ITAR20120016A1 - Sistema d'antenna per la generazione elettronica e la ricezione di radiazione elettromagnetica con momento angolare orbitale - antenna system for the electronic generation and reception of electromagnetic radiation with orbital angular momentum - Google Patents

Sistema d'antenna per la generazione elettronica e la ricezione di radiazione elettromagnetica con momento angolare orbitale - antenna system for the electronic generation and reception of electromagnetic radiation with orbital angular momentum Download PDF

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ITAR20120016A1
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Italy
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array
antenna
radiation
antenna apparatus
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Inventor
Mario Burigo
Mascio Fabrizia Di
Marco Matteoni
Gianni Santarelli
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Navis S R L
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    • HELECTRICITY
    • H01ELECTRIC ELEMENTS
    • H01QANTENNAS, i.e. RADIO AERIALS
    • H01Q21/00Antenna arrays or systems
    • H01Q21/06Arrays of individually energised antenna units similarly polarised and spaced apart
    • H01Q21/20Arrays of individually energised antenna units similarly polarised and spaced apart the units being spaced along or adjacent to a curvilinear path

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  • Variable-Direction Aerials And Aerial Arrays (AREA)

Description

CAMPO DI APPLICAZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce in generale a sistemi di comunicazione che usano antenne radio e in particolare alla generazione elettronica di radiazione elettromagnetica - in radiofrequenza - provvista di momento angolare orbitale (Orbitai Angolar Momentum - OAM) .
BACKGROUND
La teoria classica dell’ elettromagnetismo mostra che la radiazione elettromagnetica trasporta sia energia che momento angolare .
Il momento angolare può essere suddiviso nella componente SAM (Spin Angular Momentum) ovvero la polarizzazione e la componente OAM (Orbitai Angular Momentum ).
Recentemente sono state valutate le implicazioni pratiche dell’ utilizzazione del OAM della radiazione elettromagnetica in particolare nella frequenza radio (B. Thidè, H. Then, J. Sj<">oholm, K. Palmer, J. E. S. Bergman, T. D. Carezzi, Y. N. Istomin, N. H. Ibragimov, and R. Khamitova, “Utlilization of photon orbitai angular momentum in thè low-frequency radio domain, " Phys. Rev. Lett., voi. 99, no. 8, p. 087701, 22 August 2007).
I modi OAM sono generati dalla rotazione del fronte di fase della radiazione per cui la radiazione appunto si “attorciglia” attorno alla direzione di propagazione nella maniera mostrata in Fig.l, Fig.2, Fig. 3, Fig. 4.
Più specificamente, la Fig. 1 rappresenta una radiazione in assenza di modi OAM (1 = 0), le Fig.2 , 3 e 4 rappresentano radiazioni con modi OAM e, rispettivamente, 1=1, 1=2, 1=3.
II parametro "1” è il numero che identifica i “modi” di OAM ed è una notazione presa a prestito dalla meccanica quantistica dove “1” è appunto il numero quantico corrispondente al momento angolare orbitale.
Per generare radiazione con modi OAM è necessario quindi creare un opportuno sfasamento tra diversi componenti della radiazione in maniera tale appunto da generare la rotazione del fronte di fase
Le frequenze dello spettro radio - con il proliferare di sistemi di telecomunicazione e radar -risultano essere una risorsa sempre meno disponibile e questo comporta sicuramente una limitazione nello sviluppo di sistemi menzionati.
L’utilizzazione quindi di una nuova caratteristica della radiazione (appunto ΓΟΑΜ) potrà quindi permettere un uso più efficiente dello spettro radio disponibile (per es. tramite il riutilizzo della medesima frequenza con modi OAM differenti).
Si pone quindi la necessità di realizzare nuovi sistemi di telecomunicazione e antenne, sufficientemente versatili e modulabili, in grado di generare onde elettromagnetiche provviste di OAM; a questo scopo è stata identificata un antenna basata su array di elementi radianti elementari (dipoli o simili). Ogni elemento può essere attivato o disattivato individualmente e con lo sfasamento specifico per generare radiazione con OAM.
L’impiego di un array di elementi radianti elementari e modulabili permette non solo di generare radiazione con OAM ma anche di selezionare e variare le caratteristiche tecniche dell’antenna (guadagno direttività apertura , ecc.).
Il campo irradiato dall’ array è dato dalla sovrapposizione dei campi irradiati dai singoli elementi (solitamente fra loro uguali, pur non essendo necessario); ad esempio per ottenere antenne molto direttive, occorre che tali campi interferiscano costruttivamente nelle direzioni desiderate e distruttivamente in tutte le altre.
Un esempio di combinazione di due diagrammi di radiazione è in Fig. 5.
In particolare, i parametri di progetto sui quali operare per ottenere il diagramma di radiazione assegnato sono:
1. configurazione geometrica della schiera (lineare, circolare, ecc.);
2. numero di elementi e distanza fra gli elementi ;
3. ampiezza della corrente di eccitazione dei singoli elementi ;
4. sfasamenti delle correnti di eccitazione dei singoli elementi ;
5. diagramma di radiazione dei singoli elementi;
6. frequenza
Più nello specifico, la configurazione tipica di un generatore di modi OAM è un array circolare formato da dipoli elementari in numero con una disposizione e soprattutto con uno sfasamento dipendente dal numero di modi OAM e caratteristiche (guadagno direttività) che si vogliono ottenere (vedi ad esempio Mohammadi, S.M.; Daldorff, L.K.S.; Bergman, J.E.S.; Karlsson, R.L.; Thide, B.; Forozesh, K.; Carozzi, T.D.; Isham, B.; “Orbitai angular momentum in radio — a System study”, IEEE Transactions on Antennas and Propagation, 04 dicembre 2009).
SOMMARIO
Scopo della presente invenzione è sviluppare un sistema che permetta la generazione e la ricezione elettronica di radiazione elettromagnetica con OAM .
I componenti principali del sistema sono quattro e precisamente:
1. Una unità di gestione/controllo provvista di:
a. Uno o più dispositivi di input (per esempio tastiera, scanner, touch screen, pen tablet, etc...);
b. Una unità di calcolo (CPU);
c. Un software, adatto alla natura dell’unità di gestione scelta, in grado di elaborare i dati in ingresso e produrre segnali di uscita che comandino Γ array in modo conforme alle esigenze dell’utente.
Il sistema di controllo potrebbe quindi essere un personal computer dotato delle necessarie periferiche, un microcontrollore o qualsiasi altra apparecchiatura equivalente;
2. Un apparato di antenna che può assumere le seguenti forme:
a. un array di antenne che si può supporre, a titolo di esempio e non di limitazione, di forma circolare costituito da un numero finito di singoli semplici elementi (es. dipolo, monopolo, ) disposti in cerchi concentrici. Il numero degli elementi per ogni cerchio e quindi il numero complessivo, nonché le dimensioni dell’ array (diametro) sono determinati dal tipo di applicazione, dalla frequenza RF da utilizzare e dal grado di personalizzazione che si vuole ottenere;
b. un concentratore di fascio (es. riflettore parabolico oppure lente di Luneberg) con un array di antenne concettualmente uguale al precedente, posto in prossimità del punto focale del un punto appropriato a seconda del tipo di concentratore usato. Questa soluzione oltre a mantenere la possibilità di configurare parzialmente il pattern e di generare/rilevare OAM è estremamente interessante per i consistenti vantaggi che apporta in termini di guadagno, direttività, apertura e costo (Γ array è di dimensioni molto più contenute, diametro massimo di qualche dm.);
3. Una rete di comunicazione che permetta di trasferire i segnali di controllo generati dalla CPU all’apparato d’antenna.
4. Interfacce di rete per CPU e apparato d’antenna compatibili con la rete di comunicazione in uso.
In una prima versione dell’invenzione, essa viene usata come apparato di trasmissione: per ottenere una configurazione dell’ array che abbia un determinato diagramma di radiazione e OAM si fornisce in ingresso al sistema il suddetto diagramma in forma compatibile al sistema di input scelto e la CPU dimensiona opportunamente i parametri degli elementi dell’ array per riprodurre la radiazione richiesta. Restando fermo l’uso dell’unità di gestione e controllo, è possibile usare (la scelta verrà dettata dalle specifiche esigenze/contingenze degli utilizzatori) tutti gli apparati di antenne definiti al punto 2 del presente Sommario (punti a,b).
Una seconda versione dell’ invenzione prevede una modalità di utilizzo identica a quella appena descritta, ma il sistema è utilizzato come apparato di ricezione. Il processo è quindi invertito: il segnale ricevuto da ogni singolo elemento dell’array viene trasferito alla CPU che elabora i diversi segnali per definire le caratteristiche complessive del segnale ricevuto (ampiezza, frequenza, modo OAM, etc.). Restando fermo l’uso dell’unità di gestione e controllo, è possibile usare (la scelta verrà dettata dalle specifiche esigenze/contingenze degli utilizzatori) gli apparati di antenne definiti ai punti 2a e 2b del presente Sommario.
Una terza versione l’invenzione è usata come apparato di trasmissione: la programmazione dell’array, finalizzata all’ ottenimento di un determinato radiation pattern e OAM è realizzata agendo direttamente, tramite il software, sugli elementi che lo compongono attivando singolarmente solo quelli necessari e specificando i valori dei parametri caratteristici (ampiezza, fase, ...) per ottenere la configurazione richiesta. Come in precedenza, è possibile usare (la scelta verrà dettata dalle specifiche esigenze/contingenze degli utilizzatori) tutti gli apparati di antenne definiti al punto 2 del presente Sommario (punti a,b).
Una quarta versione dell’invenzione prevede una modalità di utilizzo identica a quella appena descritta, ma il sistema è utilizzato come apparato di ricezione e il processo è analogo a quanto descritto per la versione 2. In analogia alla precedente versione in modalità di ricezione è possibile usare (la scelta verrà dettata dalle specifiche esigenze/contingenze degli utilizzatori) gli apparati di antenne definiti ai punti 2a e 2b del presente Sommario.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Le Figg. 1, 2, 3, 4 illustrano alcune radiazioni con diverso valore di OAM.
La Fig. 5 mostra un esempio di combinazione di due diagrammi di radiazione.
La Fig. 6 è lo schema a blocchi generale dell’invenzione.
La Fig. 7 è lo schema a blocchi dell’unità di gestione/controllo.
La Fig. 8 è lo schema a blocchi della sezione d’antenna.
La Fig. 9 rappresenta una possibile configurazione per un array di antenne.
La Fig. 10 rappresenta una possibile combinazione di concentratore e array nel piano focale. La Fig.ll rappresenta lo schema a blocchi generale del sistema in modalità trasmissione.
La Fig.12 rappresenta lo schema a blocchi del sistema in modalità trasmissione utilizzando come apparato d’ antenna Γ array descritto nel presente brevetto.
La Fig.13 rappresenta lo schema a blocchi del sistema in modalità trasmissione utilizzando l’apparato d’antenna costituito da concentratore con array posto in prossimità del piano focale descritto nel presente brevetto.
La Fig.14 rappresenta lo schema a blocchi generale del sistema in modalità ricezione.
La Fig.15 rappresenta lo schema a blocchi del sistema in modalità ricezione utilizzando come apparato d’antenna Γ array descritto nel presente brevetto.
La Fig.16 rappresenta lo schema a blocchi del sistema in modalità ricezione utilizzando l’apparato d’antenna costituito da concentratore con array posto in prossimità del piano focale descritto nel presente brevetto.
DESCRIZIONE
La Fig.6 illustra lo schema generale del sistema: in esso sono indicati l’unità di gestione/controllo 1 e la sezione di antenna 3. Le informazioni e i segnali prodotti dall’unità di controllo sono inviati all’apparato d’antenna per mezzo di una rete di comunicazione 2.
L’unità di gestione/controllo 1 (Fig.7) comprende a sua volta uno o più dispositivi di input 11, una unità di calcolo 12, un software di elaborazione 13 e un’interfaccia di rete 21.
In Fig.8 è rappresentato schematicamente la sezione di antenna (3). Essa è costituito da una interfaccia di rete 21 e da un apparato d’antenna 30.
Per quanto riguarda la rete di comunicazione 2 e relative interfacce 21 esse possono essere del tipo ritenuto più idoneo e ovviamente correlate tra loro. A solo titolo di esempio e non di limitazione, la rete 2 può essere costituita da una connessione ethernet, una connessione diretta via cavo, una connessione Wi-Fi, una connessione power-line, etc.
Conseguentemente, nel caso in cui la rete di comunicazione 2 sia una connessione ethernet wireless, l’interfaccia 21 comprenderà almeno un router ethernet wireless; nel caso in cui la rete di comunicazione sia una connessione ethernet wired, l’interfaccia di rete comprenderà almeno un hub ethernet, uno switch ethernet o un router ethernet; nel caso di una rete di comunicazione powerline, l’interfaccia comprenderà almeno un carrier bridge, etc.
Fig.9 e Fig. 10 rappresentano due possibili soluzioni (non vincolanti) per le due configurazioni che può assumere l’apparto d’antenna: un array 33 formato da antenne elementari 331, un array di antenne 342 sul piano focale di un concentratore 341.
Nel primo caso (Fig. 9) si ha una gestione più completa e personalizzabile di un classico array di antenne ma soprattutto emerge una importante peculiarità della presente invenzione: come illustrato in precedenza, il numero di elementi ha un’influenza particolare nella generazione di modi OAM poiché ne determina il numero massimo di modi (numero “1”) che è possibile avere. La scelta del modo OAM dipenderà quindi solamente dallo sfasamento scelto tra gli e elementi contigui (nella direzione azimutale), il che aggiunge una componente notevole di flessibilità alla soluzione proposta.
Nel secondo caso (Fig. 10), viene mantenuta la gestione completa e personalizzabile dell’array (situato questa volta nei pressi del piano focale del concentratore), ma l’uso di un concentratore aggiunge un ulteriore fattore di flessibilità potendo agire sulla sua geometria, sulla lunghezza focale e su tutti i parametri tipici di questi apparati, fermi restando i vantaggi in termini di guadagno, direttività e costo.
Secondo una prima versione dell’ invenzione, schematizzata dalla Fig. 11, il sistema è usato come apparato trasmittente con un diagramma di radiazione specifico fornito dall’utente. Il diagramma di radiazione desiderato con OAM viene fornito al sistema in modalità conforme al dispositivo di input 11 adottato (parametrica, grafica, etc...).
Il software 13 e l’unità di calcolo 12 elaborano i dati in ingresso producendo opportuni segnali di comando.
Questi segnali vengono instradati, tramite le interfacce 21, sulla rete 2 e arrivano all’apparato d’antenna 30 per predisporne la corretta configurazione. Si distinguono 2 casi (uno per ogni apparato d’antenna usato tra quelli disponibili):
1. array di antenne (costituito come descritto nel sommario al punto 2a, Fig.12): l’unità di controllo attiva gli elementi dell’ array 33 necessari settandone opportunamente i parametri caratteristici e ottenendo la topologia adatta a trasmettere la radiazione con OAM 32 come specificato dal radiation pattern in ingresso;
2. concentratore di fascio di tipologia standard con array (costituito come descritto nel sommario al punto 2b) nel fuoco (Fig.13): l’unità di controllo attiva gli elementi dell’ array 342 necessari settandone opportunamente i parametri caratteristici e ottenendo la topologia adatta a trasmettere la radiazione con OAM 32 come specificato dal radiation pattern in ingresso; il segnale risultante usufruirà poi del guadagno e della direttività garantiti dal concentratore 341 ;
In una seconda versione, rappresentata dalla Fig. 14, l’invenzione è usata come apparato ricevente. Funzionando in maniera inversa rispetto al caso precedente (trasmissione) il segnale di ogni elemento che compone l’apparato di antenna 30 viene trasmesso - tramite le interfacce 21 e la rete 2 - all’unità di calcolo 12 che, con l’ausilio del software specifico 13, elabora i diversi segnali per ricostruire le caratteristiche della radiazione ricevuta e il radiation pattern dell’antenna in ricezione. Il segnale ricevuto potrà quindi essere eventualmente elaborato dai dispositivi di telecomunicazione dell’utente (es. modem)
Si distinguono 2 casi :
1. array di antenne (costituito come descritto nel sommario al punto 2a, Fig.15): il segnale ricevuto 31 da ogni singolo elemento dell’ array 33 viene instradato sulla rete di comunicazione 2 tramite le interfacce 21 e raggiunge la CPU 12 che lo elabora per definire le caratteristiche complessive del segnale ricevuto (ampiezza, frequenza, modo OAM, etc.);
2. concentratore di fascio di tipologia standard con array (sempre costituito come descritto nel sommario al punto 2b, Fig.16) nel fuoco: il segnale 31 viene raccolto dal concentratore 341 e convogliato verso Γ array 342. Il segnale ricevuto 31 da ogni singolo elemento dell’ array viene instradato sulla rete di comunicazione 2 tramite le interfacce 21 e raggiunge la CPU 12 che lo elabora per definire le caratteristiche complessive del segnale ricevuto (ampiezza, frequenza, modo OAM, etc.);
In una terza versione dell’invenzione, la configurazione dell’antenna, usata come apparato trasmissivo, viene realizzata intervenendo direttamente sugli elementi dell’ array o del riflettore. Questa modalità è sempre descritta dalla Fig. 11, e trova applicazione sia nel caso in cui si conosca già la configurazione corrispondente al pattern radiation richiesto e si devono solo attivare gli elementi necessari a formarla, sia nel caso in cui si vogliano provare configurazioni di antenna dalle caratteristiche non note a priori. Si distinguono tre casi:
1. array di antenne (costituito come descritto nel sommario al punto 2a, Fig.12): il procedimento prevede che l’utente, grazie al dispositivo di input 11, il monitor o display 14 e con l’ausilio del software 13, specifichi quali elementi dell’ array 33 attivare/disattivare e con quali valori dei parametri (ampiezza, fase,...). I segnali derivanti dall’elaborazione delle indicazioni dell’operatore sono inviati, per mezzo dell’interfaccia 21, sulla rete di comunicazione 2 e quindi all’ array 33 per portarlo nella configurazione voluta;
2. concentratore di fascio di tipologia standard con array (costituito come descritto nel sommario al punto 2b) nel fuoco (Fig.13): l’utente, grazie al dispositivo di input 11, il monitor o display 14 e con l’ausilio del software 13, individua quali elementi dell’ array 342 attivare/disattivare e con quali valori dei parametri (ampiezza, fase,...). I segnali derivanti dall’elaborazione delle indicazioni dell’operatore sono inviati, per mezzo dell’ interfaccia 21, sulla rete di comunicazione 2 e quindi all’ array 342 per portarlo nella configurazione voluta. La radiazione risultante beneficia infine del guadagno e della direttività del riflettore 341 ;
In una quarta versione, sempre rappresentata dalla Fig. 14, l’invenzione è usata come apparato ricevente. Funzionando in maniera inversa rispetto alla terza versione (trasmissione) il segnale RF rilevato da ogni elemento che compone l’apparato di antenna 30 viene trasmesso - tramite le interfacce 21 e la rete 2 - all’untà di calcolo 12 che, con l’ausilio del software specifico 13, elabora i diversi segnali per ricostruire le caratteristiche fisiche e i parametri della radiazione ricevuta. Il segnale ricevuto potrà quindi essere eventualmente elaborato dai dispositivi di telecomunicazione dell’utente (es. modem)
Si distinguono 2 casi :
1. array di antenne (costituito come descritto nel sommario al punto 2a, Fig.15): il segnale ricevuto 31 da ogni singolo elemento dell’ array 33 viene instradato sulla rete di comunicazione 2 tramite le interfacce 21 e raggiunge la CPU 12 che lo elabora per definire le caratteristiche complessive del segnale ricevuto (ampiezza, frequenza, modo OAM, etc.);
2. concentratore di fascio di tipologia standard con array (sempre costituito come descritto nel sommario al punto 2b, Fig.16) nel fuoco: il segnale 31 viene raccolto dal concentratore 341 e convogliato verso Γ array 342. Il segnale ricevuto 31 da ogni singolo elemento dell’ array viene instradato sulla rete di comunicazione 2 tramite le interfacce 21 e raggiunge la CPU 12 che lo elabora per definire le caratteristiche complessive del segnale ricevuto (ampiezza, frequenza, modo OAM, etc.);

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Un sistema, funzionante sia in modalità di trasmissione che in modalità di ricezione, in grado di modificare opportunamente il proprio diagramma di radiazione in base alle direttive dell'utente e costituito da: a. Una unità di gestione e controllo b. Una rete di comunicazione c. Una sezione d'antenna 2) Il sistema del punto 1) dove l'unità di controllo è costituita da: a. Uno o più dispositivi di input di qualsiasi tipo purché adatti agli scopi specifici b. Una unità di calcolo ed elaborazione c. Un software specifico d. Un dispositivo di visualizzazione e. Una o più interfacce di rete 3) Il sistema del punto 1 in cui la sezione di antenna è costituita da una o più interfacce di rete e da un'apparato d'antenna; 4) Il sistema del punto 2 in cui le interfacce di rete non sono integrate o comprese nell'unità di controllo ma sono esterne ad esse; 5) Il sistema del punto 3) in cui le interfacce di rete non sono integrate o comprese nella sezione di antenna ma sono esterne ad esse; 6) Il sistema al punto 3) in cui l'apparato di antenna è un array costituito da un numero finito di antenne elementari (della tipologia più adatta alle specifiche applicazioni), disposte in qualunque forma si reputi indicata purché in maniera ordinata (file, cerchi concentrici,...) e in quantità sufficiente da garantire una adattatività topologica conforme alle esigenze del risultato che si vuole ottenere. Dette antenne elementari sono collegate indipendentemente aN'unità di gestione e controllo che può attivarle o disattivarle, settandone contestualmente i parametri fondamentali 7) Il sistema al punto 3) in cui l'apparato di antenna è costituito da un array, concettualmente identico a quello descritto al punto 6) ma di dimensioni più contenute, posizionato nel fuoco di un concentratore di fascio di tipo standard (parabola, lente di luneburg,...) a costituire l'elemento trasmissivo/ricettivo 8 Un metodo per la trasmissione di radiazione che trasporta OAM usando il sistema al punto 1) in cui l'apparato d'antenna è quello rivendicato nel punto 6) e che comprende i seguenti passi: a. Inserimento in ingresso del diagramma di radiazione desiderato in modalità conforme al tipo di dispositivo di input adottato; b. Elaborazione, mediante uno specifico software, dei valori in ingresso e produzione dei corrispondenti segnali di uscita c. Indirizzamento dei segnali d'uscita, tramite l'interfaccia di rete e la rete di comunicazione, verso l'array di antenne per attivare/disattivare singolarmente gli elementi necessari e formare la configurazione d'antenna che soddisfi i requisiti di ingresso; 9) Un metodo per la trasmissione di radiazione che trasporta OAM, usando il sistema al punto 1) in cui l'apparato d'antenna è quello del punto 7) e che comprende i seguenti passi: a. Inserimento in ingresso del diagramma di radiazione desiderato in modalità conforme al tipo di dispositivo di input adottato; b. Elaborazione, mediante uno specifico software, dei valori in ingresso e produzione dei corrispondenti segnali di uscita c. Indirizzamento dei segnali d'uscita, tramite l'interfaccia di rete e la rete di comunicazione, verso l'array di antenne per attivare/disattivare singolarmente gli elementi necessari e formare la configurazione d'antenna che soddisfi i requisiti di ingresso; 10) Un metodo per la ricezione di radiazione che trasporta OAM, usando il sistema al punto 1) e l'apparato d'antenna al punto 6) e che comprende i seguenti passi: a. La radiazione entrante viene rilevata dagli elementi che compongono l'apparato d'antenna (array) ; b. il segnale di ogni elemento che compone l'apparato di antenna viene trasmesso - tramite la rete di comunicazione - all'unità di calcolo; c. con l'ausilio del software, i segnali vengono elaborati per ricostruire le caratteristiche della radiazione ricevuta (ampiezza, frequenza, modi OAM, etc...) e il radiation pattern dell'antenna in ricezione. 11) Un metodo per la ricezione di radiazione che trasporta OAM , usando il sistema al punto 1) in cui l'apparato d'antenna è quello del punto 7) e che comprende i seguenti passi: a. La radiazione entrante investe il concentratore e viene direzionata sull'array di ricezione; b. Gli elementi dell'array rilevano il segnale c. il segnale di ogni elemento che compone l'array viene trasmesso - tramite la rete di comunicazione - all'unità di calcolo; d. con l'ausilio del software, i segnali vengono elaborati per ricostruire le caratteristiche della radiazione ricevuta (ampiezza, frequenza, modi OAM, etc...) e il radiation pattern dell'antenna in ricezione. 12) Un metodo per la trasmissione di radiazione che trasporta OAM, usando il sistema al punto 1) in cui l'apparato d'antenna è quello del punto 6) e che comprende i seguenti passi: a. Accesso diretto dell'utente, tramite l'unità di controllo e la rete di comunicazione, agli elementi dell'array; b. Configurazione dell'array attivando/disattivando i singoli elementi che si desidera prendano parte al processo e impostandone i valori dei parametri caratteristici. 13) Un metodo per la trasmissione di radiazione che trasporta OAM, usando il sistema al punto 1) in cui l'apparato d'antenna è quello del punto 7) e che comprende i seguenti passi: a. Accesso diretto dell'utente, tramite l'unità di controllo e la rete di comunicazione, agli elementi dell'array; b. configurazione dell'array attivando/disattivando i singoli elementi che si desidera prendano parte al processo e impostandone i valori dei parametri caratteristici; 14) Un metodo per la ricezione di radiazione che trasporta OAM, usando il sistema al punto 1) in cui l'apparato d'antenna è quello del punto 6) e che comprende i seguenti passi: a. b. La radiazione entrante viene rilevata dagli elementi che compongono l'apparato d'antenna (array) ; c. il segnale di ogni elemento che compone l'apparato di antenna viene trasmesso - tramite la rete di comunicazione - all'unità di calcolo; d. con l'ausilio del software, i segnali vengono elaborati per ricostruire le caratteristiche della radiazione ricevuta (ampiezza, frequenza, modi OAM, etc...); 15) Un metodo per la ricezione di radiazione che trasporta OAM, usando il sistema al punto 1) in cui l'apparato d'antenna è quello del punto 7) e che comprende i seguenti passi: a. b. La radiazione entrante investe il concentratore e viene direzionata sull'array di ricezione; c. Gli elementi dell'array rilevano il segnale d. il segnale di ogni elemento che compone l'array viene trasmesso - tramite la rete di comunicazione - all'unità di calcolo; e. con l'ausilio del software, i segnali vengono elaborati per ricostruire le caratteristiche della radiazione ricevuta (ampiezza, frequenza, modi OAM, etc...).
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