IT201900006843A1 - Bilanciatore per attrezzi - Google Patents

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IT201900006843A1
IT201900006843A1 IT102019000006843A IT201900006843A IT201900006843A1 IT 201900006843 A1 IT201900006843 A1 IT 201900006843A1 IT 102019000006843 A IT102019000006843 A IT 102019000006843A IT 201900006843 A IT201900006843 A IT 201900006843A IT 201900006843 A1 IT201900006843 A1 IT 201900006843A1
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IT
Italy
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ring
balancer
plate
crown
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Application number
IT102019000006843A
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English (en)
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Fabio Gubellini
Damiano Bergami
Original Assignee
Tecna Spa
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    • B25HAND TOOLS; PORTABLE POWER-DRIVEN TOOLS; MANIPULATORS
    • B25HWORKSHOP EQUIPMENT, e.g. FOR MARKING-OUT WORK; STORAGE MEANS FOR WORKSHOPS
    • B25H1/00Work benches; Portable stands or supports for positioning portable tools or work to be operated on thereby
    • B25H1/0021Stands, supports or guiding devices for positioning portable tools or for securing them to the work
    • B25H1/0028Tool balancers

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  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Transmission Devices (AREA)
  • Storing, Repeated Paying-Out, And Re-Storing Of Elongated Articles (AREA)
  • Centrifugal Separators (AREA)
  • Gears, Cams (AREA)

Description

Titolo: BILANCIATORE PER ATTREZZI
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un bilanciatore per attrezzi.
Come è noto, nella tecnica (e nel prosieguo della presente trattazione) con il termine "bilanciatore" si identifica un dispositivo che viene utilizzato in officine e reparti produttivi, per offrire assistenza ad un operatore che si avvale di un attrezzo per eseguire lavorazioni di varia natura.
Più in dettaglio, il bilanciatore comprende solitamente un guscio che viene appeso al soffitto o ad una parete, e che alloggia al suo interno un tamburo girevole attorno al quale è avvolto un cavo; il cavo è fissato ad un'estremità al tamburo stesso mentre da parte opposta fuoriesce dal guscio e presenta un gancio o un moschettone, per potervi vincolare l'attrezzo. Inoltre, il bilanciatore prevede una molla, tipicamente a spirale, che è avvolta attorno all'asse di rotazione del tamburo: lo svolgimento del cavo, con conseguente rotazione del tamburo e discesa dell'attrezzo, genera una reazione vincolare della molla che bilancia (o supera) il peso dell'attrezzo stesso e assolve un duplice compito. In primo luogo infatti, essa riduce o annulla il peso dell'attrezzo vincolato al cavo, consentendo all'operatore di maneggiarlo senza sforzo. Inoltre, o in alternativa, a lavorazione terminata la reazione vincolare si incarica di riportare ed eventualmente mantenere l'attrezzo in una postazione di riposo (in prossimità del tamburo e della parete cui è appeso), quando l'operatore lo rilascia.
In talune applicazioni, il bilanciatore offre all'operatore la possibilità di regolare il precarico della molla, così da modificare a piacimento l'intensità della reazione vincolare. In particolare, secondo modalità note l'operatore può regolare il precarico ruotando (con una mano o ricorrendo ad una chiave) una manopola che sporge dal guscio e che è posta in collegamento diretto o indiretto con la molla. Per impedire la trasmissione del moto in senso opposto (dalla molla alla manopola) e/o rotazioni indesiderate della manopola, la regolazione è consentita solo dopo aver disattivato un fermo meccanico o solo imponendo una temporanea traslazione (estrazione parziale) della manopola, in quanto solo in tale condizione si verifica l'accoppiamento con la molla. In entrambi i casi, ciò si rivela piuttosto disagevole per l'operatore, che deve avere con sé la necessaria chiave o ruotare la manopola mantenendola estratta, eseguendo un movimento innaturale e del tutto disagevole (complicato dalla necessità di mantenere fermo il guscio con l'altra mano). Anche il semplice azionamento della manopola (sia esso manuale o con la chiave) si rivela talvolta difficile, per lo sforzo considerevole che viene richiesto all'operatore. Per mantenere più pratica l'esperienza d'uso del bilanciatore, in altre applicazioni la regolazione del precarico è affidata ad un accoppiamento corona-vite senza fine: come è noto infatti, adottando tali componenti il movimento può essere trasmesso in una sola direzione e viene quindi automaticamente impedita la trasmissione del moto in senso opposto.
Anche tale soluzione realizzativa non è però priva di inconvenienti. Infatti, dovendo prevedere organi che lavorano su assi distanti, tale ingranaggio complica sensibilmente il lay-out e l'ingombro del bilanciatore. Inoltre, si tratta di una soluzione molto costosa adatta unicamente ai bilanciatori di grande taglia.
Compito precipuo del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un bilanciatore per attrezzi che offra pratiche modalità di regolazione del precarico della molla al suo interno.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore per attrezzi che consenta di regolare il precarico della molla in modo ergonomico e senza richiedere sforzi significativi all'utilizzatore.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore per attrezzi che adotti accorgimenti utili per prevenire o quantomeno ridurre movimenti indesiderati della molla e/o il rischio di trasmissione del moto in verso opposto a quello previsto per la regolazione del precarico.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento.
Un altro scopo del trovato è quello di proporre un bilanciatore per attrezzi che adotti una architettura tecnica e strutturale alternativa a quelle dei bilanciatori di tipo noto.
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato è quello di realizzare un bilanciatore di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi ed altri scopi che risulteranno maggiormente chiari nel seguito vengono raggiunti da un bilanciatore secondo la rivendicazione 1.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di due forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, del bilanciatore secondo il trovato, illustrate a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra il bilanciatore secondo il trovato, in vista assonometrica parzialmente sezionata e nella prima forma di realizzazione; le figure 2 e 3 mostrano da parti opposte alcuni componenti del bilanciatore, in vista assonometrica esplosa e nella prima forma di realizzazione;
la figura 4 mostra il gruppo di regolazione e la corona in alzato frontale e nella prima forma di realizzazione;
la figura 5 è una sezione del bilanciatore di figura 1, eseguita lungo l'asse indicato con V-V in figura 4;
la figura 6 mostra il gruppo di regolazione e la corona in alzato frontale, nella seconda forma di realizzazione.
Con particolare riferimento alle figure citate, è indicato globalmente con il numero di riferimento 1, un bilanciatore per attrezzi, ovvero un apparato che può essere impiegato per offrire un valido ausilio a operatori che devono eseguire compiti di varia natura avvalendosi di un attrezzo specifico.
Il bilanciatore 1 comprende innanzitutto un tamburo rotante 2 di avvolgimento e svolgimento per un cavo, che è fissato o comunque vincolato al tamburo 2 con una sua prima estremità. Il cavo è configurato con una sua estremità libera (da parte opposta alla prima estremità) per il sostegno dell'attrezzo. In altri termini, il cavo può essere pressoché completamente avvolto attorno al tamburo 2, o svolto parzialmente o completamente (fino alla quasi totalità della sua lunghezza) per sostenere/trattenere un attrezzo appeso all'estremità libera, per esempio facendo ricorso ad un moschettone, ad un gancio, o ad altri simili mezzi di vincolo. Quando è avvolto attorno al tamburo 2, il cavo può essere ospitato in una sede 2a definita dalla superficie laterale del tamburo 2 stesso, il quale può essere di forma cilindrica (come nelle figure allegate) o conica/troncoconica, o altro ancora, senza comunque fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato.
Inoltre, il bilanciatore 1 comprende una molla di richiamo 3, precaricata, che è avvolta attorno all'asse di rotazione del tamburo 2 e che è vincolata direttamente o indirettamente a quest'ultimo. La molla 3 (visibile in figura 5) è tipicamente a spirale (sebbene non si escludano altre soluzioni realizzative). Grazie al vincolo al tamburo 2, la molla 3 sviluppa una reazione elastica (a seguito dello svolgimento del cavo e della conseguente rotazione del tamburo 2) che contrasta lo svolgimento stesso del cavo e che è atta a favorirne il riavvolgimento (in quanto tende a far ruotare in senso opposto il tamburo 2 ovviamente).
Secondo varie modalità, e in funzione della specifica applicazione e dell'uso del bilanciatore 1, tipicamente il riavvolgimento si verificherà al termine dell'utilizzo dell'attrezzo.
Il bilanciatore 1 comprende altresì un gruppo 4 di regolazione del precarico della molla 3, per consentire ad un operatore la possibilità di variare in modo selettivo l'intensità della reazione elastica sviluppata.
Sin qui comunque, il bilanciatore 1 è di tipo tradizionale e può appunto essere utilizzato (preferibilmente ma non esclusivamente), per offrire un valido ausilio a operatori che devono eseguire compiti di varia natura avvalendosi di un attrezzo (da appendere all'estremità libera del cavo).
Secondo il trovato, il gruppo 4 di regolazione comprende innanzitutto una corona 5 fissa con dentatura interna 5a.
Il gruppo 4 comprende altresì un anello 6 sostanzialmente circolare con dentatura esterna 6a, che è disposto all'interno della corona 5 in modo sostanzialmente complanare (come ben si evince nelle figure 4 e 6 per esempio).
Il gruppo 4 comprende inoltre un piattello 7 che è disposto sostanzialmente complanare all'interno dell'anello 6 e che è libero di ruotare attorno all'asse longitudinale A della corona 5 per azione di un utilizzatore.
In ogni posizione angolare del piattello 7 (ognuna di esse ottenibile con la rotazione attorno all'asse longitudinale A), l'anello 6 è mantenuto premuto, con almeno una rispettiva sezione della dentatura esterna 6a, contro la dentatura interna 5a da una corrispondente porzione attiva 7a del piattello 7 a maggiore estensione radiale, rispetto all'asse longitudinale A. In questo modo, si realizza l'ingranamento fra le dentature 5a, 6a e ciò assicura la trasmissione del moto dal piattello 7 all'anello 6 e la conseguente regolazione del precarico della molla 3, che è operativamente collegata all'anello 6. Come sarà meglio chiarito in seguito, le figure allegate 1-5 mostrano una forma di realizzazione in cui il piattello 7 presenta due porzioni attive 7a, il cui numero di riferimento è riportato nella sola figura 4, dove sono maggiormente evidenti. Il numero di porzioni attive 7a potrà comunque essere differente, in funzione della specifica forma conferita al piattello 7: la figura 6 mostra schematicamente una possibile variante in cui il piattello 7 presenta una sola porzione attiva 7a. in ogni caso, in qualsiasi forma di realizzazione solo parte della dentatura esterna 6a sarà in ogni istante in ingranamento con la dentatura interna 5a e in particolare il numero di sezioni della dentatura esterna 6a mantenute premute contro la dentatura interna 5a sarà pari a quello delle porzioni attive 7a (e varierà di conseguenza il numero di denti istante per istante in ingranamento).
Per "sezione" della dentatura esterna 6a si deve ovviamente intendere un segmento di quest'ultima (mai la sua interezza), di qualsiasi dimensione e comprendente un qualsiasi numero di denti, anche se nell'uso che ne verrà fatto nel prosieguo della presente trattazione, preferibilmente ciascuna sezione avrà un numero limitato di denti (il valore esatto dipendendo dalle scelte costruttive e dalle dimensioni dei componenti coinvolti).
Il piattello 7 presenta quindi estensione variabile, se misurato lungo differenti direzioni radiali rispetto all'asse longitudinale A e in particolare in corrispondenza della/e sua/e porzione/i attiva/e 7a il margine esterno arriva in prossimità della dentatura interna 5a della corona 5. Così, quando l'utilizzatore provoca la rotazione del piattello 7 attorno al proprio asse longitudinale A, la rispettiva sezione della dentatura esterna 6a dell'anello 6 che istante per istante è a contatto con ciascuna porzione attiva 7a, è appunto spinta verso la dentatura interna 5a, realizzando l'ingranamento necessario alla trasmissione del moto.
L'ingranamento coinvolge sempre e soltanto una parte dei denti delle dentature 5a, 6a, e ciò permette di ottenere rapporti di trasmissione di elevato interesse applicativo e più in generale numerosi benefici tecnici.
Infatti, il gruppo 4 assicura, innanzitutto, la desiderata possibilità di regolare il precarico della molla 3, e ciò è ottenuto con una soluzione assai pratica (è sufficiente imporre la rotazione del piattello 7 che trasmette il moto all'anello 6 collegato appunto alla molla 3), che consegue automaticamente un altro importante risultato. La peculiare tipologia di ingranaggio adottato nel gruppo 4, con l'ingranamento che si verifica grazie alla rotazione del piattello 7 che progressivamente spinge sezioni istante per istante differenti della dentatura esterna 6a a contatto con la dentatura interna 5a, automaticamente scongiura la possibilità di trasmissione del moto in senso opposto (dalla molla 3 e dall'anello 6 al piattello 7).
In una prima forma di realizzazione, illustrata anche nelle figure 1-5 allegate a scopo meramente illustrativo non limitativo dell'applicazione del trovato, il piattello 7 ha sagoma sostanzialmente ellittica ed è disposto coassiale all'anello 6 e alla corona 5. In tale forma di realizzazione quindi, il piattello 7 presenta due porzioni attive 7a, che sono disposte da parti opposte lungo il suo asse maggiore (e che appunto sono quelle i cui margini sono maggiormente distanziati dall'asse longitudinale A e più vicini alla dentatura interna 5a della corona 5). Le due porzioni attive 7a mantengono premute contro la dentatura interna 5a della corona 5a due rispettive sezioni (istante per istante differenti) della dentatura esterna 6a dell'anello 6.
In una seconda forma di realizzazione (figura 6), il piattello 7 ha sagoma sostanzialmente circolare ed è disposto eccentrico rispetto all'asse longitudinale A della corona 5. Evidentemente, in tal caso il piattello 7 presenta una sola porzione attiva 7a, da parte opposta rispetto all'asse longitudinale A e lungo il segmento ideale che congiunge il centro di simmetria del piattello 7 e il punto, lungo l'asse longitudinale A, attorno a cui ruota il piattello 7. L'unica porzione attive 7a mantiene premuta contro la dentatura interna 5a della corona 5a una rispettiva sezione (istante per istante differente) della dentatura esterna 6a dell'anello 6.
E' comunque opportuno sottolineare che il piattello 7 potrà avere anche altre forme e un diverso numero di porzioni attive 7a, in funzione delle specifiche esigenze applicative, senza fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato.
In una modalità di realizzazione del trovato di rilevante interesse pratico (particolarmente ma non esclusivamente adatta alla forma di realizzazione che prevede un piattello 7 ellittico), l'anello 6 è realizzato in materiale elasticamente deformabile ed è disposto coassiale alla corona 5. Nella configurazione indeformata dell'anello 6, la dentatura esterna 6a è mantenuta completamente distanziata dalla dentatura interna 5a della corona 5. In altri termini, le dimensioni dell'anello 6 e della corona 5 sono scelte tali che tra essi, in configurazione indeformata dell'anello 6, è sempre presente un interstizio vuoto e quindi non si verifica alcun ingranamento tra le dentature 5a, 6a. Di fatto però, la configurazione indeformata in uso non si realizza mai, in quanto in ogni posizione angolare del piattello 7 l'anello 6 è elasticamente deformato e mantenuto premuto, con ciascuna rispettiva sezione della dentatura esterna 6a, contro la dentatura interna 5a dalla corrispondente porzione attiva 7a.
Si sottolinea come l'insieme composto dal piattello 7 ellittico, dalla corona 5 e dall'anello 6 elasticamente deformabile costituisca di fatto l'ingranaggio noto nella tecnica come "riduttore armonico" o con la locuzione inglese "Harmonic Drive" (che è un marchio registrato). Proprio tale scelta pratica è illustrata nelle figure 1-5 allegate.
In una diversa modalità di realizzazione di rilevante interesse pratico (particolarmente ma non esclusivamente adatta alla forma di realizzazione che prevede un piattello 7 circolare), l'anello 6 è dotato di possibilità di libera traslazione in un piano ortogonale all'asse longitudinale A. Tale possibilità può essere conferita all'anello 6 con varie scelte costruttive, che possono essere identificate dalla persona esperta del ramo in funzione delle specifiche esigenze pratiche e senza alcun sforzo inventivo, tra quelle note nella tecnica. In tale modalità, in ogni posizione angolare del piattello 7 l'anello 6 (realizzato in materiale indeformabile) è sospinto e mantenuto premuto, con la rispettiva sezione della dentatura esterna 6a, contro la dentatura interna 5a dalla corrispondente porzione attiva 7a.
Anche in questo caso, in una configurazione ideale di riposo l'anello 6 è concentrico alla corona 5 e la dentatura esterna 6a è mantenuta completamente distanziata dalla dentatura interna 5a della corona 5. Di nuovo però, la configurazione ideale in uso non si realizza mai, in quanto in ogni posizione angolare del piattello 7 l'anello 6 è spinto (traslato) e mantenuto premuto, con la rispettiva sezione della dentatura esterna 6a, contro la dentatura interna 5a dalla corrispondente porzione attiva 7a. La forma di realizzazione che prevede piattello 7 circolare e anello 6 dotato di possibilità di libera traslazione è illustrata schematicamente nella figura 6 allegata.
Non si esclude comunque di adottare altre soluzioni pratiche per l'anello 6, diverse dalle due poc'anzi introdotte, senza con ciò fuoriuscire dall'ambito di protezione rivendicato. Vantaggiosamente, come anche nelle soluzione delle figure allegate, la corona 5 e il piattello 7 sono disposti coassiali al tamburo 2 e alla molla 3 (l'asse di rotazione del tamburo 2 coincide con l'asse longitudinale A). Tale soluzione (preferita ma non esclusiva) permette di contenere gli ingombri del bilanciatore 1 semplificandone il lay-out.
Utilmente, la dentatura interna 5a della corona 5 presenta un numero di denti superiore al numero di denti della dentatura esterna 6a dell'anello 6, e preferibilmente la differenza tra il numero di denti delle dentature 5a, 6a è compresa tra 1 e 5 ed ancor più preferibilmente è pari a 2.
Si osservi come almeno nel caso del riduttore armonico il rapporto di trasmissione sia ottenuto dal rapporto fra la differenza tra il numero di denti delle dentature 5a, 6a, e il numero di denti della dentatura esterna 6a.
Adottando quindi, per esempio, un anello 6 con dentatura esterna 6a da 200 denti e una corona 5 con dentatura interna 5a da 202 denti, è possibile ottenere un rapporto di trasmissione pari a 2/200.
Tale rapporto di trasmissione (così come altri simili, per esempio tra 1/200 e 10/200), presentano elevato interesse pratico, in quanto una rotazione completa dell'anello 6 si verifica solo con un numero molto alto di rotazioni completa del piattello 7 (o, di contro, una o due rotazioni complete del piattello 7 impartite dall'utilizzatore provocano piccole rotazioni dell'anello 6).
Rapporti di trasmissione come quelli poc'anzi ricordati, così lontani dall'unità, contribuiscono a prevenire la trasmissione del moto in senso opposto (e quindi dalla molla 3 e dall'anello 6 al piattello 7), innalzando l'utilità e la praticità del trovato.
In una forma di realizzazione di rilevante interesse pratico, comunque non limitativa dell'applicazione del trovato, il gruppo 4 comprende mezzi di trasmissione configurati per il collegamento rigido dell'anello 6 ad una porzione terminale della molla 3.
La rotazione del piattello 7 impartita dall'utilizzatore provoca quindi la rotazione dell'anello 6 (secondo il predefinito rapporto di trasmissione) e quindi la movimentazione solidale della porzione terminale della molla 3, per variarne appunto il precarico.
Più particolarmente, i mezzi di trasmissione comprendono un disco 8 coassialmente affacciato all'anello 6. Dall'anello 6 si sviluppano assialmente una pluralità di primi dentelli 9 (ben visibili per esempio in figura 2), distribuiti (preferibilmente equidistanziati) attorno all'asse longitudinale A e inseriti in rispettive nicchie 10 realizzate lungo una faccia del disco 8 (figura 3), per ottenere l'accoppiamento rigido tra il disco 8 e l'anello 6.
Ancor più particolarmente, i mezzi di trasmissione comprendono un manicotto cilindrico 11 che è disposto coassiale al disco 8 (da parte opposta all'anello 6, come si può rilevare nelle figure 2 e 3) e che presenta una scanalatura longitudinale 11a (figura 2) di alloggiamento per la già menzionata porzione terminale della molla 3. Da un bordo del manicotto 11 sporgono coassiali secondi dentelli 12: nelle soluzioni delle allegate figure, e come si evince nella figura 3 in particolare, il manicotto 11 possiede due secondi dentelli 12, ma potrebbero essere in numero qualsiasi. I secondi dentelli 12 sono inseriti in rispettive cave 13 (figura 5) realizzate lungo il disco 8, per realizzare l'accoppiamento rigido tra quest'ultimo e il manicotto 11.
Di fatto quindi, quando l'utilizzatore ruota il piattello 7 provoca la corrispondente rotazione dell'anello 6 (secondo il predefinito rapporto di trasmissione), il quale è reso solidale al disco 8 dai primi dentelli 9 inseriti nelle nicchie 10; grazie ai secondi dentelli 12 inseriti nelle cave 13, con il disco 8 ruota solidale il manicotto 11 (inserito girevolmente nel tamburo 2) e ciò permette di variare il precarico della molla 3, in quanto il manicotto 11 trascina nella rotazione la sua porzione terminale alloggiata nella scanalatura 11a. Non si esclude comunque la possibilità di accoppiare il manicotto 11 all'anello 6 direttamente, o con l'interposizione di componenti diversi dal disco 8.
In una forma di realizzazione di rilevante interesse pratico, comunque non limitativa dell'applicazione del trovato, il bilanciatore 1 comprende un guscio esterno 14 che alloggia al suo interno almeno il tamburo 2, la molla 3, l'anello 6 e il piattello 7 (preferibilmente nel guscio 14 sono ospitati anche il disco 8 e il manicotto 11). Utilmente, la corona 5 è sostanzialmente costituita da una frazione del guscio 14.
Il guscio 14 (per esempio formato da due semigusci 14a reciprocamente ancorati, come nelle figure allegate) conforma un'apertura 15 per la fuoriuscita e lo svolgimento del cavo; inoltre, al guscio 14 è ancorata una orecchia 16 (da parte opposta all'apertura 15), opportunamente forata per poter appendere il bilanciatore 1 al soffitto o ad una parete.
Si precisa che le modalità con cui il piattello 7 viene portato in rotazione dall'utilizzatore possono essere qualsiasi, e per esempio si potrà prevedere che dal guscio 14 sporgano un alberino e/o una manopola, solidali appunto al piattello 7 e impugnabili direttamente dall'utilizzatore.
Nelle forme di realizzazione delle figure allegate, riportate a scopo meramente illustrativo e non limitativo, il piattello 7 presenta invece un codolo 17 che definisce al suo interno un ricettacolo sagomato 17a aperto verso l'esterno.
Il ricettacolo sagomato 17a è normalmente richiuso da un tappo 18 amovibile (per proteggerlo da polvere e altre impurità) ed è configurato per l'accoppiamento temporaneo con una chiave (a brugola per esempio) di comando della rotazione del piattello 7.
Il funzionamento del bilanciatore secondo il trovato è il seguente.
Secondo modalità di per sé note, il bilanciatore 1 può essere appeso al soffitto (o ad una parete) di un locale in cui un operatore desidera avvalersi di un attrezzo di qualsiasi tipo, che viene quindi vincolato temporaneamente all'estremità libera del cavo. Il cavo può a sua volta svolgersi almeno parzialmente dal tamburo 2 per portarsi con la sua estremità libera nell'area di lavoro designata.
La reazione elastica della molla 3, conseguente allo svolgimento del cavo e alla rotazione del tamburo 2, riduce o annulla il peso dell'attrezzo rendendone agevole l'impiego. Inoltre, o in alternativa, la reazione elastica della molla 3 si incarica di riportare l'attrezzo in una postazione di riposo, quando viene rilasciato dall'operatore. In tale contesto, il gruppo 4 assicura la possibilità di regolare il precarico della molla 3 in modo del tutto innovativo.
Si è infatti già osservato come il gruppo 4 adotti una particolare modalità di trasmissione del moto (e quindi del comando di variazione del precarico), che richiede all'utilizzatore semplicemente di provocare la rotazione del piattello 7 (direttamente o attraverso chiavi, alberi, manopole o altri arnesi ad esso solidali, sporgenti dal guscio 14). Con la movimentazione del piattello 7, la o le porzioni attive 7a premono corrispondenti sezioni della dentatura esterna 6a (istante per istante differenti) contro la dentatura interna 5a della corona 5, fissa. Si ottiene così la rotazione dell'anello 6 (con rapporto di trasmissione scelto a piacere, e preferibilmente pari a pochi centesimi di unità), il quale è posto direttamente o indirettamente (come nelle soluzioni delle figure allegate) in collegamento operativo con la molla 3, e quindi ne può variare il precarico. Come si è visto, il piattello 7 e l'anello 6 possono essere realizzati con diverse forme, materiali e posizioni relative (variando quindi il numero delle porzioni attive 7a e delle corrispondenti sezioni della dentatura esterna 6a a contatto con la dentatura interna 5a), ottenendo per esempio (ma non esclusivamente) le due forme di realizzazioni illustrate in allegato e descritte nei precedenti paragrafi.
Diversamente dalle soluzioni note che richiedono manovre più articolate all'utilizzatore, la regolazione del precarico della molla 3 nel bilanciatore 1 secondo il trovato prevede di imporre al piattello 7 la semplice rotazione attorno all'asse longitudinale A e risulta quindi pratica, agevole e ergonomica. Il lay-out può essere mantenuto assai semplice e il bilanciatore 1 può così presentare dimensioni contenute. Adottando rapporti di trasmissione quali quelli già indicati nei precedenti paragrafi, lo sforzo richiesto all'utilizzatore per comandare la regolazione del precarico sarà minimo.
Inoltre, proprio grazie alla peculiarità dell'ingranaggio adottato, come si è già sottolineato il gruppo 4 scongiura automaticamente indesiderati movimenti della molla 3 e/o il rischio di trasmissione del moto in verso opposto a quello previsto per la regolazione del precarico, conseguendo con ciò un risultato altrettanto importante. Il gruppo 4 prevede componenti facilmente assemblabili e quindi si rivela assolutamente indicato anche per bilanciatori 1 da commercializzare con prezzo contenuto.
Il piattello 7 può quindi essere mantenuto costantemente in accoppiamento con la molla 3 senza dover prevedere accorgimenti particolari (come i fermi adottati in alcune soluzioni note) per impedire movimenti indesiderati della molla 3 e senza dover estrarre parzialmente la manopola prima della rotazione (per abilitare la regolazione in modo solo temporaneo, come accade in altre soluzioni note).
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà sostituite con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Bilanciatore per attrezzi, comprendente: - un tamburo rotante (2) di avvolgimento e svolgimento per un cavo, configurato con una sua estremità libera per il sostegno di un attrezzo, - una molla di richiamo (3), avvolta attorno all'asse di rotazione di detto tamburo (2) e vincolata a detto tamburo (2), per lo sviluppo di una reazione elastica contrastante lo svolgimento di detto cavo e atta a favorire il suo riavvolgimento, - un gruppo (4) di regolazione del precarico di detta molla (3), per la variazione selettiva dell'intensità di detta reazione elastica, caratterizzato dal fatto che detto gruppo (4) di regolazione comprende: - una corona (5) fissa con dentatura interna (5a), - un anello (6) sostanzialmente circolare con dentatura esterna (6a), disposto all'interno di detta corona (5) in modo sostanzialmente complanare, - un piattello (7) disposto sostanzialmente complanare all'interno di detto anello (6) e libero di ruotare attorno all'asse longitudinale (A) di detta corona (5) per azione di un utilizzatore, in ogni posizione angolare di detto piattello (7) detto anello (6) essendo mantenuto premuto, con almeno una rispettiva detta sezione di detta dentatura esterna (6a), contro detta dentatura interna (5a) da una corrispondente porzione attiva (7a) di detto piattello (7) a maggiore estensione radiale, rispetto a detto asse longitudinale (A), per la trasmissione del moto da detto piattello (7) a detto anello (6) e la conseguente regolazione del precarico di detta molla (3), operativamente collegata a detto anello (6).
  2. 2. Bilanciatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto piattello (7) ha sagoma sostanzialmente ellittica ed è disposto coassiale a detto anello (6) e a detta corona (5), detto piattello (7) presentando due dette porzioni attive (7a), disposte da parti opposte lungo il suo asse maggiore.
  3. 3. Bilanciatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto piattello (7) ha sagoma sostanzialmente circolare ed è disposto eccentrico rispetto a detto asse longitudinale (A) di detta corona (5).
  4. 4. Bilanciatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto anello (6) è realizzato in materiale elasticamente deformabile ed è disposto coassiale a detta corona (5), in configurazione indeformata di detto anello (6) detta dentatura esterna (6a) essendo mantenuta completamente distanziata da detta dentatura interna (5a) di detta corona (5), in ogni detta posizione angolare di detto piattello (7) detto anello (6) essendo elasticamente deformato e mantenuto premuto, con detta almeno una rispettiva sezione di detta dentatura esterna (6a), contro detta dentatura interna (5a) da detta corrispondente porzione attiva (7a).
  5. 5. Bilanciatore, secondo una o più delle rivendicazioni 1-3, caratterizzato dal fatto che detto anello (6) è dotato di possibilità di libera traslazione in un piano ortogonale a detto asse longitudinale (A), in ogni detta posizione angolare di detto piattello (7) detto anello (6) essendo sospinto e mantenuto premuto, con detta almeno una rispettiva sezione di detta dentatura esterna (6a), contro detta dentatura interna (5a) da detta corrispondente porzione attiva (7a).
  6. 6. Bilanciatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta corona (5) e detto piattello (7) sono disposti coassiali a detto tamburo (2) e a detta molla (3).
  7. 7. Bilanciatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta dentatura interna (5a) di detta corona (5) presenta un numero di denti superiore al numero di denti di detta dentatura esterna (6a) di detto anello (6), la differenza tra il numero di denti di dette dentature (5a, 6a) essendo preferibilmente compresa tra 1 e 5 ed ancor più preferibilmente essendo pari a 2.
  8. 8. Bilanciatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto gruppo (4) comprende mezzi di trasmissione configurati per il collegamento rigido di detto anello (6) ad una porzione terminale di detta molla (3).
  9. 9. Bilanciatore, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di trasmissione comprendono un disco (8) coassialmente affacciato a detto anello (6), da detto anello (6) sviluppandosi assialmente una pluralità di primi dentelli (9), distribuiti attorno a detto asse longitudinale (A) e inseriti in rispettive nicchie (10) realizzate lungo una faccia di detto disco (8), per l'accoppiamento rigido tra detto disco (8) e detto anello (6).
  10. 10.Bilanciatore, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detti mezzi comprendono un manicotto cilindrico (11) disposto coassiale a detto disco (8) e presentante una scanalatura longitudinale (11a) di alloggiamento per detta porzione terminale di detta molla (3), da un bordo di detto manicotto (11) sporgendo coassiali secondi dentelli (12), inseriti in rispettive cave (13) realizzate lungo detto disco (8), per l'accoppiamento rigido tra detto disco (8) e detto manicotto (11). .Bilanciatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere un guscio esterno (14) alloggiante almeno detto tamburo (2), detta molla (3), detto anello (6) e detto piattello (7), detta corona (5) essendo sostanzialmente costituita da una frazione di detto guscio (14). .Bilanciatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto piattello (7) presenta un codolo (17) definente internamente un ricettacolo sagomato (17a) aperto verso l'esterno, normalmente richiuso da un tappo amovibile (18) e configurato per l'accoppiamento temporaneo con una chiave di comando della rotazione di detto piattello (7).
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