IT201700017376A1 - Biomascheratore vibrazionale e metodo basato sullo stesso - Google Patents

Biomascheratore vibrazionale e metodo basato sullo stesso

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IT201700017376A1
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Description

Descrizione dell’invenzione
Ambito dell’invenzione
La presente invenzione riguarda un dispositivo ed un metodo per la soppressione di suoni apparenti, ovvero di percezioni sonore del sistema uditivo umano ai quali non corrispondono emissioni sonore associate ad onde di pressione provenienti da una fonte esterna o interna. La percezione di suoni apparenti in medicina assume il nome di acufene e può essere associata a cefalee, patologie neurologiche, stati schizofrenici.
Analisi dello stato dell’arte
Come è noto, l’apparato uditivo umano comprende l’orecchio esterno (padiglione auricolare e condotto uditivo), l’orecchio medio (timpano, ossicini e finestra ovale) e l’orecchio interno (coclea, canali semicircolari e terminazioni nervose) al quale può essere aggiunto il cervello, il cui ruolo nella percezione ed interpretazione dei suoni è fondamentale, anche se al momento ancora non del tutto compreso.
Quando una sorgente esterna (rispetto ad un essere umano) genera un rumore o un suono “reale”, l’onda di pressione ad esse associata è raccolta dall’orecchio esterno e grazie all’orecchio medio ed interno è tradotta in un impulso elettrico interpretato dalla corteccia cerebrale. In modo simile avviene la codifica di un suono “reale” interno, ad esempio il battito del cuore, che anche in questo caso è associato ad un’onda di pressione.
L’apparato uditivo umano percepisce anche suoni “apparenti”, intendendo con questo termine percezioni sonore generate a livello dell’orecchio interno e del cervello ai quali non corrisponde un’onda di pressione originata da una sorgente esterna o interna. Nella letteratura medica, il disturbo più comune legato alla percezione di suoni apparenti è noto con il termine di acufene (spesso utilizzato anche al plurale), anche se esistono altri disturbi in parte simili come l’ipercusia. L’acufene rappresenta un disturbo multifattoriale legato a svariate cause come traumi acustici, l’età, infezioni virali, uso di farmaci ototossici, sordità
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genetiche, e può essere associato ad altri disturbi come cefalee. Ad oggi la sua origine neurologica non è stata ben chiarita. Secondo recenti studi, una sofferenza anche lieve e transitoria a livello della coclea, può portare alla morte o al malfunzionamento di un gruppo di cellule ciliate (come è noto si tratta delle strutture responsabili della traduzione del segnale meccanico associato ad un suono reale in segnale elettrico). Anche se tale sofferenza interessa una porzione ristretta di cellule ciliate, e spesso non comporta alcuna conseguenza sulla capacità e sensibilità uditiva, può generare uno scompenso nell’intero apparato uditivo che si trasforma in acufene.
L'acufene e le cefalee colpiscono più di un cittadino su 5 nei paesi industrializzati e provoca diversi problemi alle persone colpite che ne sono affette. Poiché i farmaci sviluppati per alleviare i disturbi dei soggetti affetti da acufene sembrano essere efficaci solo parzialmente, sono stati proposti diversi approcci non farmacologici.
Una prima soluzione nota presente nel mercato è basata sull'irradiazione mediante radiazione laser di una regione vicina aN’orecchio. Secondo quanto dichiara il produttore il laser induce un incremento produzione di glucosio a livello della corteccia celebrale la quale diminuisce la frequenza e l’intensità dell’acufene. Una seconda soluzione nota prevede l’ascolto di un particolare brano musicale dal quale è rimossa una determinata frequenza, corrispondente alla medesima frequenza dell'acufene. Attraverso l'ascolto continuato di questo brano, il cervello si adatta e dopo un certo tempo cambia la propria percezione dell'acufene.
Nonostante la diffusione a livello commerciale, tali dispositivi e metodologie offrono tuttavia un’efficacia limitata per i pazienti affetti da acufene o sintomatologie simili legate alla percezione di suoni apparenti.
Anche nella letteratura brevettuale sono presenti numerosi dispositivi e metodi per il trattamento dell’acufene. Ad esempio, nel documento W02008030725A2, a nome Sonitus Ine. è descritto un dispositivo che trasmette vibrazioni al corpo del paziente attraverso una vite di un impianto dentale. Anche se in tale domanda l’inventore individua nella mancata somministrazione di vibrazioni la causa dell’acufene, la soluzione fornita presenta almeno due limitazioni. In primo luogo, le vibrazioni acustiche sono somministrate al paziente per via ossea o dentro il cavo orale, e non fornite esternamente alla persona. Inoltre, non prevede la modulazione dell'intensità, frequenza e forma della vibrazione somministrata al paziente, in modo da personalizzare il trattamento. In un secondo documento (US20010051776A1) si descrive un trattamento nel quale si utilizza una vibrazione avente la stessa frequenza di quella corrispondente all’acufene per ridurlo o sopprimerlo. L’inventore fornisce una buona descrizione di come la frequenza debba essere individuata anche se la soluzione su come produrre questo segnale si basa solo sulla emissione di un segnale sonoro al paziente. Il documento US20010051776A1 prende spunto da un brevetto molto importante riguardante le cosiddette tecniche di “cancellazione del rumore”, ovvero la domanda statunitense US5692056A a nome Gardner. In tale documento, è dischiuso un dispositivo in grado di cancellare il rumore o il suono provocato dalla vibrazione di uno strumento medicale mediante l’emissione di una vibrazione transcranica o intracranica.
Un approccio simile per risolvere il problema dell'acufene è fornito anche nel brevetto US5788656A a nome Di Mino. In questo caso, le vibrazioni sono generate all'interno del canale uditivo e si cerca di trasmetterle alla coclea.
Infine, particolarmente significativo nella ricostruzione dello stato della tecnica è la domanda internazionale W02000021440A9 a nome Lenhardt nel quale l’inventore rivendica l’impiego di vibrazioni ad altissime frequenza, con frequenze ultrasoniche comprese tra 5 e 200 KHz. La soluzione proposta da Lenhardt non si è però dimostrata veramente efficace nel risolvere il problema delle persone affette da acufene.
In conclusione, le terapie o dispositivi noti per alleviare la sensazione dell'acufene hanno ad oggi una percentuale di efficacia solo parziale sui pazienti e questo, evidentemente, rappresenta un problema significativo data l’incidenza di tale disturbo.
Pertanto, allo stato della tecnica non appare risolto adeguatamente il problema di trattare l’acufene o sintomatologie simili legate alla percezione di suoni apparenti.
Descrizione dettagliata dell’invenzione
Partendo dunque, dai limiti dei sistemi noti allo stato attuale dell’arte, la presente invenzione intende superarli in maniera compiuta, fornendo una soluzione al problema di sopprimere suoni apparenti. Tale soluzione è avvalorata da una recente osservazione sul meccanismo biologico dell'acufene e di altri disagi quali la cefalea.
Infatti, la presente invenzione è basata sulla scoperta che il suono apparente percepito da un essere umano è dovuto al mancato funzionamento di un processo biologico che lavora come un filtro in grado di impedire, a livello dell’apparato uditivo interno, la generazione di stimoli acustici, la loro trasmissione lungo il nervo acustico e la percezione da parte del cervello come suono apparente avente una certa frequenza ed intensità. In pratica, ogni essere umano possiede un “mascheratore vibrazionale naturale”, che sopprime o impedisce la propagazione del suono apparente alla base dell’acufene. Nel momento in cui si verifica una qualunque lesione al nervo acustico o alle cellule ciliate della coclea, questa determina uno scompenso nell’orecchio interno il quale porta alla creazione di uno stimolo acustico cosicché un suono non di origine esterna viene interpretato dal cervello. Lo stimolo acustico non di origine meccanica deriva da un trauma acustico (o dalle altre cause sopra menzionate) e viene trasformato in acufene solo in quei soggetti che non hanno funzionante il proprio “mascheratore vibrazionale naturale”.
Pertanto, il primo e principale scopo del presente trovato è realizzare un dispositivo utile per la soppressione o mitigazione di suoni apparenti, ovvero di percezioni sonore del sistema uditivo umano ai quali non corrispondono delle emissioni sonore provenienti da una fonte esterna. In particolare, rientra in tale scopo un dispositivo per il trattamento dell’acufene e di sintomatologie simili che sia migliorativo rispetto alle soluzioni attualmente note.
Unitamente al compito principale sopra esposto, un secondo importante scopo del presente trovato è realizzare un dispositivo utile per la soppressione di suoni apparenti, che vantaggiosamente sfrutti la scoperta sopra menzionata e particolarmente che, attraverso la somministrazione al paziente di vibrazioni esterne, possa attuare un concetto di "mascheratore vibrazionale” artificiale in grado di sostituire il “mascheratore vibrazionale naturale” nel momento in cui non funziona, ripristinando così una condizione di bilanciamento nell’apparato uditivo.
Nell’ambito del primo e del secondo scopo sopra esposti, un ulteriore compito del presente trovato è realizzare un dispositivo semplice da utilizzare ed indossare, in grado di migliorare le condizioni di vita quotidiana di pazienti affetti da acufene, iperacusia, cefalee o altre sintomatologie associate allo sbilanciamento nell’apparato uditivo.
Ulteriormente, nell’ambito degli scopi e dei compiti sopra esposti, un ulteriore compito del presente trovato è attuare un metodo per la soppressione dei suoni apparenti, basato su detto dispositivo, e particolarmente di quelli associati ad acufene, iperacusia, cefalee o altre sintomatologie associate allo sbilanciamento nell’apparato uditivo. Particolarmente, rientra in tale scopo la possibilità di attuare detto metodo in modo personalizzabile dal paziente, variando opportunamente le caratteristiche delle vibrazioni somministrate.
Infine, uno scopo del presente trovato è quello di realizzare detto dispositivo e di attuare detto metodo mediante tecnologie note ed a costi contenuti.
Questi ed altri scopi ancora, che più chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da un dispositivo denominato “biomascheratore vibrazionale”, e da un metodo basato su detto dispositivo, come alle unite rivendicazioni 1 e 9 rispettivamente, i cui elementi tecnici di dettaglio sono individuati dalle corrispondenti rivendicazioni dipendenti. Le suddette rivendicazioni, cui si rimanda per brevità di esposizione, sono nel seguito specificatamente e concretamente definite e si intendono parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato, risulteranno maggiormente dalla descrizione di tre sue forme di esecuzione preferita ma non esclusiva, illustrate a titolo indicativo e non limitativo nelle unite tavole di disegni, in cui:
- la figura 1 illustra, con riferimento alla forma realizzativa preferita, alla lettera (a) la struttura del dispositivo biomascheratore vibrazionale secondo il trovato, mentre alla lettera (b) lo schema di funzionamento;
- la figura 2 illustra il dispositivo biomascheratore vibrazionale secondo il trovato nella forma realizzativa preferita, nella quale il biomascheratore vibrazionale assume una configurazione a cuffia;
- la figura 3 rappresenta schematicamente una seconda forma realizzativa del dispositivo secondo il presente trovato, nella quale il biomascheratore vibrazionale assume la forma di un’occhiale;
- la figura 4 rappresenta schematicamente una terza forma realizzativa del dispositivo secondo il presente trovato, nella quale il biomascheratore vibrazionale è un dispositivo per l’uso notturno collegato ad un cuscino.
Si precisa che per chiarezza e per brevità espositiva, e per l’assenza di una terminologia nel settore del tutto unificata, il termine “suono apparente”, al singolare o al plurale, nell’ambito del presente trovato designerà una qualunque percezione di percezioni sonore del sistema uditivo umano ai quali non corrispondono onde di pressione sonore provenienti da una fonte esterna o interna al corpo. Similmente, il termine “acufene” o “acufeni” non solo designerà in senso stretto la patologia come definita nella letteratura medica, ma in modo generale anche tutti i disturbi e le sintomatologie associate alla percezione di suoni apparenti.
Infine, il termine “biomascheratore vibrazionale” verrà utilizzato per definire il dispositivo secondo il presente trovato, in grado di sopprimere suoni apparenti attraverso un’opportuna somministrazione di vibrazioni tali da ristabilire il naturale bilanciamento a livello dell’apparato uditivo interno (coclea e nervo acustico) che è stato compromesso a seguito di un trauma acustico o di altri fattori.
Con queste premesse, i compiti e gli scopi della presente invenzione verranno raggiunti con il dispositivo biomascheratore vibrazionale e con il metodo per la soppressione di suoni apparenti, di seguito descritti con riferimento ad alcune forme realizzative esemplificative e non limitative del trovato.
In sintesi, il dispositivo secondo il presente trovato somministra in aree specifiche del corpo del paziente, preferibilmente la mastoide, vibrazioni meccaniche di intensità, frequenza e forma d’onda tali da sostituire la vibrazione del mascheratore naturale venuta a mancare o modificata a seguito di una lesione a livello della coclea e/o del nervo acustico. L’effetto tecnico risultato della somministrazione di tali vibrazioni, per motivi che allo stato attuale sono ancora oggetto di ricerca da parte del presente inventore, è un sorprendente mascheramento dell'acufene, la mitigazione della cefalea o di altri malesseri associati allo sbilanciamento nell’apparato uditivo. Vantaggiosamente, detti dispositivo e metodo, permettono di ottenere un miglioramento della sensazione di acufene ma anche di alcune cefalee che interessano l’apparato uditivo. Il paziente non sente più il suono apparente dell'acufene perché questo è stato mascherato dal dispositivo secondo il presente trovato (da qui appunto, il termine di “biomascheratore vibrazionale”). Alla luce delle migliori conoscenze del presene inventore, l’effetto tecnico legato alla somministrazione di vibrazioni appare del tutto nuovo ed inventivo.
Forma realizzati va preferita
Descrizione del dispositivo biomascheratore vibrazionale
Nella forma realizzativa preferita, qui descritta a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato con riferimento all’unita figura 1 , il dispositivo biomascheratore vibrazionale (1) è utilizzato nel trattamento dell’acufene e comprende: un generatore di segnale (10) per generare una forma d’onda direttamente controllabile dall’utente o da altro soggetto, un elemento vibrante (20) in grado di convertire detta forma d’onda in vibrazioni e di trasmetterle ad una specifica parte del corpo di un paziente, e un’unità di controllo (30) che gestisce il funzionamento del generatore di segnale (10) o dell’elemento vibrante (20), ed in particolare la frequenza, l’intensità ed altre caratteristiche di dette vibrazioni.
Detto generatore di segnale (10) produce forme d’onda aventi frequenza, ampiezza, fase, pulsazione e forma d’onda controllabili ed è collegato a detto elemento vibrante (20), preferibilmente tramite un cavo elettrico, o altro collegamento fisico, ma anche in modalità wireless. Preferibilmente, detto generatore di segnale (10) è un generatore di funzioni arbitrarie da banco, come quelli prodotti dall’azienda Aim-TTi (disponibile nel catalogo RS), ma può essere anche un generatore di funzioni portatile, ad esempio un generatore di segnali a sintesi diretta DDS (disponibile da Analog Devices), o ancora un generatore dedicato basato sulla piattaforma Arduino. Preferibilmente, l’elemento vibrante (20) è un attuatore aptico basato su un trasduttore piezoelettrico, ad esempio quelli prodotti dalla Texas Instruments, oppure è un attuatore aptico basato sulle tecnologie ERM (Eccentric Rotating Mass) o LRA (Linear Resonant Actuators), sempre prodotti da prodotti dalla Texas Instruments, o ancora un comune motorino vibrante (come quelli disponibili nel catalogo dell’azienda Robot Italy srl). Tuttavia, a seconda delle esigenze e della modalità di somministrazione di tali vibrazioni al paziente affetto da acufene, altre soluzioni note all’esperto del rampo possono essere utilizzate, purché l’elemento vibrante (20) sia ovviamente compatibile con il generatore di segnale (10) e sia in grado di convertire in vibrazione la forma d’onda prodotta dal generatore di segnale (10) nel range di intensità/frequenza di interesse. Inoltre, il generatore di segnale (10) e l’elemento vibrante (20) possono essere vantaggiosamente integrati tra loro.
Nella forma realizzativa preferita, qui descritta a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato, detta vibrazione ha una frequenza principale vk(dove k è un numero intero) appartenente allo spettro udibile e dunque variabile in un range compreso tra circa 200 e circa 20000 Hz, a differenza di soluzioni note allo stato dell’arte che utilizzano frequenze ultrasoniche. Preferibilmente detta frequenza principale vknon è superiore alla frequenza dell'acufene da trattare. A titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato, l’elemento vibrante (20) è posto a contatto della mastoide, ma potrebbe essere collegata anche ad una parte qualsiasi della testa del paziente dove si ha facile accesso al cranio, in modo da favorire la stimolazione della corteccia celebrale e/o del nervo acustico.
Nella forma realizzativa preferita, qui descritta a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato, il dispositivo biomascheratore vibrazionale (1) comprende l’unità di controllo (30) attraverso la quale il paziente può gestire in autonomia il funzionamento di detto dispositivo, in modo da personalizzare il trattamento del proprio acufene.
A titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato, detta unità di controllo (30) gestisce le seguenti funzioni: accensione e spegnimento del dispositivo, definizione e modifica delle caratteristiche della vibrazione somministrata al paziente (in particolare, frequenza, intensità, fase, pulsazione e forma dell’onda), durata del trattamento e gestione delle condizioni di errore. Inoltre, l’unità di controllo (309 può essere integrata al generatore d’onda (10) e/o all’elemento vibratore (20). Vantaggiosamente l’unità di controllo (30) può essere un comune telefono cellulare munito di un’opportuna applicazione. A sua volta, l’unità di controllo (30) può essere collegato ad un database installato su server centrale locale o remoto in modo da memorizzare i parametri del trattamento e valutare il miglioramento nella percezione dell'acufene in relazione ad un proprio piano di personalizzato di somministrazione di vibrazioni trans-craniche. Ad esempio, è possibile mappare la durata del trattamento, l’intensità e la frequenza ed altri parametri delle vibrazioni trans-craniche. In aggiunta, sfruttando tecniche di elaborazione dati conosciute, tali parametri possono essere correlati con quelli di altri utenti, in modo da creare formule ed algoritmi utili per fornire ad un dato paziente la migliore strategia di guarigione dell'acufene.
Nella forma realizzativa preferita, qui descritta a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato, l’elemento vibrante (20) è costituito da uno o due vibratori aptici uguali tra loro e collocati sui padiglioni destro e/o sinistro di una cuffia. In questa configurazione “a cuffia” del biomascheratore vibrazionale, illustrata a titolo esemplificativo e non limitativo nell’unita figura 2, il generatore di segnale (10) è un componente esterno, non integrato all’elemento vibrante (20), facile da portare o da indossare per il paziente. In questo caso il biomascheratore vibrazionale è in grado di somministrare la vibrazione sul lato posteriore della testa rimanendo ancorato alla mastoide ed offrendo al paziente grande libertà nello svolgimento di altre attività quotidiane.
Dai risultati preliminari di sperimentazione condotta, il dispositivo secondo il trovato qui descritto in modo inaspettato permette di sopprimere suoni apparenti e di ottenere un significativo miglioramento della sensazione di acufene e mal di testa. Come accennato sopra, tale sorprendente effetto tecnico è stato al momento spiegato come la capacità delle vibrazioni somministrate di ristabilire il naturale bilanciamento a livello dell’apparato uditivo interno (coclea e nervo acustico) che è stato compromesso a seguito di un trauma acustico o altri fattori dal quale è originato il disturbo di acufene.
Descrizione del metodo di trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti Forma un altro oggetto della presente invenzione un procedimento per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti, basato sul dispositivo biomascheratore vibrazionale sopra descritto. Nella forma realizzativa preferita tale procedimento è applicato ad un disturbo di acufene e comprende le seguenti fasi, qui descritte a titolo esemplificativo e non limitativo della presente invenzione.
Fase al Caratterizzazione dell’acufene.
In questa fase, si identificano le caratteristiche fisiche del suono apparente (SA) associato al disturbo di acufene. Preferibilmente è misurata, ad esempio tramite un comune audiogramma o con strumenti noti all’esperto del ramo, la frequenza e l’intensità, ma altri parametri misurabili come l’ampiezza, la fase, la pulsazione e la forma d’onda, possono essere ottenuti utilizzando idonei strumentazione.
A titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato detto suono apparente (SA) è caratterizzato da una singola frequenza principale vke da un’intensità lk(ove k è un numero intero maggiore o uguale a 1). Detta frequenza principale ed intensità (vk, lk) sono stazionarie ma possono anche essere variabili nel tempo.
Fase b). Somministrazione vibrazioni trans-craniche.
Successivamente, mediante il dispositivo biomascheratore vibrazionale (1) secondo il trovato, si somministra una vibrazione ponendo l’elemento vibrante (20) di detto dispositivo preferibilmente a contatto della mastoide. Detta vibrazione ha una frequenza principale vmaskappartenente allo spettro udibile e preferibilmente non superiore alla frequenza principale vkdell'acufene da trattare.
Fase cì. Soppressione dell’ acufene.
Agendo sull’unità di controllo (30), il paziente diminuisce l’intensità delle vibrazioni di frequenza principale vmaskemessa dal biomascheratore vibrazionale (1) in modo che il paziente non percepisca il suono apparente (SA), preferibilmente diminuendo l’intensità di dette vibrazioni sotto la soglia di udibilità del paziente.
Opzionalmente, sempre agendo sull’unità di controllo (30), il paziente può modificare caratteristiche della vibrazione diverse dall’intensità, ad esempio la frequenza, l’ampiezza, la fase, la pulsazione, l’intensità, la forma d’onda. Tali modifiche possono essere gestite direttamente da un programma installato sulla stessa unità di controllo o su un server remoto, in base ai parametri memorizzati relativi al trattamento del paziente o di altri utenti.
Altre forme realizzative
La seconda forma realizzativa del sistema mobile secondo il presente trovato, qui descritta a titolo esemplificativo e non limitativo con riferimento all’unita figura 3, prevede un biomascheratore vibrazionale a forma di occhiale nel quale l’elemento vibrante (20) è costituito da due componenti, ad esempio due trasduttori piezoelettrici, collocati nelle parti posteriore (C) e anteriore (E). Anche in questo caso, l’elemento vibrante (20) è azionato da un generatore di segnale (10) esterno asservito ad un’unità di controllo (30).
La terza forma realizzativa del sistema mobile secondo il presente trovato, e qui descritta a titolo esemplificativo e non limitativo con riferimento all’unita figura 4, prevede un dispositivo notturno per la somministrazione di vibrazioni, collegato ad un cuscino (H) ed asservito ad un’unità di controllo (30). In questa configurazione detta unità di controllo (30) può essere dotata di un sensore di battito cardiaco, o di altro parametro vitale, ed essere vantaggiosamente programmata in modo da attenuare la vibrazione fino a spegnerla, quando il paziente si addormenta, ed in modo di attivare la somministrazione di vibrazioni nel momento del risveglio.
Dalla descrizione fornita appare evidente come siano stati pienamente raggiunti gli scopi e i compiti della presente invenzione. In particolare, è stato illustrato un dispositivo biomascheratore vibrazionale avente un ingombro limitato, semplice costruttivamente e poco costoso, che si è rivelato sorprendentemente utile per la soppressione di suoni apparenti associati a disturbi come l’acufene o ad altre sintomatologie derivate dallo sbilanciamento nell’apparato uditivo interno.
Il dispositivo biomascheratore vibrazionale secondo la presente invenzione è realizzabile secondo diverse forme realizzative, in modo da non essere invasivo per il paziente. Infatti, può essere indossabile o applicato su un dispositivo acustico o su un qualsiasi altro dispositivo indossabile durante la giornata come gli occhiali, il berretto, cuffie. Inoltre, è possibile applicarlo ad un cuscino o materasso per continuare la somministrazione di vibrazioni in grado di sopprimere il suono apparente durante il sonno del paziente.
Inoltre, è stato dischiuso un metodo basato su detto biomascheratore vibrazionale, utile per il trattamento personalizzato di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti, come acufene, iperacusia, cefalee o altre sintomatologie associate allo sbilanciamento nell’apparato uditivo.
Infine, con il presente trovato si è realizzato un dispositivo ed un metodo che a seconda delle esigenze, possono essere facilmente attuabili mediante innumerevoli tecnologie note, purché compatibili con l’uso.
La descrizione delle forme realizzative sono qui riportate è a titolo esemplificativo e non limitativo del presente trovato. Infatti, apparirà evidente all’esperto del ramo come numerose varianti siano possibili, tutte rientranti nell’ambito generale del concetto inventivo.
Ad esempio, con riferimento alla forma realizzativa principale, i vibratori aptici (20) possono essere diversi tra loro e trasmettere al paziente due frequenze principali distinte, vke v, (con k≠j interi). Inoltre, il suono apparente (SA), e similmente la vibrazione generata dall’elemento vibrante possono avere spettri caratterizzati dalla presenza di un numero superiore a uno di frequenze principali.
Nella descrizione fornita delle forma realizzative si è fatto riferimento al disturbo di acufene, ma è evidente come il dispositivo qui descritto possa essere utilizzato per trattare altre sintomatologie derivate dallo sbilanciamento nell’apparato uditivo interno, iperacusia, allucinazioni uditive, cefalee, vertigini, stati schizofrenici o patologie neurologiche che interessano l’apparato uditivo.
Si precisa che sebbene la descrizione e gli esempi forniti contengano molti dettagli, questi non devono essere interpretati come limitativi dell’ambito dell'invenzione, ma semplicemente come illustrazioni esemplificative di alcune forme realizzative della presente invenzione. Pertanto, qualsiasi modifica della presente invenzione che rientra nello scopo e nell'ambito delle rivendicazioni che seguono è considerata parte della presente invenzione.
Ove le caratteristiche e le tecniche menzionate in qualsiasi rivendicazione siano seguite da segni di riferimento, tali segni di riferimento sono stati apposti al solo scopo di aumentare l'intelligibilità delle rivendicazioni e di conseguenza tali segni di riferimento non hanno alcun effetto limitante sull'interpretazione di ciascun elemento identificato a titolo di esempio da tali segni di riferimento.

Claims (10)

  1. Rivendicazioni 1) Un dispositivo (1) per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti comprendente: - un generatore di segnale (10) in grado di generare una forma d’onda; - un elemento vibrante (20), collegato via cavo o wireless a detto generatore di segnale (10), in grado di convertire detta forma d’onda in vibrazioni e di trasmettere dette vibrazioni ad una parte del corpo di un paziente; - un’unità di controllo (30) in grado di gestire le funzioni di detto generatore di segnale (10) o di detto elemento vibrante (20), caratterizzato dal fatto che: - detto elemento vibrante (20) produce una vibrazione transcranica o intracranica; - dette vibrazioni appartengono allo spettro udibile ed hanno una frequenza nel range compreso tra 200 e 20000 Hz; - dette vibrazioni producono un effetto di mascheramento di detti suoni apparenti, detto effetto di mascheramento essendo definito dalla seguente scelta: - almeno una frequenza vmaSkdi detta vibrazione uguale ad almeno una frequenza di detti suoni apparenti; e - un valore di un parametro di detta vibrazione selezionato in modo che detto paziente non percepisca detti suoni apparenti, detto parametro essendo scelto tra: intensità, ampiezza, fase e forma d'onda, o una combinazione degli stessi, detto parametro essendo preferibilmente un valore di intensità di detta vibrazione minore o uguale alla soglia di udibilità di detto paziente.
  2. 2) Il dispositivo per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti secondo la rivendicazione precedente nel quale detto elemento vibrante (20) è un attuatore aptico piezoelettrico, un attuatore aptico di tipo ERM (Eccentric Rotating Mass), un attuatore aptico di tipo LRA (Linear Resonant Actuators), un trasduttore piezoelettrico organico od inorganico, un motorino vibrante, un dispositivo vibrotattile, detto elemento vibrante (20) essendo applicato ad una parte del corpo di detto paziente direttamente, od opzionalmente tramite un mezzo.
  3. 3) Il dispositivo per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti secondo la rivendicazione 1 o 2 nel quale detta parte del corpo è un osso del cranio, preferibilmente la mastoide.
  4. 4) Il dispositivo per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti secondo una o più delle rivendicazioni precedenti nel quale detta unità di controllo (30) è comandata da un sensore di parametri vitali, preferibilmente l’elettrocardiogramma (ECG) di detto paziente, in modo che detto elemento vibrante (20) è disattivato quando detto paziente entra in uno stato di sonno ed è attivato quando detto paziente entra in uno stato di veglia.
  5. 5) Il dispositivo per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, applicato ad una struttura di occhiale indossabile da un paziente, detto dispositivo nel quale detto elemento vibrante (20) emette nella parte anteriore della scatola cranica vibrazioni differenti rispetto alle vibrazioni emesse in corrispondenza della tempia e della mastoide di detto paziente, dette vibrazioni differenti essendo scelte in modo da produrre un effetto di mascheramento di detti suoni apparenti quando detto dispositivo è indossato, dette vibrazioni essendo differenti per frequenza, ampiezza, fase, forma d'onda, o per una combinazione delle stesse.
  6. 6) Il dispositivo per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti secondo una o più delle rivendicazioni precedenti nel quale detto generatore d’onda (10), detto elemento vibratore (20), detta unità di controllo (30), o una loro combinazione, sono integrati tra loro.
  7. 7) Il dispositivo per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti secondo una o più delle rivendicazioni precedenti nel quale detta unità di controllo (30) è un telefono cellulare o PC portatile.
  8. 8) L’uso del dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti associati ad una o più dei seguenti disturbi: acufene, iperacusia, allucinazioni uditive, cefalee, vertigini, stati schizofrenici, patologie neurologiche che interessano l’apparato uditivo, o una combinazione delle stesse.
  9. 9) Un metodo per il trattamento di disturbi associati alla percezione di suoni apparenti, preferibilmente l’acufene, mediante il dispositivo biomascheratore vibrazionale (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7 comprendente le seguenti fasi: a) Identificare le caratteristiche di detti suoni apparenti (SAT,..., SA,) percepiti da un paziente, dette caratteristiche comprendendo almeno la frequenza (ντ ,... , v,), ove i è un numero intero maggiore o uguale a 1 ; b) Somministrare mediante detto dispositivo biomascheratore vibrazionale (1) vibrazioni aventi almeno una frequenza vmaskuguale ad almeno una frequenza (vi ,..., Vi), ove i è un numero intero maggiore o uguale a 1 ; c) Agendo sull’unità di controllo (30) di detto dispositivo biomascheratore vibrazionale (1), variare l’intensità di dette vibrazioni in modo che il paziente non percepisca detti suoni apparenti (SAT,..., SA,), preferibilmente diminuendo l’intensità di dette vibrazioni sotto la soglia di udibilità del paziente. Opzionalmente, variare una o più caratteristiche delle vibrazioni emesse da detto dispositivo diverse dall'intensità.
  10. 10) Il metodo secondo la rivendicazione precedente nel quale: - detti suoni apparenti sono associati al disturbo di acufene; - dette caratteristiche dell’onda comprendono: la frequenza, l’ampiezza, la fase, la pulsazione, l’intensità, la forma d’onda; - dette caratteristiche dell’onda sono impostabili direttamente dal paziente agendo su detta unità di controllo (30).
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