IT201600127578A1 - Dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico, particolarmente un forno - Google Patents

Dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico, particolarmente un forno

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Publication number
IT201600127578A1
IT201600127578A1 IT102016000127578A IT201600127578A IT201600127578A1 IT 201600127578 A1 IT201600127578 A1 IT 201600127578A1 IT 102016000127578 A IT102016000127578 A IT 102016000127578A IT 201600127578 A IT201600127578 A IT 201600127578A IT 201600127578 A1 IT201600127578 A1 IT 201600127578A1
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IT
Italy
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door
arrangement
support body
locking member
stationary structure
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Application number
IT102016000127578A
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English (en)
Inventor
Renato Gaj
Original Assignee
Eltek Spa
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Publication date
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05BLOCKS; ACCESSORIES THEREFOR; HANDCUFFS
    • E05B47/00Operating or controlling locks or other fastening devices by electric or magnetic means
    • E05B47/02Movement of the bolt by electromagnetic means; Adaptation of locks, latches, or parts thereof, for movement of the bolt by electromagnetic means
    • E05B47/023Movement of the bolt by electromagnetic means; Adaptation of locks, latches, or parts thereof, for movement of the bolt by electromagnetic means the bolt moving pivotally or rotatively
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05BLOCKS; ACCESSORIES THEREFOR; HANDCUFFS
    • E05B63/00Locks or fastenings with special structural characteristics
    • E05B63/0065Operating modes; Transformable to different operating modes
    • E05B63/0069Override systems, e.g. allowing opening from inside without the key, even when locked from outside
    • E05B63/0073Override systems, e.g. allowing opening from inside without the key, even when locked from outside by withdrawal of the entire lock unit
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05BLOCKS; ACCESSORIES THEREFOR; HANDCUFFS
    • E05B65/00Locks or fastenings for special use
    • E05B65/10Locks or fastenings for special use for panic or emergency doors
    • E05B65/102Locks or fastenings for special use for panic or emergency doors opening under pressure on the surface of the door itself
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F24HEATING; RANGES; VENTILATING
    • F24CDOMESTIC STOVES OR RANGES ; DETAILS OF DOMESTIC STOVES OR RANGES, OF GENERAL APPLICATION
    • F24C15/00Details
    • F24C15/02Doors specially adapted for stoves or ranges
    • F24C15/022Latches
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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    • E05BLOCKS; ACCESSORIES THEREFOR; HANDCUFFS
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    • E05B47/0001Operating or controlling locks or other fastening devices by electric or magnetic means with electric actuators; Constructional features thereof
    • E05B2047/0014Constructional features of actuators or power transmissions therefor
    • E05B2047/0015Output elements of actuators
    • E05B2047/0016Output elements of actuators with linearly reciprocating motion

Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
“Dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico, particolarmente un forno”,
di: ELTEK S.p.A., di nazionalità italiana, con sede in Strada Valenza 5A, 15033 Casale Monferrato (AL).
Inventore designato: Renato GAJ
Depositata il: 16 dicembre 2016
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico, particolarmente un forno, avente le caratteristiche indicate al preambolo della rivendicazione 1. Dispositivi di questo tipo sono noti, ad esempio, da EP 1640493 A2 ed EP 1703212 A2, a nome della stessa Richiedente.
Tecnica anteriore
Come spiegato nella parte introduttiva dei citati documenti anteriori, i dispositivi del tipo indicato comprendono solitamente un corpo principale a cui sono associati un organo mobile di bloccaggio ed un relativo sistema di attuazione, controllabile elettricamente per spostare l’organo di bloccaggio tra una condizione operativa o di impegno ed una condizione inoperativa o di rilascio, rispetto ad un idoneo elemento di ritegno. Il corpo principale del dispositivo di blocco-porta è usualmente fissato alla struttura stazionaria dell’apparecchio, con il suo organo di bloccaggio che è suscettibile di cooperare con l’elemento di ritegno, che è definito o montato sulla porta dell’apparecchio. In taluni casi, il corpo principale del dispositivo è invece fissato alla porta e l’elemento di ritegno è associato alla struttura stazionaria.
Nei dispositivi di blocco-porta del tipo indicato si presenta, in talune situazioni, la necessità di consentire l’apertura della porta dell’apparecchio anche quando la stessa è bloccata in posizione di chiusura dall’impegno tra l’organo di bloccaggio e l’elemento di ritegno: si pensi ad esempio al caso di un malfunzionamento dell’attuatore elettrico che aziona la parte meccanica del dispositivo di blocco-porta, oppure ad un malfunzionamento del sistema di controllo che gestisce tale dispositivo, oppure ancora ad una anomalia nell’impianto elettrico dell’apparecchio.
Per tale motivo, alcuni dispositivi di blocco-porta - quali quelli descritti nei sopra citati documenti anteriori - sono provvisti di una disposizione di rilascio, che è azionabile manualmente per determinare il passaggio dell’organo di bloccaggio dalla sua condizione di impegno alla sua condizione di rilascio, in modo da consentire comunque l’apertura della porta. Tale disposizione è essenzialmente concepita in modo da consentire una traslazione sul corpo principale del dispositivo di un perno di rotazione dell’organo di bloccaggio, rispetto ad una sua posizione di lavoro, di modo che l’organo di bloccaggio si possa liberare dall’elemento di ritegno. La suddetta traslazione è ottenibile forzando l’apertura della porta, ovverosia applicando alla porta una forza di apertura che è significativamente maggiore rispetto alla forza minima necessaria per aprire la porta stessa, quando essa non è bloccata tramite il dispositivo di blocco-porta.
Il sistema di bloccaggio della porta presuppone la cooperazione di componenti che sono associati a due parti diverse dell’apparecchio, una delle quali (la porta) è montata mobile rispetto all’altra (la struttura stazionaria). Onde assicurare il corretto funzionamento del dispositivo di blocco-porta, l’organo di bloccaggio ed il relativo elemento di ritegno debbono quindi poter interagire in modo preciso, ossia congruente alle specifiche di progetto: ciò impone una particolare attenzione e precisione nel montaggio dei componenti in questione sulle rispettive parti dell’apparecchio, nonché di queste ultime tra loro (la porta rispetto alla struttura stazionaria). E’ tuttavia possibile che, a causa di eventuali tolleranze di realizzazione e/o montaggio dei componenti in gioco, la posizione relativa tra l’organo di bloccaggio del dispositivo ed il relativo elemento di ritegno non sia ottimale, o comunque non sia tale da garantire un corretto e sicuro funzionamento del dispositivo nel tempo.
Per tali ragioni, alcuni dispositivi di blocco-porta sono provvisti di una disposizione di compensazione, volta a consentire all’organo di bloccaggio di adattare la propria posizione di lavoro in funzione delle posizioni relative di assemblaggio o montaggio tra le parti in gioco (il corpo principale del dispositivo, la struttura stazionaria dell’apparecchio, la porta, l’elemento di ritegno), qualora tali posizioni differiscano da quelle predefinite in sede di progetto. Nel caso del sopra citato EP 1703212 A2, sul quale si basa il preambolo della rivendicazione 1, la disposizione di compensazione è realizzata dalla stessa disposizione di rilascio sopra citata (o viceversa), e comprende allo scopo mezzi elastici che sollecitano costantemente il perno di rotazione dell’organo di bloccaggio verso il basso, nella sua posizione di lavoro sul corpo principale, consentendo uno spostamento del perno ai fini della compensazione. I suddetti mezzi elastici consentono anche di ripristinare in modo autonomo la posizione di lavoro del perno dell’organo di bloccaggio, dopo che il medesimo è stato indotto a spostarsi verso l’alto a seguito di una compensazione delle tolleranze meccaniche e/o di un’apertura forzata della porta.
Scopo e sintesi dell’invenzione
I dispositivi secondo la tecnica nota citata, per quanto efficienti, sono di realizzazione relativamente complicata ed occasionalmente soggetti a spostamenti anomali del perno di rotazione dell’organo di bloccaggio, ad esempio soggetti a sue inclinazioni imprecise dovute a traslazioni di diversa entità del perno alle sue due estremità. In tale ottica, la presente invenzione si propone di realizzare un dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico, provvisto di una disposizione di rilascio e/o di una disposizione di compensazione, di realizzazione ulteriormente semplificata e di accresciuta affidabilità. Questi ed altri scopi ancora, che risulteranno chiari in seguito, sono raggiunti secondo la presente invenzione da un dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico avente le caratteristiche indicate nelle rivendicazioni allegate, che si intendono parte integrante della presente descrizione.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo in cui:
- le figure 1 e 2 sono viste schematiche in prospettiva di un dispositivo di blocco-porta in accordo ad una possibile forma di attuazione dell’invenzione;
- la figura 3 è una vista schematica dall’alto del dispositivo delle figure 1 e 2; - la figura 4 è una vista parziale e schematica, parzialmente esplosa, di due porzioni di estremità del dispositivo delle figure 1-3;
- la figura 5 è una vista schematica dall’alto di una disposizione di articolazione del dispositivo delle figure 1-3;
- le figure 6 e 7 sono viste prospettiche schematiche da diverse angolazioni di un componente della disposizione di articolazione di figura 5;
- le figure 8 e 9 sono sezioni secondo le linee VIII-VIII e IX-IX di figura 5, con la disposizione di articolazione in una prima condizione;
- le figure 10 e 11 sono sezioni simili a quelle delle figure 8 e 9, con la disposizione di articolazione in una seconda condizione;
- le figure 12, 13 e 14 sono viste schematiche in elevazione laterale del dispositivo delle figure 1-3, in una prima, una seconda ed una terza condizione;
- le figure 15 e 16 sono una vista schematica in prospettiva ed una vista schematica in elevazione laterale del dispositivo delle figure 1-3, in una quarta condizione;
- la figura 17 è una vista schematica in prospettiva di un dispositivo di bloccoporta in accordo ad un’altra forma di attuazione dell’invenzione;
- le figure 18 e 19 sono una vista schematica in prospettiva ed una vista schematica dall’alto di un dispositivo di blocco-porta in accordo ad un’altra forma di attuazione dell’invenzione;
- la figura 20 è una vista schematica in prospettiva di una parte di montaggio di un dispositivo in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione;
- le figure 21, 22 e 23 sono viste schematiche in elevazione laterale del dispositivo delle figure 18-19, in una prima, una seconda ed una terza condizione;
- le figure 24 e 25 sono una vista schematica in prospettiva ed una vista schematica in elevazione laterale del dispositivo delle 18-19 in una quarta condizione;
- la figura 26 è una vista schematica in prospettiva di un dispositivo di bloccoporta in accordo ad un’altra possibile forma di attuazione dell’invenzione;
- la figura 27 è una vista schematica in prospettiva di un dispositivo di bloccoporta in accordo ad un’altra forma di attuazione dell’invenzione;
- le figure 28, 29, 30 e 31 sono viste schematiche in elevazione laterale del dispositivo della figura 27, in una prima, una seconda, una terza ed una quarta condizione; e
- la figura 32 è una vista in prospettiva di un componente di montaggio di un dispositivo in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione.
Descrizione di forme di attuazione dell’invenzione
Il riferimento ad “una forma di attuazione”, a “varie forme di attuazione” e simili, all’interno di questa descrizione sta ad indicare che almeno una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma o alle forme di attuazione è compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, frasi come “in una forma di attuazione”, “in un’attuazione”, “in varie forme di attuazione” e simili, eventualmente presenti in diversi luoghi di questa descrizione, non sono necessariamente riferite alla stessa forma di attuazione, ma possono invece riferirsi a differenti forme di attuazione. Inoltre, particolari conformazioni, strutture o caratteristiche definite all’interno di questa descrizione possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o più forme di attuazione, anche differenti da quelle raffigurate. I riferimenti numerici e spaziali (quali “superiore”, “inferiore”, “alto”, “basso”, “anteriore”, “posteriore”, “verticale”, “orizzontale”, eccetera) qui utilizzati, particolarmente in riferimento agli esempi nelle figure, sono soltanto per comodità e non definiscono dunque l’ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione. Nelle figure sono utilizzati medesimi numeri di riferimento per indicare elementi analoghi o tra loro tecnicamente equivalenti.
Con particolare riferimento alle figure da 1 a 4, con 1 viene indicato nel suo complesso un dispositivo blocco-porta secondo l’invenzione, previsto per l’impiego su di un apparecchio elettrodomestico dotato di una porta o sportello. Ai fini della presente descrizione, si supponga che tale elettrodomestico sia un forno di cottura e che il dispositivo 1 sia previsto per bloccare lo sportello o porta del forno nella rispettiva condizione di chiusura, in occasione dell’esecuzione di un programma di funzionamento, ad esempio un programma di auto-pulizia pirolitica.
Il dispositivo 1 comprende un corpo di supporto 2, destinato ad essere assicurato alla struttura stazionaria 100 del forno, quale il suo mobile o intelaiatura portante, secondo un rispettivo piano di appoggio. Nelle figure la struttura stazionaria 100 è illustrata limitatamente ad una porzione di una sua parete, ad esempio una parete orizzontale, sopra la quale è assicurato il corpo 2. Negli esempi forniti, pertanto, il suddetto piano di appoggio - indicato con P ad esempio nelle figure 12-14 e 16 - è definito dalla suddetta parete, preferibilmente orizzontale, il piano essendo sostanzialmente parallelo alla parete.
Il corpo 2, preferibilmente generalmente scatolare, può essere formato in un pezzo unico, ad esempio in materiale plastico stampato, ma non è esclusa dall’ambito dell’invenzione una sua realizzazione in più parti fissate o rese solidali tra loro, eventualmente anche tramite un accoppiamento articolato o almeno in parte mobile, ad esempio in modo che due parti del corpo 2 siano mobili l’una rispetto all’altra. Come visibile in figura 2, nell’esempio, il corpo 2 comprende due pareti laterali 2a, una parete posteriore 2b ed una parete inferiore o di fondo 2c, che nell’esempio è in appoggio sulla struttura o parete 100.
Il corpo 2 supporta in modo spostabile un organo di bloccaggio, che è destinato a cooperare con almeno un elemento di ritegno associato alla porta del forno, o definito in essa. Nel caso esemplificato, l’organo di bloccaggio, indicato con 3, è angolarmente girevole, ad esempio formato con materiale metallico. L’organo 3 è preferibilmente conformato essenzialmente in guisa di gancio; nel seguito della presente descrizione, l’organo 3 verrà quindi identificato come “gancio”, per semplicità.
In varie forme di attuazione il gancio 3 è incernierato o infulcrato al corpo 2 tramite rispettivi mezzi di vincolo, preferibilmente comprendenti un perno 4 che si estende tra due porzioni generalmente parallele delle pareti laterali 2a, in una zona anteriore del corpo 2, tali porzioni di parete essendo provviste allo scopo di fori coassiali per il perno 4. Il gancio 3 risulta in tal modo suscettibile di ruotare o muoversi angolarmente attorno ad un asse identificato dal perno 4, tale asse essendo indicato con X1ad esempio in figura 3. Il perno 4, preferibilmente cilindrico e formato con materiale metallico, può essere un componente distinto rispetto al corpo del gancio 3 ed essere inserito in un foro passante trasversale del gancio stesso. In altre forme di attuazione il perno 4 può essere realizzato da due rilievi o appendici sporgenti da lati opposti del gancio 3, tra loro coassiali, oppure il perno 4 può essere realizzato da due rilievi o appendici sporgenti dai lati affacciati delle pareti laterali 2a del corpo di supporto 2, che si innestano in corrispondenti fori o sedi laterali nel gancio 3.
Il dispositivo 1 ha un sistema di attuazione, che comprende un attuatore elettrico 5 controllabile per causare gli spostamenti del gancio 3. Nel caso esemplificato, l’attuatore 5, preferibilmente fissato sul corpo 2, è costituito da un motore rotativo, dotato di terminali elettrici, indicati con 5a solo in figura 1, per la sua alimentazione elettrica. L’attuatore 5 potrebbe tuttavia essere di altro tipo, quale un attuatore lineare, ad esempio un elettromagnete o un attuatore di tipo termico o elettro-termico. Il sistema di attuazione del dispositivo 1 comprende inoltre una disposizione di trasmissione o rinvio, indicata complessivamente con 6 ad esempio in figura 3, configurata per trasferire al gancio 3 un’attuazione impartita tramite l’attuatore 5.
La disposizione di trasmissione 6, che è montata sul corpo di supporto 2, può essere di qualunque tipologia nota e, riferendosi al caso esemplificato, idonea a trasformare in movimenti angolari del gancio 3 i movimenti di attuazione prodotti dall’attuatore 5. Ad esempio, in varie forme di attuazione, la disposizione di trasmissione 6 può essere del tipo descritto nei precedentemente citati EP 1640493 A2 ed EP 1703212 A2, i cui insegnamenti al riguardo sono qui incorporati per riferimento. In tale ottica, ad esempio, all’albero del motore 5 può essere associato un eccentrico, ad esempio a camma trilobata (si veda a riferimento la figura 27, dove un tale albero ed un tale eccentrico sono visibili parzialmente, indicati con 5b e 5c), per produrre lo spostamento di un cursore, indicato con 6a nelle figure 2-3. Il cursore 6a è vincolato al corpo 2 in modo da poter scorrere linearmente tra due posizioni limite, ed a tale scopo la parete di fondo 2c del corpo 2 definisce preferibilmente appendici di posizionamento e guida per il cursore stesso. L’estremità del cursore 6a opposta all’attuatore 5 presenta di preferenza una superficie frontale definente un piano inclinato, destinato a cooperare con una parte posteriore del gancio 3 (tale piano inclinato è ad esempio visibile in figura 18, non indicato da numeri di riferimento).
Anche la forma del gancio 3 può variare da quella esemplificata nelle figure, in vista della sua funzione di cooperare da un lato con un elemento di ritegno, e dall’altro lato con un sistema di attuazione. In forme di attuazione del tipo illustrato il gancio 3 ha una porzione posteriore generalmente arcuata (si veda ad esempio figura 18), avente un’estremità con profilo arrotondato, destinata a cooperare con il suddetto piano inclinato del cursore 6a per trasformare un movimento lineare in un movimento angolare, nonché una porzione anteriore di aggancio (si vedano ad esempio le figure 1 e 12), destinata ad impegnarsi con un elemento di ritegno che è fissato o definito sulla porta del forno. Nelle figure, la porta è illustrata in tratto pieno limitatamente al suddetto elemento di ritegno, che è indicato con 7, ed è schematizzata parzialmente ed in tratteggio solo in alcune figure, dove è indicata con 101. Di preferenza, in corrispondenza del perno 4 del gancio 3 è montata una molla a torsione 4a, le cui estremità reagiscono rispettivamente contro il corpo 2 ed il gancio 3, al fine di sollecitare quest’ultimo in una posizione inoperativa o di sgancio relativamente all’elemento di ritegno 7.
Come detto, il sistema di attuazione del gancio 3, ovvero il tipo di attuatore 5 ed il relativo sistema di trasmissione 6, può essere di qualunque tipologia idonea. Si noti anche che, per talune applicazioni, il sistema di bloccaggio comprendente il dispositivo 1 potrebbe avere una configurazione di montaggio invertita rispetto a quanto illustrato, ovverosia con il corpo 2 montato sulla porta 101, secondo un rispettivo piano di giacitura o di appoggio, e con l’elemento di ritegno 7 sulla struttura stazionaria 100.
Nel caso esemplificato, il dispositivo 1 è ulteriormente equipaggiato di almeno un sensore, quale quello indicato con 8, quale un sensore ottico oppure un sensore magnetico oppure un microinterruttore, preferibilmente di tipo normalmente chiuso, che è collegato al sistema di controllo del forno. A tale scopo, il dispositivo 1 può essere vantaggiosamente equipaggiato di un connettore, quale quello indicato con 9, per l’interfacciamento del suddetto sensore al sistema di controllo del forno. La commutazione del sensore, ad esempio un microinterruttore, è ottenibile mediante un relativo elemento di attuazione, quale lo stesso cursore 6a o un’asta sagomata vincolata al corpo 2 in modo da poter scorrere linearmente.
Nel caso esemplificato il sensore 8, a cui è associata una rispettiva asta 10 di attuazione o eccitazione, ha la funzione di rilevare se la porta 101 si trovi nella corretta posizione di chiusura (anche a prescindere dalla posizione del gancio 3), onde fornire al sistema di controllo del forno un segnale di abilitazione all’avvio di un programma di funzionamento o di auto-pulizia pirolitica. In aggiunta o in alternativa al sensore 8 può essere previsto un diverso o ulteriore sensore (ad esempio elettromeccanico, o ottico o magnetico), per rilevare se il gancio 3 si trovi nella corretta posizione di bloccaggio della porta 101 e fornire con ciò un segnale di abilitazione all’avvio di un programma, ad esempio il programma di auto pulizia pirolitica: anche un tale sensore, quale quello indicato con 8’ nelle figure 2, 17 e 18, qui in posizione sottostante il sensore 8, può comprendere un microinterruttore ad esempio cooperante reso attivo in modo diretto o indiretto dal cursore 6a (ad esempio da un suo rilievo o camma).
Nel caso di presenza del sensore 8 di rilevazione di chiusura porta 101 e di un sensore 8’ di rilevazione della posizione del gancio 3, entrambi tali sensori concorrono a fornire al sistema di controllo del forno i segnali di abilitazione all’avvio del programma di funzionamento.
Riferendosi al caso illustrato, in posizione di corretta chiusura della porta 101 (come ad esempio in figura 12), la porta stessa mantiene l’asta 10 in una posizione arretrata, in contrasto all’azione di una molla (indicata con 10a solo in figura 3): in tale posizione arretrata l’asta 10 mantiene il sensore 8 in una condizione di abilitazione o di chiusura di un circuito elettrico, che consente l’alimentazione dell’attuatore 5. In tale condizione, nel caso in cui l’utilizzatore selezioni un programma o l’auto-pulizia pirolitica, il sistema di controllo del forno provvederà ad alimentare l’attuatore 5, ai fini del movimento del cursore 6a e quindi del gancio 3, per portare quest’ultimo nella rispettiva posizione operativa, o di bloccaggio della porta (in presenza dell’ulteriore sensore 8”, questo sarà utilizzato dal sistema di controllo per verificare la corretta posizione operativa del gancio 3). Viceversa, nel caso di porta aperta, o non correttamente chiusa, l’asta 10 si troverà in una posizione avanzata, in virtù dell’azione della relativa molla 10a, nella quale posizione il sensore 8 risulterà in una condizione di sicurezza o di apertura del suddetto circuito, con ciò impendendo l’alimentazione dell’attuatore 5: in tale condizione è quindi impedito l’avvio del programma o dell’autopulizia pirolitica, anche in caso di una specifica selezione in tal senso da parte dell’utilizzatore (analoga condizione di sicurezza si verifica per il sensore 8’ di rilevazione della posizione del gancio 3, se tale sensore 8’ non rileva la corretta posizione di bloccaggio del gancio stesso). Ovviamente, in altri apparati, simili funzionalità potrebbero essere controllate direttamente dal circuito elettronico di controllo dell’apparato, anche senza intervento di un utilizzatore.
In figura 12 il dispositivo 1 è rappresentato in una condizione inoperativa, nella quale il gancio 3 non è impegnato con l’elemento 7. In tale condizione, la porta 101 può essere portata dalla sua posizione di chiusura alla sua posizione di apertura applicando manualmente alla porta stessa una prima forza di apertura, schematizzata dalla freccia F1di figura 12. In varie forme di attuazione, la porta 101 è articolata nella sua parte inferiore alla struttura stazionaria del forno, tramite note cerniere che includono rispettive molle di richiamo, tendenti a mantenere la porta stessa nella sua posizione chiusa. In attuazioni di questo tipo, quindi, la forza F1è quella che deve essere applicata manualmente alla porta da un utilizzatore per vincere la reazione elastica delle suddette molle di richiamo. Più in generale, la forza F1può essere intesa come la forza minima necessaria che deve essere applicata manualmente alla porta da un utilizzatore per causarne l’apertura, quando essa non è bloccata dal gancio 3.
Nella condizione illustrata in figura 12, la molla a torsione 4a - quando prevista -sollecita il gancio 3 nella rispettiva posizione inoperativa o di sgancio. Di preferenza, l’azione della molla 4a è tale per cui, in questa condizione, l’estremità della porzione posteriore del gancio 3 si trovi in appoggio sulla parete di fondo 2c del corpo 2, stante la condizione arretrata del cursore 6a (si veda a riferimento quanto descritto in EP 1703212 A2, in relazione al funzionamento del relativo sistema di attuazione). Nel caso illustrato in figura 12, come detto, la porta 101 è nella sua posizione chiusa: in tal modo, la porta 101 mantiene l’asta 10 nella rispettiva posizione arretrata, in contrasto all’azione della molla 10a, in modo da mantenere il sensore 8 nella sua condizione di abilitazione, come sopra spiegato.
Nel caso in cui l’utilizzatore selezioni ad esempio un programma di auto-pulizia pirolitica, il sistema di controllo del forno abilita l’alimentazione dell’attuatore 5 di modo che, tramite la disposizione di trasmissione 6, il gancio 3 venga portato nella rispettiva condizione operativa, nella quale il gancio stesso è impegnato con l’elemento di ritegno 7: in tale condizione, come illustrata ad esempio in figura 13 (nonché nelle figure 1-3), il gancio 3 mantiene la porta 101 nella sua posizione chiusa, anche a fronte dell’applicazione della suddetta forza di apertura F1.
Riferendosi all’esempio illustrato, l’attuatore 5 viene alimentato in modo tale per cui il cursore 6a del sistema di trasmissione 6 avanzi verso il gancio 3 (verso sinistra, con riferimento alla figura 12), preferibilmente in contrasto all’azione di una molla (quale quella indicata con 6b solo in figura 3). A seguito dell’avanzamento del cursore 6a, la sua superficie frontale inclinata (figura 18) può insinuarsi al di sotto dell’estremità arrotondata della porzione posteriore del gancio 3. In tal modo il gancio 3 viene indotto muoversi angolarmente attorno al suo perno 4 (in verso antiorario, con riferimento alle figure), in contrasto all’azione della molla 4a. Come detto, l’avvenuto raggiungimento della posizione finale del cursore 6a, ovvero della posizione di aggancio o bloccaggio del gancio 3, può essere rilevato tramite un apposito sensore (quale quello indicato con 8’).
In sostanza, quindi, il suddetto movimento angolare del gancio 3 è tale per cui la sua porzione posteriore si solleva, con il conseguente abbassamento della sua porzione anteriore. L’estremità di tale porzione anteriore del gancio 3 si impegna quindi con l’elemento di ritegno 7, in modo da bloccare la porta 101 nella sua posizione di chiusura: in tale condizione, come rappresentata in figura 13, la trazione o forza F1eventualmente esercitata sulla porta non consente l’apertura di quest’ultima. Naturalmente la forma dell’elemento di ritegno 7 può essere diversa da quella illustrata a titolo di esempio.
La condizione illustrata in figura 13 è mantenuta per tutto il programma di funzionamento impostato dall’utilizzatore o dal circuito di controllo dell’apparato. Al termine di tale programma, il sistema di controllo comanda una nuova attivazione dell’attuatore 5, onde ottenere un movimento della disposizione di trasmissione 6 inverso al precedente, ovvero un arretramento del cursore 6a (ad esempio sotto l’azione della molla 6b di figura 3), e quindi il ritorno del gancio 3 alla posizione di cui alla figura 12. Il dispositivo 1 ritorna quindi nella rispettiva posizione inoperativa, nella quale la porta 101 può essere aperta dall’utilizzatore applicando la trazione o forza F1. In varie forme di attuazione il dispositivo 1 è dotato di una disposizione di rilascio, da utilizzarsi qualora si presenti la necessità di dover aprire manualmente la porta 101, anche se quest’ultima è al momento bloccata tramite l’impegno del gancio 3 con l’elemento di ritegno 7. Come si vedrà, in varie forme di attuazione, la suddetta disposizione è utilizzabile - in aggiunta o in alternativa - ai fini della compensazione di eventuali tolleranze di produzione e/o montaggio, per cui tale disposizione potrebbe anche essere anche definita come “disposizione di rilascio e/o compensazione”: nel seguito, per esigenze di chiarezza espositiva, verranno descritte dapprima le funzionalità di rilascio e poi le funzionalità di compensazione della disposizione in questione, che sarà anche identificata per semplicità come “disposizione di rilascio” e “disposizione di compensazione” a seconda dei casi descritti.
Similmente ai casi descritti in EP 1640493 A2 ed EP 1703212 A2, la citata disposizione di rilascio è azionabile per consentire il passaggio del gancio 3 dalla sua condizione operativa ad una seconda condizione inoperativa, nella quale il gancio 3 non è impegnato con l’elemento di ritegno 7. Più in particolare, la disposizione di rilascio è predisposta per consentire uno spostamento temporaneo del gancio 3 dalla sua posizione di blocco, ovvero dalla condizione operativa di figura 13, ad una posizione di rilascio, illustrata in figura 14, nella quale il gancio 3 è nella suddetta seconda condizione inoperativa. Il raggiungimento di tale seconda condizione inoperativa è ottenibile a seguito dell’applicazione manuale alla porta 101 di una seconda forza, indicata schematicamente con F2in figura 14, che è più elevata della forza F1citata precedentemente. In varie forme di attuazione, quale quella rappresentata, il gancio 3 e l’elemento di ritegno 7 hanno profili cooperanti, conformati in modo tale per cui, a seguito della suddetta applicazione della forza F2, si realizzi una traslazione verso l’alto del gancio 3 (consentita da uno spostamento angolare del corpo 2 o di una sua parte), sino ad uscire dalla relativa sede di aggancio dell’elemento di ritegno 7.
In accordo ad un aspetto dell’invenzione, la disposizione di rilascio del dispositivo di blocco-porta 1 comprende una disposizione di articolazione (con tale definizione intendendosi disposizioni provviste di un fulcro o altro tipo di cerniera o snodo), che è predisposta per consentire al corpo di supporto 2 (o, come si vedrà, ad almeno una prima parte del corpo 2 a cui sono associati almeno i mezzi di vincolo 4 del gancio 3), di compiere spostamenti angolari relativamente alla struttura stazionaria 100. Tali movimenti angolari avvengono attorno ad un secondo asse di rotazione - indicato schematicamente con X2nelle figure 3 e 5- che è sostanzialmente parallelo al piano di appoggio P identificato dalla struttura o parete 100 e/o sostanzialmente parallelo all’asse X1di rotazione del gancio 3, in modo da variare la distanza tra l’asse X1del gancio 3 ed il piano di appoggio P o la struttura 100 che lo definisce. Di preferenza, tali spostamenti angolari hanno luogo a partire da una posizione angolare di lavoro o iniziale del corpo 2, nel quale esso giace secondo il suddetto piano appoggio P. Le variazioni rispetto a tale posizione iniziale avvengono a seguito dell’applicazione manuale alla porta 101 della sopra citata seconda forza di apertura (o, come si vedrà, si verificano a fini di compensazione di tolleranze o differenze dimensionali).
Di preferenza, la disposizione di rilascio del dispositivo 1 è anche predisposta per sollecitare in modo elastico il corpo di supporto 2 (o la suddetta prima parte del corpo 2) verso il piano di appoggio P. Come detto, di preferenza, ma non necessariamente, il corpo di supporto 2, o la sua prima parte citata, sono suscettibili di compiere i suddetti spostamenti angolari attorno ad un secondo asse di rotazione X2che è sostanzialmente parallelo all’asse X1di rotazione del gancio 3, la distanza tra gli assi di rotazione X1ed X2essendo sostanzialmente la stessa nelle varie condizioni operative.
L’asse di rotazione X2è qui indicato come generalmente o sostanzialmente parallelo al piano di appoggio P e/o all’asse X1atteso che, nell’installazione o nel funzionamento del dispositivo sono possibili pur minimi basculamenti o inclinazioni di tale asse rispetto al piano P. Considerazioni analoghe valgono ovviamente anche per l’asse X1.
In varie forme di attuazione, quale quella rappresentata nelle figure 1-16, il gancio 3 è in corrispondenza di una porzione generalmente anteriore o distale del corpo di supporto 2, mentre la disposizione di articolazione, indicata complessivamente con 20, è in corrispondenza di una porzione generalmente posteriore o prossimale del corpo di supporto 2. In forme di attuazioni preferenziali la disposizione di articolazione 20 ed il relativo asse X2sono quindi disposti in posizione sostanzialmente opposta rispetto alla posizione del gancio 3 e del relativo perno 4 o asse X1.
Riferendosi in particolare alle figure 2-5 e 12, la disposizione di articolazione 20 comprende una parte mobile 21 che è accoppiata ad una parte fissa 22. In varie forme di attuazione, la parte mobile 21 è definita dal corpo di supporto 2, ma non è escluso dall’ambito dell’invenzione il caso di una parte mobile configurata come parte distinta e fissata al corpo 2. Allo stesso modo, la parte fissa 22 può essere configurata come elemento fissato alla struttura o parete 100, oppure - come si vedrà in relazione ad altre forme di attuazione - essere direttamente definita nella struttura o parete 100.
Riferendosi in particolare alle figure 4-5, nel caso esemplificato la parte mobile 21 comprende almeno un elemento di cerniera mobile 21a, particolarmente di tipo sostanzialmente rigido, che è preferibilmente formato in un pezzo unico con il corpo 2, molto preferibilmente sporgente dalla sua parete posteriore 2b. In varie forme di attuazione, l’elemento di cerniera mobile 21a è sagomato per realizzare in una sua zona di estremità un profilo in rilievo, che è almeno in parte circolare o arcuato. Nella zona posteriore della parte mobile 21a è definita allo scopo una formazione o sagoma trasversale, che realizza una sorta di fulcro o perno di cerniera. Di preferenza, tale sagoma ha un profilo esterno approssimativamente cilindrico o, come nel caso esemplificato, definita da almeno due porzioni semicilindriche contrapposte, anche aventi diametri differenti: tali due porzioni semicilindriche sono indicate con 21a1e 21a2nelle figure 4 e 9, rispettivamente.
Nella stessa zona dell’elemento mobile 21a è definita centralmente una sede assiale passante. Indicata con 21a3nelle figure 4 e 8, che attraversa anche la suddetta formazione trasversale cilindrica 21a1-21a2. Di preferenza, la sede 21a3ha un diametro o dimensione di sezione maggiore rispetto al diametro o dimensione di sezione della formazione 21a1-21a2.
Come visibile nelle figure 5-9, la parte fissa 22 comprende almeno un elemento di cerniera fisso 23, che è configurato per vincolare la suddetta zona di estremità posteriore dell’elemento di cerniera 21a alla struttura stazionaria 100, particolarmente tramite almeno una vite 24 o simile organo di fissaggio (ad esempio un rivetto).
Nell’esempio illustrato l’elemento fisso 23 ha una parte superiore 23a configurata sostanzialmente in guisa di piccola piastra sagomata, dalla quale sporge inferiormente un rilievo 23b che è ricevibile nella sede passante 21a3dell’elemento di cerniera fisso 21a. Il rilievo 23b e la corrispondente sede 21a3hanno di preferenza sezione sostanzialmente circolare e sono accoppiati in modo lasco o con gioco.
In varie forme di attuazione, la faccia inferiore della parte 23a dell’elemento di cerniera fisso 23 definisce una sede trasversale 23d, ad esempio una sede sostanzialmente semicilindrica, nella quale è ricevibile una parte sostanzialmente complementare dell’elemento mobile 21a, qui rappresentata dalla porzione semicilindrica superiore 21a1della formazione 21a1-21a2.
La parte superiore dell’elemento di cerniera fisso 23 include preferibilmente anche fessure frontali 23e, per il passaggio di nervature di irrigidimento dell’elemento di cerniera mobile 21a (tali nervature essendo indicate con 21b nelle figure 4-5 e 8-9). L’elemento di cerniera mobile 21 e l’elemento di cerniera fisso 23 prevedono preferibilmente mezzi di reciproco aggancio, ad esempio per mantenere in posizione i due particolari in questione durante fasi produttive (ad esempio prima del fissaggio tramite la vite o rivetto 24). Nel caso esemplificato tali mezzi di reciproco aggancio -che consentono comunque un reciproco movimento angolare tra gli elementi 21 e 23 -comprendono rilievi o denti laterali 23f della parte superiore 23a dell’elemento 23, idonei all’impegno in corrispondenti sedi previste ai due lati opposti del’elemento mobile 21a, particolarmente ai due lati della formazione 21a1-21a2.
L’assemblaggio della disposizione di articolazione 20 è molto semplice. In primo luogo l’elemento fisso 23 viene sovrapposto alla corrispondente zona di estremità dell’elemento mobile 21a, di modo che il rilievo 23b si insinui nella sede 21a3ed il profilo semicilindrico della porzione superiore 21a1della formazione 21a1-21a2si accoppi nella corrispondente sede 23d dell’elemento fisso 23. Con tale operazione le nervature 21b dell’elemento mobile 21 sono ricevute nelle corrispondenti fessure 23e della parte superiore 23a dell’elemento fisso, ed i denti laterali 23f della stessa parte superiore dell’elemento fisso 23 si accoppiano nelle corrispondenti sedi laterali dell’elemento mobile 21a. Come visibile ad esempio in figura 8, la dimensione di sezione o diametro della sede assiale passante 21a3dell’elemento mobile 21a è maggiore rispetto alla corrispondente dimensione di sezione o diametro del rilevo 23b dell’elemento fisso 23, mentre la lunghezza del rilievo 23b è maggiore rispetto a quella della relativa sede 21a3.
L’elemento 23 viene quindi assicurato alla struttura stazionaria 100, serrando a fondo la vite 24, di modo che l’estremità inferiore del rilievo 23b sia attestato sulla struttura 100. A tale scopo, nella struttura 100 è predisposto un foro per la vite 24, che può essere anche di tipo auto-filettante (ciò vale anche per le altri viti o simili citate in seguito). A seguito del serraggio della vite 24, l’estremità inferiore del rilevo 23b è quindi in appoggio sulla struttura o parete 100, con la testa della vite 24 che mantiene l’elemento 23 nella posizione di fissaggio, come visibile ad esempio nelle figure 8-9. L’altezza del rilievo 23b è tale per cui, a seguito del fissaggio con la vite 24 o simile, il profilo semicilindrico della porzione inferiore 21a2della formazione 21a1-21a2risulta in appoggio sulla struttura o parete 100, come visibile ad esempio in figura 9. Di preferenza, quindi, la parte mobile 21a non è libera di compiere movimenti assiali lungo il rilevo 23b.
Eventualmente, onde favorire il posizionamento delle parti, l’estremità inferiore del rilievo 23b dell’elemento fisso 23 può essere sagomata (ad esempio convessa) per accoppiarsi in una corrispondente sede definita nella struttura 100, come visibile ad esempio in figura 8 (tale sede può essere una svasatura del tipo comunemente previsto per ricevere parzialmente la testa di una vite).
Atteso che il diametro della sede passante 21a3dell’elemento di cerniera mobile 21a è maggiore del diametro del rilievo 23b dell’elemento di cerniera fisso 23, risulta consentito un certo movimento angolare della parte mobile 21 rispetto alla parte fissa 22.
A seguito dell’assemblaggio della disposizione di articolazione 20, il corpo di supporto 2 risulta quindi assicurato nella sua parte posteriore alla struttura stazionaria 100, ma in modo da poter compiere movimenti angolari attorno all’asse X2: ciò è consentito dal diverso diametro tra il rilievo 23b e la sede 21a3e dalla possibilità di rotazione dell’elemento di cerniera mobile 21a (particolarmente della sua formazione 21a1-21a2) rispetto all’elemento di cerniera fisso 23 (particolarmente rispetto alla sua sede 23d). I movimenti attorno all’asse X2consentiti dalla disposizione di articolazione 20 avvengono a partire da una posizione angolare di lavoro o iniziale del corpo 2, quale quella visibile nelle figura 8-9 e 12, nella quale il corpo stesso 2 giace secondo il piano di appoggio P: riferendosi a tali figure, i suddetti movimenti avvengono in verso orario. Le figure 10-11 illustrano appunto una condizione in cui la parte 21 è ruotata rispetto alla parte fissa 22, attorno all’asse X2di figura 5. Il passaggio dalla posizione di figura 8-9 a quella delle figure 10-11 è favorito dalla presenza del profilo semicircolare della porzione inferiore 21a2della formazione 21a1-21a2, che può scorrere in rotazione sulla parete 100.
Di preferenza la disposizione di rilascio del dispositivo 1 è predisposta per sollecitare in modo elastico il corpo di supporto 2 verso la suddetta posizione angolare di lavoro o iniziale, ovvero verso il piano di appoggio P. A tale scopo, la disposizione di rilascio può comprendere una disposizione di richiamo, per la disposizione di articolazione 20, idonea a sollecitare costantemente il corpo 2 verso la sua posizione angolare di lavoro o iniziale.
Riferendosi all’esempio di attuazione delle figure 1-16, la disposizione di richiamo, indicata complessivamente con 30, è associata al corpo di supporto 2 in una posizione che è intermedia alla sua porzione anteriore, provvista del gancio 3, ed alla sua porzione posteriore, provvista della disposizione di articolazione 20. In varie forme di attuazione la disposizione di richiamo è in posizione prossima al gancio 3, preferibilmente in una posizione generalmente affiancata o laterale rispetto ad una estremità del gancio 3, particolarmente l’estremità comandata su cui opera la disposizione di trasmissione 6.
In varie forme di attuazione, la disposizione 30 comprende almeno un organo di guida, che è predisposto per guidare le deformazioni o gli spostamenti di un elemento elastico e/o per guidare gli spostamenti angolari del corpo 2 - particolarmente della sua porzione anteriore - attorno all’asse X2, nonché evitarne spostamenti laterali (ad esempio attorno all’asse verticale identificato dalla vite 24) o spostamenti longitudinali indesiderati. A tale scopo, in varie forme di attuazione, il corpo 2 è vincolato particolarmente in corrispondenza della sua porzione anteriore - in modo scorrevole all’organo di guida, che è preferibilmente configurato come componente distinto rispetto al corpo stesso (potendo tuttavia essere parte di esso).
In varie forme di attuazione l’organo di guida è predisposto per il fissaggio alla struttura stazionaria e supporta un rispettivo elemento elastico, preferibilmente una molla elicoidale, in particolare metallica, con tale elemento elastico che interagisce tra l’organo di guida ed il corpo di supporto per sollecitare quest’ultimo verso la sua posizione angolare di lavoro o iniziale. In altre realizzazioni l’elemento elastico è di altro tipo, con differente forma, quale ad esempio un elemento a balestra e/o formato con diverso materiale, ad esempio un elastomero o un elemento in materiale termoplastico deformabile in modo elastico.
Nell’esempio illustrato (si veda figura 4), l’organo di guida, indicato con 31, comprende una base o parte inferiore 32, che è configurata per essere assicurata alla struttura stazionaria 100, particolarmente tramite una vite 33 o simile organo di fissaggio (ad esempio un rivetto). L’organo 31 comprende poi una parte montante 34, generalmente allungata, preferibilmente ma non necessariamente di forma sostanzialmente cilindrica. Preferibilmente l’organo 31 è formato in un pezzo unico, ad esempio realizzato tramite stampaggio di materiale plastico o metallico; in alternativa, la parte montante 34 potrebbe essere un componente distinto, ad esempio metallico, con la parte di base 32 formata da materiale plastico sovrastampato in corrispondenza dell’estremità inferiore della parte montante.
La parte montante 34 si estende longitudinalmente verso l’alto ed è di preferenza accoppiata in modo scorrevole con il corpo 2, o comunque accoppiata in modo tale che il corpo 2 possa compiere movimenti rispetto al piano P solo in un verso sostanzialmente verticale o movimenti angolari rispetto all’asse X2. In varie forme di attuazione, quale quella esemplificata, il corpo 2 presenta - di preferenza sostanzialmente in corrispondenza di una sua parete laterale 2a - un foro o una sede passante, sostanzialmente verticale (eventualmente inclinata o arcuata): in tale sede passante, indicata con 35 solo nelle figure 1 e 4, è impegnata in modo scorrevole la parte montante 34 dell’organo 31. In varie forme di attuazione, la parte montante 34 è leggermente arcuata all’indietro, in modo da poter guidare con precisione gli spostamenti angolari ammessi al corpo 2.
Di preferenza, il corpo 2 definisce - nella sua parete inferiore 2c e/o nella parete laterale 2a in corrispondenza della quale si trova l’organo di guida 31, un alloggiamento - visibile solo parzialmente nelle figure 14-16, dove è indicato con 2d - per il posizionamento dell’organo 31. Nel caso esemplificato, tale alloggiamento 2d è configurato per ricevere almeno una porzione della parte di base 32, nonché consentire ad un’altra porzione della parte di base 32 di sporgere lateralmente dal corpo 2, onde permetterne il fissaggio alla struttura 100 tramite la vite 33.
Sulla porzione della parte montante 34 che sporge superiormente alla sede passante 35 è calzata una molla ad elica, indicata con 36. L’estremità superiore della molla 36 è attestata su di un idoneo elemento di arresto 37 associato al montante 34 o definito da esso, ad esempio un anello di arresto, come nel caso illustrato. L’estremità inferiore della molla 36 è invece attestata sul corpo 2, nella zona 35a (figura 4) che circonda la sede passante 35, come visibile ad esempio in figura 1. In tal modo, il corpo 2 risulta sollecitato elasticamente dalla molla 36 verso la struttura 100, ovvero verso la sua posizione angolare di lavoro o iniziale, ovverosia vero il piano di appoggio P. Preferibilmente, quindi, la molla 36 è attestata o opera in spinta su una zona o superficie superiore 35a del corpo 2, che è distanziata rispetto al piano P o alla parete di fondo 2c del corpo 2 ; preferibilmente la zona o superficie superiore 35a si trova ad un’altezza maggiore rispetto al perno 4 di rotazione del gancio 3.
Si supponga che il dispositivo 1 si trovi nella condizione operativa di cui alla figura 13, ossia con la porta 101 che è bloccata in posizione chiusa tramite il gancio 3. In tale situazione, se per una causa qualsiasi (quale ad esempio un malfunzionamento del sistema di controllo del forno o un black-out di rete), l’attuatore 5 non è in condizione di essere fatto funzionare nel modo sopra descritto, lo sblocco del dispositivo 1 può essere ottenuto manualmente, in virtù della disposizione di rilascio, qui comprensiva della disposizione di articolazione 20 e della disposizione di richiamo 30.
A tale scopo deve essere esercitata una trazione sulla porta 101, ossia applicare una forza nella direzione di apertura della porta stessa, come indicato schematicamente dalla freccia F2di figura 14. Il sistema è concepito in modo tale per cui la forza F2necessaria ad ottenere il rilascio manuale sia più elevata rispetto alla forza F1minima richiesta per aprire la porta 101 nella condizioni di usuale apertura di figura 12, preferibilmente una forza tale da soddisfare dei parametri di sicurezza: a titolo meramente esemplificativo, alla porta 101 deve essere applicata una forza di trazione F2maggiore di 9 Kg o 90N (valore di sicurezza), mentre la forza F1usualmente richiesta per l’apertura, nella condizione di figura 12, è di circa soli 3-5 Kg.
La posizione relativa tra il gancio 3 e l’elemento di ritegno 7 è tale per cui la coppia esercitata sulla porta 101 determina una componente di forza verticale sul gancio 3, con l’estremità frontale di quest’ultimo che tenderà a muoversi angolarmente in senso orario o verso l’alto, con riferimento alle figure. Come indicato, di preferenza, le superfici cooperanti tra loro dell’estremità anteriore del gancio 3 e dell’elemento di ritegno 7 sono conformate al fine di ottenere le componenti o forze necessarie al suddetto movimento del gancio 3: nel caso esemplificato, l’estremità anteriore del gancio ha una superficie generalmente arrotondata, suscettibile di scorrere su una superficie inclinata generalmente in verticale dell’elemento 7.
Come detto, nella situazione in esame (dispositivo 1 che blocca la porta) l’estremità posteriore del gancio 3 è in appoggio sulla superficie superiore del cursore 6a (vedere figura 2): pertanto, a seguito della suddetta componente di forza verticale che risulta applicata sull’estremità posteriore del gancio 3 (circa 1,33 Kg, con riferimento ad un esempio di forza di trazione F2di circa 12 Kg, superiore ai 9 Kg del valore di sicurezza sopra esemplificato), il corpo 2 viene sollecitato nel suo complesso verso l’alto, con il corpo stesso che - grazie alla presenza della disposizione di articolazione 20 - può muoversi angolarmente attorno all’asse X2(in senso orario, con riferimento alle figure 1-16), anche vincolato e guidato in tale movimento dalla disposizione di richiamo, e segnatamente dall’accoppiamento tra la parte montante 34 e la relativa sede passante 35 del corpo 2, come spiegato in precedenza. Il movimento angolare del corpo 2 è consentito dalla parte mobile 21 dell’articolazione 21-22 ed avviene rispetto alla parte fissa 22, nonché rispetto al punto di ancoraggio posteriore rappresentato dalla vite 24.
Tale spostamento angolare verso l’alto del corpo 2, che avviene in contrasto all’azione della molla 36 della disposizione di richiamo 30, determina un corrispondente spostamento del perno 4 e del gancio 3 ad esso associato: anche la porzione anteriore del gancio 3 si sposta quindi verso l’alto, liberandosi dall’elemento di ritegno 7, come visibile in figura 14, così sbloccando la porta 101 che potrà essere aperta. Come si nota dal confronto tra le figure 13 e 14, in tale fase il corpo 2 viene ad assumere temporaneamente una posizione inclinata verso l’alto rispetto a quella iniziale, relativamente alla struttura stazionaria 100, ovverosia con l’asse X1che è ora più distante rispetto al piano di appoggio P.
Indicativamente, i movimenti angolari ammessi al corpo 2 attorno al’asse X2possono essere compresi tra 0° gradi e 5°, rispetto al piano di appoggio P o alla parete 100.
Il ritorno del corpo 2 nella posizione angolare iniziale avviene poi in modo automatico o autonomo, in virtù della reazione elastica della molla 36, che spingerà di nuovo vero il basso il corpo 2, sino a farlo tornare nella posizione angolare iniziale di figura 12 o 13, ovvero sul piano di appoggio P.
Nelle figure 1-4 e 12-14 il dispositivo 1 è rappresentato in una condizione di corretto montaggio relativo tra i componenti coinvolti - ossia struttura stazionaria 100, porta 101, corpo di supporto 2 ed elemento di ritegno 7 - ovverosia secondo specifiche di progetto del forno. Le figure 15 e 16 si riferiscono invece ad una situazione in cui, ad esempio a causa di tolleranze di produzione e/o montaggio, uno o più dei suddetti componenti risulta/risultano assemblati in modo leggermente diverso rispetto alle figure 1-4 e 12-13. In particolare, nel caso esemplificato, nella posizione di porta 101 chiusa, l’estremità superiore della porta stessa e/o l’elemento di ritegno 7 si trovano ad un’altezza leggermente maggiore rispetto alle figure 1-4 e 12-13.
Anche in questa situazione di montaggio, a seguito dell’attivazione dell’attuatore 5, il dispositivo passa dalla condizione inoperativa (vedere a riferimento figura 12) alla condizione operativa (vedere a riferimento figura 13). Ad un certo punto del movimento angolare del gancio 3, la sua porzione anteriore giunge quindi in appoggio su una superficie di fondo 7a dell’elemento di ritegno 7, ma in anticipo rispetto al caso di figura 13: nel prosieguo del movimento angolare del gancio 3 determinato dal sistema di attuazione 5-6, similmente a quanto descritto in precedenza con riferimento alla figura 14, al perno 4 viene applicato un carico tale da determinare un movimento angolare verso l’alto del corpo 2, attorno all’asse X2, ad esempio sino alla posizione visibile in figura 16, che anche in questo caso è sostanzialmente inclinata rispetto a quella di figura 13 (assenza di tolleranze di produzione e/o montaggio), ovvero rispetto al piano di giacitura P definito dalla struttura o parete 100. La posizione così raggiunta dal perno 4 e dal gancio 3 relativamente all’elemento di ritegno è comunque tale da garantire un corretto funzionamento del dispositivo 1. Anche in questo modo di funzionamento si verifica quindi una variazione (un aumento) della distanza dell’asse X1rispetto al piano di appoggio P.
Come si evince, quindi, il dispositivo 1 in accordo all’invenzione risulta equipaggiato di una disposizione di compensazione, che consente al corpo di supporto 2 di adattare la sua posizione angolare di lavoro in funzione delle effettive posizioni relative di assemblaggio o montaggio tra il corpo stesso, la struttura stazionaria 100, la porta 101 e l’elemento di ritegno 7, qualora tali effettive posizioni differiscano da posizioni predefinite o di progetto. In altri termini, quindi, risulta possibile compensare eventuali posizionamenti relativi imprecisi delle parti in gioco, particolarmente in altezza, garantendo il preciso e sicuro funzionamento nel tempo del dispositivo 1. Come si evince, nel caso specifico esemplificato, le disposizioni di articolazione 20 e di richiamo 30 della disposizione di compensazione sono le stesse della disposizione di rilascio che, in caso di necessità, permettere lo sblocco manuale della porta 101.
In figura 17 è rappresentata schematicamente una variante di attuazione in cui la disposizione di articolazione 20 ha una parte mobile 21 comprendente due elementi di cerniera 21a, che si estendono generalmente paralleli tra loro. In questo caso sono previste due parti fisse 22 e due corrispondenti viti 24 o simili. Naturalmente le due parti 21 e/o 22 potrebbero essere sostituite da un’unica parte 21 e/o 22 più larga di quelle esemplificate.
Secondo una variante non raffigurata, le due parti mobili 21 e le due parti fisse 22 potrebbero essere contrapposte tra loro e/o ubicate in corrispondenza di pareti laterali 2a del corpo di supporto 2, pur in corrispondenza di una porzione di estremità del corpo 2 opposta a quella che alloggia il gancio 3.
La figura 17 si presta altresì ad esemplificare possibili forme di attuazione in cui un dispositivo in accordo all’invenzione comprende due disposizioni di richiamo di realizzazione analoga a quanto descritto con riferimento alle figure 1-16, ovvero con due organi di guida 31, associati a due rispettive molle 36 e due anelli di fissaggio 37, i quali organi 31 scorrono in rispettive sedi previste in posizioni contrapposte del corpo di supporto 2, preferibilmente in corrispondenza di lati opposti del gancio 3. Nel caso esemplificato in figura 17 i due organi 31 sono associati ciascuno in corrispondenza di una rispettiva parete laterale 2a del corpo di supporto 2. Il funzionamento del dispositivo 1 di figura 17 è analogo a quello in precedenza descritto con riferimento alle figure 1-16.
In varie forme di attuazione, il dispositivo in accordo all’invenzione ha una disposizione di richiamo ubicata in corrispondenza o prossimità della disposizione di articolazione, o che comprende almeno un elemento elastico montato o operativo in corrispondenza o in prossimità della disposizione di articolazione. Di preferenza, il suddetto elemento elastico è una molla di torsione che interagisce tra il corpo di supporto, o una parte di cerniera mobile, e la struttura 100 sulla quale tale corpo è montato. Una forma di attuazione di questo tipo è esemplificata nelle figure 18-25.
Riferendosi inizialmente alle figure 18 e 19, anche in questa forma di attuazione la disposizione di articolazione 20 prevista in corrispondenza della porzione posteriore o prossimale del corpo 2 comprende un elemento di cerniera mobile 211, che è impegnato in una parte di cerniera fissa 221solidale alla struttura 100. In questo caso, l’elemento di cerniera mobile 211è sostanzialmente configurato come un perno di cerniera, preferibilmente almeno in parte cilindrico o arrotondato, che si estende trasversalmente rispetto alla direzione longitudinale del corpo 2. L’elemento 211è preferibilmente - ma non necessariamente - definito da una formazione che sporge dalla parete posteriore 2b del corpo 2, formata in un pezzo unico con tale corpo. La parte di cerniera fissa 221comprende invece un elemento generalmente arcuato all’indietro, o comunque conformato in modo da definire una sede per il perno di cerniera 211, tale sede essendo qui aperta in direzione opposta al gancio 3. Come si intuisce, l’elemento a perno 211è alloggiabile con possibilità di movimento angolare nell’ambito della sede definita dall’elemento 221, con tale elemento a perno che identifica l’asse di rotazione X2.
La parte di cerniera fissa 221può essere vantaggiosamente definita tramite tranciatura e deformazione di una zona della struttura stazionaria 100, ovvero della parete - preferibilmente in lamiera metallica, ad esempio orizzontale - su cui è assicurato il dispositivo 1; una tale realizzazione è esemplificata in figura 20.
In forme di attuazione in cui un elemento elastico della disposizione di richiamo è installato in corrispondenza della disposizione di articolazione - come ad esempio nelle figure 18-19 - è preferibile prevedere una disposizione di vincolo e/o guida, per vincolare lateralmente il corpo di supporto 2 in almeno una sua zona, ad esempio compresa tra il gancio 3 e la disposizione di articolazione 20, e guidarne gli spostamenti angolari attorno all’asse X2.
Nel caso esemplificato, la disposizione di vincolo e/o guida comprende due elementi o pareti 40 che si elevano dalla struttura 100 in corrispondenza delle due pareti laterali 2a del corpo 2, tali pareti 40 essendo preferibilmente parallele tra loro e rispetto a corrispondenti porzioni delle pareti 2a. La distanza tra le pareti 40 di vincolo e/o guida è solo leggermente maggiore rispetto alla distanza delle corrispondenti porzioni delle pareti 2a: in tal modo, le pareti 40 impediscono movimenti laterali significativi del corpo 2, consentendo tuttavia al medesimo di compiere i richiesti movimenti angolari. Preferibilmente le pareti 40 guidano il corpo di supporto 2 anche in modo da evitare che esso possa inclinarsi lateralmente, verso le pareti 2a. Anche la disposizione di vincolo e/o guida, qui comprensiva delle pareti 40 può essere definita nella struttura stazionaria 100, come esemplificato in figura 20.
La disposizione di richiamo del dispositivo delle figure 18-19 comprende un elemento elastico indicato nel complesso con 361interagente tra il corpo 2 e la struttura o parete 100, in modo da sollecitare il primo verso la seconda. Nell’esempio, l’elemento elastico 361è una molla di torsione. Di preferenza la molla 361è conformata in modo da definire una prima porzione di estremità 36a, attestata sulla struttura 100, ed una seconda porzione di estremità comprensiva di due bracci di molla paralleli 36b (uno solo visibile nelle figure), ciascuno dei quali riscontra il corpo 2a. preferibilmente in corrispondenza di una relativa sede o formazione di impegno 2e (una solo visibile nelle figure). La molla 361ha inoltre una porzione intermedia che include due tratti avvolti ad elica, indicati con 36c, sostanzialmente coassiali tra loro e calzati ciascuno su di un relativo elemento a piolo 341, che si estende generalmente parallelo al perno di cerniera 211o all’asse X2. I due elementi a piolo 341, preferibilmente tra loro contrapposti o con asse in comune, possono essere vantaggiosamente definiti dal corpo di supporto 2, particolarmente dalla stessa formazione che realizza il perno di cerniera 211. La molla 361è quindi conformata in modo che la sua porzione di estremità 36a tenda a spingere verso il basso, sulla struttura 100, ed anche i due rami 36b dell’altra sua estremità sollecitino verso il basso il corpo di supporto 2.
Posto che, nel caso esemplificato, la sede definita dall’elemento di cerniera fisso 221è aperta posteriormente, è preferibile prevedere almeno un elemento che contrasti eventuali spostamenti all’indietro o arretramenti del corpo 2 nel suo complesso. Nel caso esemplificato, sulla struttura 100 è previsto allo scopo un elemento di arresto 50, contro il quale la porzione 36a della molla 361trova contrasto, conseguentemente evitando arretramenti degli elementi 341e del corpo 2. Anche un tale elemento di arresto 50 può essere definito nella struttura stazionaria 100, come esemplificato in figura 20. Sono ovviamente possibili altre soluzioni per impedire eventuali spostamenti longitudinali all’indietro del corpo 2, ad esempio prevedendo o fissando apposte staffe di arresto sulla struttura 100, o ancora realizzando l’elemento di cerniera fisso 221in modo da evitare la possibilità di fuoriuscita da esso del perno di cerniera 211(ad esempio, dopo l’accoppiamento tra il perno 211e l’elemento 221, l’estremità superiore della parete arcuata che realizza quest’ultimo potrebbe venire piegata verso il basso, per impedire l’uscita del perno 211, consentendone tuttavia i movimenti angolari).
Il funzionamento del dispositivo 1 delle figure 18-25 è sostanzialmente analogo a quello in precedenza descritto con riferimento alle figure 1-16.
La figura 21 illustra una condizione corrispondente a quella di figura 12, ovvero con la porta 101 chiusa ed il dispositivo 1 in condizione inoperativa, nella quale il gancio 3 non impegna l’elemento di ritegno 7. Il corpo 2 nel suo complesso è nella posizione di lavoro angolare “di progetto”, in cui il corpo stesso è interamente in appoggio sulla struttura 100.
La figura 22 illustra una condizione corrispondente a quella di figura 13, ovvero con la porta 101 chiusa ed il dispositivo 1 nella condizione operativa in cui il gancio 3 impegna l’elemento di ritegno 7. Anche in tale condizione il corpo 2 nel suo complesso è nella sua posizione di lavoro angolare “nominale”, in cui il corpo stesso giace secondo il piano di appoggio P definito dalla struttura 100.
La figura 23 illustra una condizione corrispondente a quella di figura 14, in cui il sistema di attuazione del dispositivo 1 mantiene il gancio 3 nella sua posizione di blocco, ma alla porta 101 viene applicata la forza F2necessaria ad ottenere il rilascio manuale del dispositivo stesso, ovvero l’apertura della porta. Come spiegato, in tal modo il corpo 2 nel suo complesso è indotto ad effettuare un movimento angolare verso l’alto, attorno all’asse X2, in contrasto alla reazione della molla 361, tale movimento angolare essendo di entità tale da consentire il disimpegno tra gancio 3 ed elemento 7. Dopo lo sblocco della porta, il corpo 2 può ritornare nella sua posizione angolare di partenza, grazie all’azione della disposizione di richiamo 30.
Le figure 24 e 25 illustrano una condizione corrispondente a quella delle figure 15 e 16, in cui - a causa di tolleranze di produzione e/o montaggio tra i componenti -l’estremità superiore della porta 101 e/o l’elemento di ritegno 7 si trovano ad un’altezza leggermente maggiore rispetto alle figure 21 o 22. A seguito dell’attivazione dell’attuatore 5, al gancio 3 e conseguentemente al perno 4 viene applicato un carico o forza che si trasmette al corpo 2, determinando con ciò il movimento angolare verso l’alto del corpo stesso, attorno all’asse X2, ovverosia in una posizione sostanzialmente inclinata rispetto al caso illustrato in figura 22, di assenza di tolleranze di produzione e/o montaggio dei componenti.
La figura 26 esemplifica il caso di un dispositivo 1 avente una disposizione di articolazione 20 in cui la parte di cerniera mobile include un perno di cerniera girevole 211, similmente al caso delle figure 18-25, ma in cui è prevista una disposizione di richiamo 30 che è associata al corpo 2 in una zona intermedia al gancio 3 ed alla disposizione di articolazione 20. La parte di cerniera mobile comprende in questo caso due elementi 221, sostanzialmente simili a quello delle figure 18-25, in posizioni generalmente parallele tra loro. Nel caso esemplificato, la disposizione di richiamo 30 è di tipo simile a quella descritto con riferimento alle figure 1-16. Ovviamente, tale disposizione potrebbe comprendere anche due organi di guida 31, come nel caso di figura 17.
Si apprezzerà che il tipo di realizzazione della disposizione di articolazione 20 delle figure 18-25 e 26 consente anche di prevenire possibili movimenti della porzione posteriore del corpo 2, sia in direzione orizzontale, sia in direzione verticale, sia attorno ad un asse verticale.
In possibili forme di attuazione dell’invenzione, il corpo di supporto del dispositivo comprende due parti unite tra loro mediante una disposizione di articolazione, dove ad una prima parte del corpo sono associati i mezzi di vincolo dell’organo di bloccaggio, qui esemplificati dal perno 4 del gancio 3, e la seconda parte del corpo è fissata alla struttura stazionaria.
Un tale caso è esemplificato nelle figure 27-31, dove il corpo di supporto 2 comprende appunto una parte anteriore 21, recante almeno il perno 4 ed il gancio 3, e preferibilmente anche parte del sistema di trasmissione 6, e che è suscettibile di compiere movimenti angolari rispetto alla struttura 100, nonché una parte posteriore 22, che è invece assicurata in posizione fissa alla struttura 100, dove tali due parti 21e 22sono unite tra loro mediante una disposizione di articolazione 20. Nel caso illustrato, in corrispondenza dell’estremità posteriore della parte 22sono definite una o più staffe 2f, per l’ancoraggio alla struttura o parete 100 tramite viti 60 o simili organi di fissaggio (ad esempio rivetti).
La disposizione di articolazione può essere di qualsiasi tipo, ad esempio comprendente una parte di cerniera fissa ed una parte di cerniera mobile, associate alle due parti di corpo 21e 22o definite da esse, che sono accoppiate tra loro, ad esempio tramite un perno o uno snodo, oppure comprendente - come nel caso esemplificato - una cerniera elastica o flessibile: a tale scopo, il corpo 2 può essere formato con un idoneo polimero, quale un materiale plastico stampabile, ad esempio un materiale termoplastico. In varie forme di attuazione, ad esempio, un tale corpo 2 può essere stampato con pareti di un primo spessore, onde realizzare una o più parti sostanzialmente rigide 21, e 22del corpo di supporto, mentre una o più pareti o formazioni di spessore minore, che collegano le due parti 21, e 22, realizzano uno snodo o cerniera almeno in parte flessibile, o comunque atta a consentire un movimento angolare di una parte relativamente all’altra parte. La cerniera elastica o flessibile potrebbe eventualmente essere realizzata anche con un polimero o materiale plastico diverso da quello delle due parti 21, e 22, quale ad esempio un elastomero, preferibilmente sovrastampato o costampato alle parti sostanzialmente rigide 21, 22del corpo di supporto 2 (o comunque fissato o saldato o incollato o agganciato ad almeno una di tali parti 21, 22).
Riferendosi all’esempio delle figure 27-31, la disposizione di articolazione 20 è formata integralmente con una porzione della prima parte di corpo 21ed una porzione della seconda parte di corpo 22(qui una porzione posteriore ed una porzione anteriore delle parti 21e 22, rispettivamente), e comprende almeno una parete trasversale 212generalmente orizzontale che unisce tali due parti del corpo 2. Onde favorire la deformazione elastica ed identificare l’asse X2, nella parete 212può essere definito un incavo che attraversa la parete stessa per la sua intera larghezza o parte di essa. Ovviamente, in luogo di un’unica parete possono essere previste una pluralità di pareti più strette di quella qui indicata con 212, ad esempio parallele tra loro, che uniscono le due parti di corpo 21e 22.. In varie forme di attuazione, nella parete 212sono previsti più incavi e/o più tratti a spessore differente, ciascuno dei quali potrebbe anche definire un rispettivo asse di rotazione (ovvero potrebbero essere previsti più assi di rotazione, la cui combinazione potrebbe comunque essere funzionalmente equivalente ad un unico asse di rotazione X2del tipo precedentemente descritto). Ai fini dell’invenzione ed in riferimento ai vari esempi, nella definizione di “secondo asse di rotazione X2” si considerano quindi compresi anche più assi di rotazione o fulcro tra loro adiacenti o prossimi, o comunque compresi nella zona della disposizione di articolazione.
In una realizzazione del tipo illustrato, la parte di corpo posteriore 22realizza o comprende in sostanza una parte di cerniera fissa, mentre la parete 212realizza o comprende in sostanza una parte di cerniera mobile o elasticamente deformabile, con la parte di corpo 21suscettibile di muoversi angolarmente attorno all’asse X2.
Si apprezzerà che, in virtù della sua capacità di flessione o deformazione elastica, la parete 212consente di realizzare anche le funzionalità delle disposizioni di richiamo in precedenza descritte. Peraltro, in possibili forme di attuazione, alla parte di corpo mobile 21può essere associata una propria disposizione di richiamo, ad esempio del tipo di quella indicata con 30 nelle figure 1-16. In alternativa, secondo un esempio non raffigurato, le due parti di corpo 21e 22potrebbero essere tra loro distinte ed unite da una cerniera provvista di un perno o uno snodo, a cui potrebbe essere associata una molla a torsione di richiamo.
Nell’esempio delle figure 27-31 è anche prevista una disposizione di vincolo e/o guida, per vincolare lateralmente la parte di corpo 21e guidarne gli spostamenti angolari. Nel caso esemplificato, tale disposizione è analoga a quella descritta con riferimento alle figure 18-25, comprensiva di pareti laterali 40 di vincolo e guida, ma sono ovviamente possibili altre soluzioni alle scopo, come in precedenza menzionato. Ad esempio, alla parte di corpo 21può essere associata una disposizione di richiamo 30 del tipo descritto con riferimento alle figure 1-16 che - come spiegato - sarebbe anche idonea a vincolare e guidare gli spostamenti angolari della suddetta parte di corpo.
Il funzionamento del dispositivo 1 delle figure 27-31 è sostanzialmente analogo a quello in precedenza descritto con riferimento alle figure 1-16 e 18-25.
La figura 28 illustra una condizione inoperativa del dispositivo 1, corrispondente a quella delle figure 12 e 21, mentre la figura 29 illustra una condizione operativa corrispondente a quella delle figure 13 e 22. La figura 30 illustra invece una condizione corrispondente a quella delle figure 14 e 23: il sistema di attuazione del dispositivo 1 mantiene il gancio 3 nella sua posizione di blocco, ma alla porta 101 viene applicata la forza F2necessaria ad ottenere il rilascio manuale del dispositivo stesso. La parte di corpo 21, cui sono associati almeno il perno 4 ed il gancio 3, e preferibilmente anche parte del sistema di trasmissione 6, è indotta ad effettuare un movimento angolare verso l’alto, attorno all’asse X2, inclinandosi rispetto al piano di appoggio P. Tale movimento angolare, ovvero l’aumento della distanza dell’asse X1rispetto al piano di appoggio P, è di entità tale da consentire il disimpegno tra gancio 3 ed elemento 7. Dopo lo sblocco della porta 101, la parte di corpo 21può ritornare nella sua posizione angolare di partenza, in appoggio sulla struttura 100, particolarmente grazie alla reazione elastica della parete 212, che nell’esempio funge anche da disposizione di richiamo (come detto, peraltro, può essere prevista una distinta disposizione di richiamo 30).
La figura 31 illustra una condizione corrispondente a quella delle figure 16 e 25, in cui sussistono tolleranze di produzione e/o montaggio tra i componenti, tali per cui l’estremità superiore della porta 101 e/o l’elemento di ritegno 7 si trovano ad un’altezza leggermente maggiore rispetto alle figure 27-29. Anche in questo caso, a seguito dell’attivazione dell’attuatore 5, al perno 4 viene applicato un carico o forza che determina il movimento angolare verso l’alto della parte di corpo 21, attorno all’asse X2, in una posizione sostanzialmente inclinata rispetto al caso illustrato in figura 29 (assenza di tolleranze di produzione e/o montaggio dei componenti).
Da quanto descritto con riferimento alle figure 27-31 si apprezzerà che i movimenti angolari descritti con riferimento alle forme di attuazione delle figure 1-26 possono interessare anche la sola parte del corpo 2 al quale è associato il gancio 3, anziché il corpo 2 nel suo complesso.
Con specifico riferimento al caso delle figure 27-31 o, più in generale di un corpo di supporto che comprende due parti unite tra loro mediante una disposizione di articolazione, il sistema di attuazione sarà concepito per consentire i movimenti angolari verso l’alto e verso il basso della parte di corpo recante almeno il gancio 3 ed eventualmente almeno parte del sistema di trasmissione 6. Nell’esempio, l’estremità posteriore 6c (figura 29) dell’asta 6a del sistema di trasmissione 6 è conformata in modo da poter traslare e/o inclinarsi relativamente alla superficie della camma 5c, a seguito dei movimenti angolari della parte di corpo 21(sui cui è montata l’asta 6a) rispetto alla parte di corpo 22(su cui è montato l’attuatore 5).
In forme di attuazione precedentemente descritte, alcuni elementi del dispositivo in accordo all’invenzione risultano definiti dalla struttura o parete 100, quali ad esempio almeno una parte di cerniera fissa 221, le pareti di vincolo laterale 40, l’elemento di arresto 50 (si veda figura 20). Come già accennato, tuttavia, uno o più di tali elementi potrebbero anche essere configurati come componenti distinti rispetto alla struttura, e fissati a quest’ultima. La figura 32 esemplifica il caso di una sotto-struttura o base 70 per il corpo 2, destinata ad essere fissata alla struttura o parete 100 (ad esempio tramite viti o rivetti, o tramite aggancio o saldatura o incollaggio) e sulla quale viene poi ancorato e/o vincolato e/o guidato il corpo 2 o una sua parte mobile angolarmente, quale la parte 21delle figure 27-31. Nell’esempio, la base 70 è conformata sostanzialmente a piastra, ad esempio metallica, ed è sagomata in modo da definire una parte di cerniera fissa 221, due pareti di vincolo laterale 40 ed un elemento di arresto posteriore 50.
Da quanto sopra descritto si evince come il dispositivo di blocco-porta secondo l’invenzione risulti di costruzione semplice ed economica. I mezzi che consentono di eseguire il rilascio manuale del dispositivo e/o che consentono di ottenere la compensazione di eventuali imprecisioni di montaggio non comportano, nel loro funzionamento, alcuna traslazione dei mezzi di vincolo (il perno 4) dell’organo di bloccaggio (il gancio 3) sul corpo di supporto 2 del dispositivo, così ovviando le problematiche della tecnica nota citata, quali spostamenti o inclinazioni anomale dei mezzi di vincolo o dell’organo di bloccaggio rispetto al relativo cinematismo di azionamento. Le posizioni relative tra gli assi X1e X2rimangono sostanzialmente le medesime nelle varie condizioni operative del dispositivo.
Va sottolineato che le funzionalità citate, di sblocco manuale e di compensazione, possono essere entrambe o singolarmente presenti in un dispositivo in accordo all’invenzione, in funzione delle scelte produttive, con il grosso vantaggio che da una medesima struttura di base potranno ottenere realizzati dispositivi aventi diverse caratteristiche funzionali (sblocco e compensazione; solo sblocco; solo compensazione). Ad esempio, in sede di produzione potrebbe essere montato un gancio 3 di forma differente rispetto a quella illustrata (con estremità anteriore maggiormente ricurva o ad uncino) che - anziché traslare a seguito di una trazione di forza F2sulla porta - mantiene il blocco: in tal caso il dispositivo offrirebbe quindi solo la funzione di compensazione delle tolleranze.
Naturalmente, fermi restando i principi dell’invenzione, i particolari e materiali di costruzione e le forme di realizzazione potranno essere variati e/o combinati diversamente rispetto a quanto descritto ed illustrato. Inoltre, i singoli particolari precedentemente descritti potranno essere prodotti o realizzati con qualunque altra tecnica nota e potranno essere in parte omessi, ovvero presenti in numero e disposizione differente, anche diversamente conformati, al fine di perseguire gli scopi della presente invenzione.
Come già indicato, l’attuatore del dispositivo potrebbe essere di tipologia diversa da quella precedentemente descritta a titolo di esempio, ad esempio un attuatore lineare anziché rotativo, quale ad esempio un termo-attuatore o un elettromagnete.
Come indicato, in talune applicazioni il corpo di supporto del dispositivo può essere ancorato alla porta dell’apparecchio elettrodomestico ed il relativo elemento di ritegno ancorato alla struttura stazionaria, ovverosia con una disposizione inversa a quella illustrata nelle figure. La posizione di montaggio del dispositivo potrebbe naturalmente essere diversa da quella esemplificata, ad esempio una parte verticale della struttura stazionaria. In talune applicazioni, l’organo di bloccaggio 3, i mezzi di vincolo 4, l’elemento di ritegno 7 ed il sistema di attuazione 5-6 possono essere concepiti -secondo modalità che appaiono chiare al tecnico del ramo - in modo tale per cui l’organo 3 si muova angolarmente attorno ad un asse X1sostanzialmente verticale, anziché sostanzialmente orizzontale, come esemplificato nelle figure.
Come indicato, ai fini dell’implementazione dell’invenzione, la disposizione di articolazione che equipaggia il dispositivo può avere qualsiasi configurazione idonea a consentire movimenti angolari o rotatori, così come combinazioni di più movimenti angolari o rotatori, attorno ad un unico asse o ad una pluralità di assi tra loro adiacenti. In tale ottica, ad esempio, le cerniere esemplificate con un perno o fulcro di forma sostanzialmente cilindrica potrebbero avere una forma differente comunque atta allo scopo, quale ad esempio uno snodo almeno in parte sferico o una porzione ristretta o appuntita.
In alternativa o in aggiunta alle pareti 40, il corpo 2 del dispositivo può definire esso stesso una o più pareti o elementi di vicolo e/o guida, configurate per scorrere in modo guidato rispetto a corrispondenti sedi ricavate nella struttura 100 o associate ad essa (ad esempio fori o fessure nella struttura 100).

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico avente una struttura stazionaria (100) alla quale è associata una porta (101), il dispositivo (1) comprendendo - un corpo di supporto (2), destinato ad essere assicurato secondo un rispettivo piano di appoggio (P) ad uno tra detti struttura stazionaria (100) e porta (101), - un organo di bloccaggio (3), montato sul corpo di supporto (2) tramite rispettivi mezzi di vincolo (4) che definiscono un primo asse di rotazione (X1), l’organo di bloccaggio (3) essendo destinato a cooperare con almeno un elemento di ritegno (7) dell’altro tra detti struttura stazionaria (100) e porta (101), - un sistema di attuazione (5, 6), comprendente un attuatore elettrico (5) ed una disposizione di trasmissione (6) sul corpo di supporto (2) per trasferire all’organo di bloccaggio (3) un movimento di attuazione prodotto dall’attuatore elettrico (5), il sistema di attuazione (5, 6) essendo controllabile per causare movimenti angolari dell’organo di bloccaggio (3) attorno al primo asse di rotazione (X1) tra: - una prima condizione inoperativa, in cui l’organo di bloccaggio (3) non è impegnato con l’elemento di ritegno (7), per consentire l’apertura della porta (101) applicando manualmente alla porta (101) una prima forza di apertura(F1), e - una condizione operativa, in cui l’organo di bloccaggio (3) è impegnato con l’elemento di ritegno (7), per mantenere la porta (101) in una posizione di chiusura anche a fronte dell’applicazione di detta prima forza di apertura (F1), il dispositivo di blocco-porta (1) essendo caratterizzato dal fatto che comprende inoltre una disposizione di articolazione (20), predisposta per consentire al corpo di supporto (2), o ad una sua prima parte di corpo (21) a cui sono associati i mezzi di vincolo (4) dell’organo di bloccaggio (3), di compiere spostamenti angolari relativamente alla struttura stazionaria (100), rispettivamente alla porta (101), attorno ad almeno un secondo asse di rotazione (X2) che è sostanzialmente parallelo al detto piano di appoggio (P), in modo da variare la distanza tra il primo asse di rotazione (X1) e detto piano di appoggio (P).
  2. 2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui il secondo asse di rotazione (X2) è sostanzialmente parallelo al primo asse di rotazione (X1) e/o il corpo di supporto (2) e la disposizione di articolazione (20) sono configurati in modo tale per cui la distanza tra il primo asse di rotazione (X1) ed il secondo asse di rotazione (X2) è sostanzialmente costante anche a seguito di detti spostamenti angolari del corpo di supporto (2), o della sua prima parte di corpo (21).
  3. 3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui la disposizione di articolazione (20) è azionabile per consentire il passaggio dell’organo di bloccaggio (3) da detta condizione operativa ad una seconda condizione inoperativa, in cui l’organo di bloccaggio (3) non è impegnato con l’elemento di ritegno (7), la disposizione di articolazione (20) essendo predisposta per consentire un detto spostamento angolare del corpo di supporto (2), o della sua prima parte di corpo (21), da una posizione di blocco, in cui l’organo di bloccaggio (3) è in detta condizione operativa, ad una posizione di rilascio, in cui l’organo di bloccaggio (3) è in detta seconda condizione inoperativa, a seguito dell’applicazione manuale alla porta (101) di una seconda forza di apertura (F2) più elevata di detta prima forza di apertura (F1), dove in particolare in detta posizione di rilascio il corpo di supporto (2), o la sua prima parte di corpo (21), è in una posizione generalmente inclinata rispetto a detto piano di appoggio (P).
  4. 4. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-3, in cui la disposizione di articolazione (20) è configurata per consentire al corpo di supporto (2), o alla sua prima parte di corpo (21), di adattare una sua posizione angolare di lavoro in funzione delle effettive posizioni relative di assemblaggio o montaggio di detti corpo di supporto (2), struttura stazionaria (100), porta (101) ed elemento di ritegno (7), qualora tali effettive posizioni differiscano da posizioni predefinite o di progetto.
  5. 5. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-4, comprendente inoltre una disposizione di richiamo (30) configurata per sollecitare in modo elastico il corpo di supporto (2), o la sua prima parte di corpo (21), verso la struttura stazionaria (100), rispettivamente la porta (101), ovvero verso detto piano di appoggio (P).
  6. 6. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-5, in cui - l’organo di bloccaggio (3) è in corrispondenza di una porzione generalmente anteriore o distale del corpo di supporto (2) e la disposizione di articolazione (20) è in corrispondenza di una porzione generalmente posteriore o prossimale del corpo di supporto (2), e/o - la disposizione di articolazione (20) comprende una parte mobile (21; 211; 212) che è definita almeno in parte dal corpo di supporto (2) o fissata ad esso, e che è accoppiata ad una parte fissa (22; 221; 22) che è definita dalla struttura stazionaria (100), rispettivamente dalla porta (101), o fissata rispetto ad essa, eventualmente tramite una sotto-struttura o base (70).
  7. 7. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 5 e 6, in cui la disposizione di richiamo (30): - comprende almeno un elemento elastico (36) ed è associata al corpo di supporto (2) in una posizione che è intermedia a detta porzione generalmente anteriore o distale e detta porzione generalmente posteriore o prossimale del corpo di supporto (2), oppure - comprende almeno un elemento elastico (361) che è montato sostanzialmente in corrispondenza della disposizione di articolazione (20), preferibilmente una molla di torsione interagente tra la parte mobile (211) e la struttura stazionaria (100), rispettivamente la porta (101).
  8. 8. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-7, in cui la disposizione di articolazione (20) ha una prima parte (21) che comprende almeno un elemento di cerniera elasticamente flessibile o deformabile (212) oppure almeno un elemento definente un perno di cerniera (21a1-21a2; 211).
  9. 9. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la disposizione di articolazione (20) ha una parte fissa (22) che comprende almeno un elemento (23, 24) configurato per vincolare almeno una porzione (21a1-21a2)della detta prima parte (21) rispetto struttura stazionaria (100), rispettivamente alla porta (101), oppure almeno un elemento (23; 221) definente una sede per il perno di cerniera (21a1-21a2; 211).
  10. 10. Il dispositivo secondo la rivendicazione 5, in cui - la disposizione di richiamo (30) comprende almeno un organo di guida (31), per guidare detti spostamenti angolari del corpo di supporto (2), o della sua prima parte di corpo (21), e/o per guidare deformazioni o spostamenti di un elemento elastico (36) appartenente alla disposizione di richiamo (30), - il corpo di supporto (2), o la sua prima parte di corpo (21), è vincolato in modo guidato all’organo di guida (31), - l’organo di guida (31) è predisposto per il fissaggio rispetto alla struttura stazionaria (100), rispettivamente alla porta (101), eventualmente tramite una relativa sotto-struttura o base (70), e supporta detto elemento elastico (36), preferibilmente una molla elicoidale, l’organo elastico (36) interagendo tra l’organo di guida (31) ed il corpo di supporto (2), o la sua prima parte di corpo (21), per sollecitare il corpo di supporto (2), o la sua prima parte di corpo (21), verso la struttura stazionaria (100), rispettivamente la porta (101), ovvero verso il detto piano di appoggio (P).
  11. 11. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-5, in cui il corpo di supporto (2) comprende una seconda parte di corpo (22), che è fissata rispetto alla struttura stazionaria (100), rispettivamente alla porta (101), eventualmente tramite una relativa sotto-struttura o base (70), e che è unita alla prima parte di corpo (21) tramite la disposizione di articolazione (20).
  12. 12. Il dispositivo secondo la rivendicazione 11, in cui la disposizione di articolazione (20) comprende un elemento di cerniera flessibile o deformabile in modo elastico (212), preferibilmente formato integralmente con almeno una porzione della prima parte di corpo (21) ed almeno una porzione della seconda parte di corpo (22), oppure sovrastampato o costampato o fissato o saldato o incollato o agganciato ad almeno una di dette porzioni o parti di corpo (21, 22).
  13. 13. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-12, comprendente una disposizione di guida (34, 35; 40), per vincolare lateralmente il corpo di supporto (20), o la sua prima parte di corpo (21), e guidarne detti spostamenti angolari, la disposizione di guida (34, 35; 40) essendo preferibilmente definita almeno in parte nella struttura stazionaria (100), rispettivamente nella porta (101), oppure da uno o più elementi (31; 70) fissato/fissati alla struttura stazionaria (100), rispettivamente alla porta (101).
  14. 14. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-13, in cui la disposizione di articolazione (20) comprende una parte fissa (221) che è definita nella struttura stazionaria (100), rispettivamente nella porta (101), oppure in un elemento (70) fissato alla struttura stazionaria (100), rispettivamente alla porta (101).
  15. 15. Un dispositivo di blocco-porta per un apparecchio elettrodomestico avente una struttura stazionaria (100) alla quale è associata una porta (101), il dispositivo (1) comprendendo - un corpo di supporto (2), destinato ad essere assicurato secondo un rispettivo piano di appoggio (P) ad uno tra detti struttura stazionaria (100) e porta (101), - un organo di bloccaggio (3), montato sul corpo di supporto (2) tramite rispettivi mezzi di vincolo (4) che definiscono un primo asse di rotazione (X1), l’organo di bloccaggio (3) essendo destinato a cooperare con almeno un elemento di ritegno (7) dell’altro tra detti struttura stazionaria (100) e porta (101), - un sistema di attuazione (5, 6), comprendente un attuatore elettrico (5) ed una disposizione di trasmissione (6) sul corpo di supporto (2) per trasferire all’organo di bloccaggio (3) un movimento di attuazione prodotto dall’attuatore elettrico (5), il sistema di attuazione (5, 6) essendo controllabile per causare movimenti angolari dell’organo di bloccaggio (3) attorno al primo asse di rotazione (X1) tra: - una prima condizione inoperativa, in cui l’organo di bloccaggio (3) non è impegnato con l’elemento di ritegno (7), per consentire l’apertura della porta (101) applicando manualmente alla porta (101) una prima forza (F1) di apertura, e - una condizione operativa, in cui l’organo di bloccaggio (3) è impegnato con l’elemento di ritegno (7), per mantenere la porta (101) in una posizione di chiusura anche a fronte dell’applicazione di detta prima forza di apertura (F1), in cui il dispositivo di blocco-porta (1) comprende inoltre almeno una tra: - una disposizione di rilascio, che è azionabile per consentire il passaggio dell’organo di bloccaggio (3) da detta condizione operativa ad una seconda condizione inoperativa, in cui l’organo di bloccaggio (3) non è impegnato con l’elemento di ritegno (7), la disposizione di rilascio essendo predisposta per consentire uno spostamento dell’organo di bloccaggio (3) da una posizione di blocco, in cui l’organo di bloccaggio (3) è in detta condizione operativa, ad una posizione di rilascio, in cui l’organo di bloccaggio (3) è in detta seconda condizione inoperativa, a seguito dell’applicazione manuale alla porta (101) di una seconda forza (F2) più elevata di detta prima forza (F1), e - una disposizione di compensazione, configurata per consentire all’organo di bloccaggio (3) di adattare la sua posizione angolare di lavoro in funzione delle effettive posizioni relative di assemblaggio o montaggio di detti corpo di supporto (2), struttura stazionaria (100), porta (101) ed elemento di ritegno (7), qualora tali effettive posizioni differiscano da posizioni predefinite o di progetto, il dispositivo di blocco-porta (1) essendo caratterizzato dal fatto che l’almeno una tra la disposizione di rilascio e la disposizione di compensazione comprende una disposizione di articolazione (20), predisposta per consentire al corpo di supporto (2), o ad una sua prima parte di corpo (21) a cui sono associati i mezzi di vincolo (4) dell’organo di bloccaggio (3), di compiere spostamenti angolari relativamente alla struttura stazionaria (100), rispettivamente alla porta (101), attorno ad almeno un secondo asse di rotazione (X2) che è generalmente parallelo al detto piano di appoggio (P), in modo da variare la distanza tra il primo asse (X1) e detto piano di appoggio (P).
  16. 16. Un apparecchio elettrodomestico, particolarmente un forno di cottura, comprendente una struttura stazionaria (100), una porta (101) associata alla struttura stazionaria (100) ed un dispositivo di blocco-porta (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 15.
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