato isolante che riveste l’almeno un filo metallico e dall’altro lato, quello esterno (alluminio), per migliorare l’efficienza delle fibre ottiche, in quanto l’alluminio è fortemente riflettente e ciò contribuisce a ridurre i fenomeni di assorbimento della luce durante la trasmissione della luce all’ interno del cavo a fibre ottiche.
La rivendicazione 7 rivendica le caratteristiche di un semplice ed affidabile primo esempio di realizzazione dei mezzi di collegamento. La soluzione rivendicata presenta inoltre il vantaggio di essere idonea per lo spessore, di solito ridotto, della custodia di protezione. L’elemento terminale esternamente filettato del cavo a fibre ottiche non richiede infatti un numero elevato di spire per essere avvitato quanto basta nella filettatura interna del foro passante.
La rivendicazione 8 rivendica le caratteristiche di un semplice ed affidabile secondo esempio di realizzazione dei mezzi di collegamento. La soluzione rivendicata presenta inoltre il vantaggio che il collegamento è attuabile in modo estremamente veloce e non richiede particolari abilità manuali.
La rivendicazione 9 rivendica le caratteristiche di un semplice ed affidabile terzo esempio di realizzazione dei mezzi di collegamento. La soluzione rivendicata presenta inoltre il vantaggio che pur collegata al foro passante l’estremità di entrata del cavo a fibre ottiche può ruotare liberamente entro il foro passante, il che facilita l’operazione di posizionamento dell’estremità di uscita del cavo a fibre ottiche.
Infine, se, come si rivendica nella rivendicazione 10, il cavo a fibre ottiche viene dotato, alla sua estremità di uscita della luce, di un componente ottico atto a variare almeno una caratteristica della luce fuoriuscente da questa estremità, ad esempio una lente o un elemento trasparente colorato, si può variare l’illuminazione che si desidera ottenere. Ulteriori vantaggi e caratteristiche deH'invenzione appariranno maggiormente evidenti dalla descrizione che segue di un esempio di realizzazione della custodia di protezione per uno smartphone secondo l'invenzione, che è illustrato a puro titolo esemplificativo e indicativo, ma non certo limitativo, sulla base degli allegati disegni. Nei disegni mostrano:
la fig. 1 schematicamente in vista frontale uno smartphone al quale è applicata una custodia di protezione per uno smartphone;
la fig. 2 schematicamente in vista prospettica il retro della custodia di protezione per uno smartphone della fig. 1, essendo in particolare riconoscibile il foro passante della custodia di protezione che è associato all’apposito componente dello smartphone che emette la luce necessaria per il funzionamento dello smartphone in modalità flash e/o torcia;
la fig. 3 schematicamente in vista laterale e da solo un cavo a fibre ottiche secondo una prima ed una seconda forma di realizzazione di esso;
la fig. 4 schematicamente una sezione trasversale secondo la linea di sezione A-A del cavo a fibre ottiche di fig. 3 nel caso di una prima forma di realizzazione di esso;
la fig. 5 schematicamente una sezione trasversale secondo la linea di sezione A-A del cavo a fibre ottiche di fig. 3 nel caso di una seconda forma di realizzazione di esso; la fig. 5a schematicamente e con riferimento alla seconda forma di realizzazione del cavo a fibre ottiche della fig. 5, una rappresentazione di dettaglio ed ingrandita dell’almeno un filo metallico e della parte di cavo a fibre ottiche che circonda questo almeno un filo metallico;
la fig. 6 schematicamente in vista prospettica la custodia di protezione secondo l’invenzione, cioè comprendente anche il cavo a fibre ottiche;
la fig. 7 schematicamente, nel caso di un primo esempio di realizzazione dei primi e dei secondi mezzi di collegamento, una rappresentazione di dettaglio ed ingrandita della porzione della custodia di protezione in cui si trova il foro passante a cui viene collegato il cavo a fibre ottiche;
la fig.7a schematicamente, nel caso dell’esempio di realizzazione della fig. 7 dei mezzi di collegamento, una rappresentazione di dettaglio ed ingrandita dell’estremità sinistra del cavo a fibre ottiche della fig. 3, cioè l’estremità di entrata;
la fig. 8 schematicamente una rappresentazione di dettaglio ed ingrandita analoga alla fig. 7, nel caso di un secondo esempio di realizzazione dei primi e dei secondi mezzi di collegamento;
la fig.8a schematicamente una rappresentazione di dettaglio ed ingrandita analoga alla fig. 7a, nel caso di un secondo esempio di realizzazione dei primi e dei secondi mezzi di collegamento;
la fig. 9 schematicamente, nel caso di un terzo esempio di realizzazione dei primi e dei secondi mezzi di collegamento, una rappresentazione in sezione lungo l’estremità di entrata del cavo a fibre ottiche e lungo il foro passante della custodia di protezione collegato a detta estremità di entrata;
la fig.10 schematicamente una rappresentazione di dettaglio ed ingrandita dell’estremità destra del cavo a fibre ottiche della fig. 3, cioè l’estremità di uscita.
Nelle figure è stato rappresentata una custodia di protezione per uno smartphone, la quale è applicata in modo stabile ma rimovibile allo smartphone.
Esistono varie tipologie di custodie di protezione per imo smartphone, ma esse sono divisibili sostanzialmente in due grandi gruppi: quelle a corpo unico, che lasciano scoperto lo schermo dello smartphone, e quelle a libro, che permettono in aggiunta di coprire anche, in parte o completamente, lo schermo dello smartphone.
Nel presente caso, per semplificare i disegni, è stata rappresentata nelle figure una custodia di protezione del primo tipo, cioè a corpo unico, ma l’invenzione riguarda ovviamente anche le custodie di protezione a libro, in quanto entrambe le tipologie presentano una pluralità di fori passanti le cui forme, dimensioni e posizioni sono tali, che quando la custodia di protezione 1 è applicata allo smartphone 2 questi fori passanti si trovano in corrispondenza dei rispettivi componenti dello smartphone 2 che permettono ad un utilizzatore dello smartphone 2 di gestire il suo funzionamento e/o di usufruire delle sue funzioni e/o di connettere ad esso 2 dei dispositivi accessori. In tal modo attraverso questi fori passanti Γ utilizzatore è in grado di gestire il funzionamento dello smartphone 2 e/o di usufruire delle sue funzioni e/o di connettere ad esso 2 dei dispositivi accessori senza dovere rimuovere a tale scopo la custodia di protezione 1. Tali fori passanti servono per allacciare o collegare allo smartphone 2 ad esempio il caricabatteria oppure delle cuffie oppure per inserire una spina USB o una scheda SD eccetera oppure per permettere di accedere ai comandi per l’accensione e lo spegnimento dello smartphone o per la regolazione del volume e simili o anche solo per permettere il funzionamento dello smartphone ad esempio lasciando in vista l’obiettivo per le fotografie.
Di questa pluralità di fori passanti della custodia di protezione 1 fa parte anche un foro passante 3, che è previsto, come è visibile nella fig. 2, in corrispondenza del sottostante apposito componente 4 dello smartphone 2 che emette la luce necessaria per il funzionamento dello smartphone 2 in modalità flash e/o torcia. Nella fig. 2 il foro passante 3 è stato rappresentato nella sua posizione naturale accanto al foro passante associato all’ obiettivo della fotocamera dello smartphone 2.
Secondo l’invenzione la custodia di protezione 1 comprende un cavo 5 a fibre ottiche, il quale 5 è collegato, in modo al bisogno scollegabile e per mezzo di primi 7a;7b;7c e di secondi mezzi di collegamento 8a;8b;8c interagenti tra loro, con una sua estremità di entrata a detto foro passante 3. Sempre secondo l’invenzione l’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche è dotata dei primi mezzi di collegamento 7a;7b;7c e i secondi mezzi di collegamento 8a;8b;8c sono disposti nel foro passante 3 o adiacenti ad esso 3. Come è stato detto, questi primi 7a;7b;7c e secondi mezzi di collegamento 8a;8b;8c sono tali che al bisogno, cioè quando il cavo 5 a fibre ottiche non serve, il collegamento viene sciolto in modo che il cavo 5 a fibre ottiche possa essere distaccato dal foro passante 3.
Grazie a queste caratteristiche previste dall’invenzione, la luce, che viene emessa dall’apposito componente 4 dello smartphone 2 quando questo 2 viene utilizzato in modalità flash e/o torcia e che attraversa il foro passante 3, è forzata ad immettersi in un percorso obbligatorio composto dalle fibre ottiche 6 del cavo 5 a fibre ottiche, per cui la luce può fuoriuscire all’ esterno solo al termine di questo percorso obbligatorio, cioè solo all’estremità di uscita del cavo 5 a fibre ottiche, come è rappresentato nella fig. 6. Il cavo 5 a fibre ottiche comprende al suo interno almeno un filo metallico 9, si vedano ad esempio le fig. 4 e 5, e questo almeno un filo metallico 9 è preferibilmente realizzato in acciaio.
Secondo una prima forma di realizzazione del cavo 5 a fibre ottiche, si veda la fig. 4, l’almeno un filo metallico 9 è incorporato nella guaina esterna del cavo 5 a fibre ottiche e non è in contatto con le fibre ottiche 6. Nella figura 4 sono stati rappresentati ad esempio quattro fili metallici 9, distribuiti lungo il perimetro.
Secondo una seconda forma di realizzazione del cavo 5 a fibre ottiche invece, si vedano le fig. 5 e 5a, l’almeno un filo metallico 9 funge da anima attorno alla quale sono disposte le fibre ottiche 6 ed è rivestito da uno strato isolante 10, che può essere in particolare realizzato in PVC (polivinilcloruro) e che è a sua volta rivestito da uno strato composito 11 in alluminio/poliestere, come è rappresentato nella fig. 5a. Come risulta dalla visione combinata delle due fig. 5 e 5a, questo strato composito 11 è disposto tra lo strato isolante 10 e le fibre ottiche 6 e presenta internamente verso lo strato isolante 10 il poliestere ed esternamente verso le fibre ottiche 6 Γ alluminio.
Lo strato isolante 10 serve per proteggere il filo metallico 9 dall’umidità e prevenire la sua eventuale ossidazione, mentre lo strato composito 11 serve, grazie alla presenza dell’ allumino, per riflettere il più possibile la luce e quindi per migliorare la propagazione della luce all’ interno del cavo 5 a fibre ottiche, cioè all’interno delle fibre ottiche 6. Le fibre ottiche 6 possono essere avvolte ad elica attorno allo strato composito 11, in modo che il cavo 5 a fibre ottiche sia più forte, ma nelle fig. 5 e 5a questa caratteristica non è stato rappresentata per non appesantire la rappresentazione.
Con riferimento ad entrambe le forme di realizzazione del cavo 5 a fibre ottiche, le fibre ottiche 6 sono opportunamente delle fibre ottiche in PMMA (polimetilmetacrilato), cioè quelle più pure utilizzate ad esempio nelle reti di comunicazione per la trasmissione di dati a pacchetto. Esse garantiscono una prestazione eccellente all’atto della trasmissione della luce all’ interno del cavo 5 a fibre ottiche. Inoltre, la guaina esterna del cavo a fibre ottiche, che deve essere in un materiale termoplastico, è opportunamente in PVC (polivinilcloruro) resistente ai raggi UV. Questa guaina deve essere in un materiale termoplastico, in quanto essa è fusa attorno alle fibre ottiche 6, in modo da stabilizzare il cavo 5 a fibre ottiche.
Come è stato detto, secondo l’invenzione è previsto un collegamento, al bisogno sbloccabile, tra il cavo 5 a fibre ottiche e il foro passante 3 e a tale scopo sono previsti primi 7a;7b;7c e secondi mezzi di collegamento 8a;8b;8c.
Un possibile primo esempio di realizzazione per tali primi e secondi mezzi di collegamento è rappresentato ad esempio nelle fig. 7 e 7a, e secondo questo esempio i primi mezzi di collegamento 7a sono costituiti da un elemento terminale esternamente filettato e i secondi mezzi di collegamento 8a sono costituiti da una filettatura interna del foro passante 3. All’atto del collegamento tra l’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche e il foro passante 3, l’elemento terminale 7a viene avvitato nella filettatura interna 8a del foro passante 3. Per sbloccare al bisogno questo collegamento, cioè quando non è più necessario usufruire della luce fuoriuscente dal cavo 5 a fibre ottiche, l’elemento terminale 7a viene svitato fuori dalla filettatura interna 8a.
Un possibile secondo esempio di realizzazione per tali primi e secondi mezzi di collegamento è rappresentato ad esempio nelle fig. 8 e 8a. Secondo questo esempio i primi mezzi di collegamento 7b sono costituiti da un magnete disposto su un terminale di chiusura 13 dell’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche ed i secondi mezzi di collegamento 8b sono costituiti da un elemento ferromagnetico disposto in prossimità del foro passante 3. All’atto del collegamento tra l’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche e il foro passante 3, il magnete 7b viene unito magneticamente all’elemento ferromagnetico 8b ed il terminale di chiusura 13 si inserisce nel foro passante 3. Con tali noti terminali di chiusura 13 vengono stabilizzate le estremità del cavo 5 a fibre ottiche. Per sbloccare al bisogno questo collegamento, cioè quando non è più necessario usufruire della luce fuoriuscente dal cavo 5 a fibre ottiche, il magnete 7b viene staccato, tirandolo con la mano, dall’elemento ferromagnetico 8b.
Un possibile terzo esempio di realizzazione per tali primi e secondi mezzi di collegamento è rappresentato ad esempio nella fig. 9, e secondo questo esempio i primi mezzi di collegamento 7c sono costituiti da un anello in materiale elasticamente cedevole e i secondi mezzi di collegamento 8c sono costituiti da una scanalatura anulare interna del foro passante 3. L’anello 7c si trova sul terminale di chiusura 13 dell’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche. All’atto del collegamento tra l’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche e il foro passante 3, l’anello 7c viene inserito nella scanalatura anulare interna 8c. Per sbloccare al bisogno questo collegamento, cioè quando non è più necessario usufruire della luce fuoriuscente dal cavo 5 a fibre ottiche, l’anello 7c viene estratto, tirando l’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche, dalla scanalatura anulare interna 8c.
Sono evidentemente possibili e pensabili tutti i noti sistemi di collegamento tra un elemento oblungo ed una superficie, ma secondo l’invenzione i sopra citati tre esempi di realizzazione sono preferibili e si distinguono per la loro semplicità ed affidabilità. Nelle figure è stato inoltre rappresentato con 12 un componente ottico atto a variare almeno una caratteristica della luce fuoriuscente dal cavo 5 a fibre ottiche. Questo componente ottico 12 fa parte del cavo 5 a fibre ottiche ed è previsto all’estremità di uscita del cavo 5 a fibre ottiche. Un tale componente ottico 12 può essere ad esempio una lente o un componente ottico trasparente e colorato, ed esso 12 è applicabile, al bisogno e per esempio ad innesto come risulta dalla fig. 10, sul terminale di chiusura 13 dell’estremità di uscita del cavo 5 a fibre ottiche.
Il funzionamento della custodia di protezione 1 secondo l’invenzione è come segue. Non appena l’utilizzatore ha bisogno che la luce emessa dallo smartphone 2 venga utilizzata per illuminare qualcosa di specifico che è distante dallo smartphone 2 e non è ben illuminabile quando lo smartphone 2 funziona in modalità torcia, egli collega al foro passante 3 l’estremità di entrata del cavo 5 a fibre ottiche. All’atto di ciò, in dipendenza della soluzione presente, o verrà avvitato l’elemento terminale 7a nella filettatura interna 8a o verrà attaccato il magnete 7b all’elemento ferromagnetico 8b o verrà innestato l’anello 7c nella scanalatura anulare interna 8c. La luce emessa dallo smartphone 2 si propaga in tal modo all’ interno delle fibre ottiche 6 del cavo 5 a fibre ottiche e fuoriesce poi dall’estremità di uscita del cavo 5 a fibre ottiche che diventa un’estremità luminosa. Per illuminare ciò che deve essere illuminato, l’ utilizzatore dovrà solamente direzionare ed avvicinare questa estremità luminosa a ciò che deve essere illuminato. Se all’atto di questo posizionamento dell’estremità luminosa del cavo 5 a fibre ottiche, quest’ultimo 5 dovesse essere stato curvato, anche più volte, e presentare quindi un andamento curvilineo, si veda la fig. 6, esso 5 manterrà questo andamento curvilineo, in quanto esso viene mantenuto in posizione dall’ almeno un filo metallico 9 che esso 5 contiene.
Se si desidera variare il fascio di luce, si potrà applicare all’estremità di uscita del cavo 5 a fibre ottiche dalla quale fuoriesce il fascio di luce il componente ottico 12, che sarà una lente, se si desidera allargare o restringere il fascio di luce, oppure un componente trasparente colorato, se si desidera un fascio di luce colorata.
Al termine dell’illuminazione, per distaccare il cavo 5 a fibre ottiche dal foro passante 3 si procederà in maniera inversa a quanto è stato descritto e cioè, in dipendenza della soluzione presente, o verrà svitato l’elemento terminale 7a fuori dalla filettatura interna 8a o verrà staccato il magnete 7b dall’elemento ferromagnetico 8b o verrà estratto l’anello 7c fuori dalla scanalatura anulare interna 8c.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Custodia di protezione (1) per uno smartphone (2), la quale (1) è applicata in modo stabile ma rimovibile allo smartphone (2) e presenta una pluralità di fori passanti le cui forme, dimensioni e posizioni sono tali, che quando la custodia di protezione (1) è applicata allo smartphone (2) detti fori passanti si trovano in corrispondenza di rispettivi componenti dello smartphone (2) che permettono ad un utilizzatore dello smartphone (2) di gestire il suo funzionamento e/o di usufruire delle sue funzioni e/o di connettere ad esso (2) dei dispositivi accessori, per cui attraverso questi fori passanti Γ utilizzatore è in grado di gestire il funzionamento dello smartphone (2) e/o di usufruire delle sue funzioni e/o di connettere ad esso (2) dei dispositivi accessori senza dovere rimuovere a tale scopo la custodia di protezione (1), di detta pluralità di fori passanti della custodia di protezione (1) facendo parte anche un foro passante (3) che è previsto in corrispondenza di quell’ apposito componente (4) dello smartphone (2) che emette la luce necessaria per il funzionamento dello smartphone (2) in modalità flash e/o torcia caratterizzata dal fatto che essa (1) comprende un cavo (5) a fibre ottiche, il quale (5) è collegato, in modo al bisogno scollegabile e per mezzo di primi (7a;7b;7c) e di secondi mezzi di collegamento (8a;8b;8c) interagenti tra loro, con una sua estremità di entrata a detto foro passante (3), che l’estremità di entrata del cavo (5) a fibre ottiche è dotata di detti primi mezzi di collegamento (7a;7b;7c) e che detti secondi mezzi di collegamento (8a;8b;8c) sono disposti nel foro passante (3) o adiacenti ad esso (3).
  2. 2. Custodia di protezione (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che il cavo (5) a fibre ottiche comprende al suo interno almeno un filo metallico (9).
  3. 3. Custodia di protezione (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che l’almeno un filo metallico (9) è in acciaio.
  4. 4. Custodia di protezione (1) secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzata dal fatto che l’almeno un filo metallico (9) è incorporato nella guaina esterna del cavo (5) a fibre ottiche e non è in contatto diretto con le fibre ottiche (6).
  5. 5. Custodia di protezione (1) secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzata dal fatto che l’almeno un filo metallico (9) funge da anima attorno alla quale sono disposte le fibre ottiche (6) ed è rivestito da imo strato isolante (10), in particolare da uno strato isolante (10) in PVC.
  6. 6. Custodia di protezione (1) secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che lo strato isolante (10) è a sua volta rivestito da uno strato composito (11) in alluminio/poliestere, detto strato composito (11) essendo disposto tra lo strato isolante (10) e le fibre ottiche (6) e presentando internamente verso lo strato isolante (10) il poliestere ed esternamente verso le fibre ottiche (6) ralluminio.
  7. 7. Custodia di protezione (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzata dal fatto che detti primi mezzi di collegamento (7a) sono costituiti da un elemento terminale esternamente filettato e che detti secondi mezzi di collegamento (8a) sono costituiti da una filettatura interna di detto foro passante (3), all’atto del collegamento tra l’estremità di entrata del cavo (5) a fibre ottiche e il foro passante (3) l’elemento terminale (7a) venendo avvitato nella filettatura interna (8a).
  8. 8. Custodia di protezione (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzata dal fatto che detti primi mezzi di collegamento (7b) sono costituiti da un magnete e che detti secondi mezzi di collegamento (8b) sono costituiti da un elemento ferromagnetico disposto adiacente a detto foro passante (3), all’atto del collegamento tra l’estremità di entrata del cavo (5) a fibre ottiche e il foro passante (3) il magnete (7b) venendo unito magneticamente all’elemento ferromagnetico (8b).
  9. 9. Custodia di protezione (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzata dal fatto che detti primi mezzi di collegamento (7c) sono costituiti da un anello in materiale elasticamente cedevole e che detti secondi mezzi di collegamento (8c) sono costituiti da una scanalatura anulare interna di detto foro passante (3), all’atto del collegamento tra l’estremità di entrata del cavo (5) a fibre ottiche e il foro passante (3) l’anello (7c) venendo inserito nella scanalatura anulare interna (8c).
  10. 10. Custodia di protezione (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il cavo (5) a fibre ottiche è dotato alla sua estremità di uscita di un componente ottico (12) atto a variare almeno una caratteristica della luce fuoriuscente da questa estremità di uscita del cavo (5) a fibre ottiche.
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